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Intervista

Brown a muso duro: "Chi fa le regole, la FIA o i team?"

Il CEO della McLaren ha accusato duramente l'ambiente della Formula 1 puntando il dito su alcuni team che cercano di sfruttare le carenze decisionali esclusivamente per trarne un proprio vantaggio.

Zak Brown, CEO, McLaren Racing

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Continua a farsi sentire l’eco delle polemiche per i fatti di Abu Dhabi. Nonostante sia passato più di un mese dal controverso GP di Yas Marina, e dalla ancora più controversa gestione della safety car nel finale di gara da parte di Michael Masi, la Formula 1 sembra non riuscire a voltare pagina.

Se lo scorso mese era stata la Mercedes la grande protagonista delle polemiche subito dopo la fine del GP, con un doppio reclamo respinto e la rinuncia all’appello che ha sancito in via ufficiale la conquista del primo titolo iridato da parte di Max Verstappen, oggi è un soggetto terzo ad entrare nel merito della vicenda: Zak Brown.

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Il CEO della McLaren ha diramato un lungo ed interessante comunicato stampa nel quale ha analizzato i problemi attuali della Formula 1 senza nascondersi dietro ad un dito.

“L'elezione di Mohammed Ben Sulayem, avvenuta lo scorso dicembre, come nuovo presidente della FIA offre l'opportunità di una riforma collettiva del funzionamento della Formula 1”.

“È ovvio concentrarsi sugli eventi di Abu Dhabi accaduti nello scorso finale di stagione e che sono attualmente oggetto di una indagine FIA. Quello che è capitato, a mio parere, è un sintomo più che la causa. Ci sono stati problemi sistemici e mancanza di chiarezza su chi faccia le regole -  la FIA o le squadre – che si sono manifestati negli ultimi anni anche in modo piuttosto evidente”.

Safety Car e Lewis Hamilton, Mercedes W12

Safety Car e Lewis Hamilton, Mercedes W12

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

Brown ha poi preso ad esempio il caos vissuto a Melbourne nel 2020, quando gli organizzatori sono stati costretti ad annullare l’evento soltanto al venerdì mattina dopo che alcuni meccanici della McLaren erano risultati positivi al COVID-19, e l’altrettanto caotica gestione del GP del Belgio dello scorso anno, quando la gara è stata annullata dopo ore di attesa per impraticabilità della pista.

“I segnali delle difficoltà organizzative si sono visti nel 2020 in occasione del GP d’Australia e lo scorso anno in Belgio. In entrambe le occasioni c’è stata una apparente mancanza di organizzazione ed una inerzia temporanea sulle decisioni da prendere”.

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“Una maggiore chiarezza sui ruoli della FIA e della F1, e la necessità di una maggiore leadership dello sport saranno senza dubbio all'ordine del giorno per Mohammed Ben Sulayem e Stefano Domenicali. Le amministrazioni precedenti hanno perseguito uno stile di governance principalmente autocratico, quindi per indirizzare lo sport nella giusta direzione è stato necessario adottare un approccio che consentisse un maggior coinvolgimento delle squadre e delle parti interessate. Adesso il nostro sport è stato resettato con successo ed andando avanti c'è la necessità di tornare a una leadership più forte e ad una governance al vertice dello sport”.

Se l’inizio del comunicato di Brown non è stato tenero, ancora più duro è l’attacco ai vertici della Formula 1 nel prosieguo dello stesso. Il CEO della McLaren ha parlato di regole incoerenti e di team pronti a fare di tutto per sfruttarle a loro vantaggio ed a svantaggio dello sport.

"E' chiaro che alcune regole e la loro gestione, allo stato attuale, non siano accettabili. Nessuno è contento dell'incoerenza che vi è nel controllo dei regolamento, ma questa è stata abitualmente sfruttata dai team per un vantaggio competitivo”.

“Ho detto prima che i team hanno troppo potere. Questo deve essere ridotto. Abbiamo un ruolo significativo nella stesura dei regolamenti e nella governance della Formula 1 e questa influenza non è sempre guidata da ciò che è meglio per il nostro sport in generale".

"Le squadre dovrebbero essere consultate e le loro prospettive considerate maggiormente, in particolare sulle questioni strategiche a lungo termine, ma a volte è sembrato che lo sport sia governato solo da alcuni team. Non dimentichiamo che noi, i team, abbiamo contribuito alle incoerenze nel controllo dei regolamenti come chiunque altro”.

“Sono i team che hanno esercitato pressione per evitare di finire le gare sotto regime di Safety Car a tutti i costi. Sono i team che hanno votato per molti dei regolamenti di cui, poi, si sono lamentati. Sono i team che hanno usato la trasmissione dei messaggi radio al direttore di gara per cercare di influenzare le penalità e gli esiti dei gran premi, al punto che un team principal sovraeccitato ha giocato su questo per fare pressione sui commissari di gara. Questo non è stato edificante per la F1. A volte è parsa più una pantomima, piuttosto che la categoria di vertice del motorsport".

La Safety Car Lewis Hamilton, Mercedes W12, Lando Norris, McLaren MCL35M, Fernando Alonso, Alpine A521, il resto del gruppo

La Safety Car Lewis Hamilton, Mercedes W12, Lando Norris, McLaren MCL35M, Fernando Alonso, Alpine A521, il resto del gruppo

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

"Sono fiducioso di poter vedere maggiore leadership da parte della FIA e della F1, e che collettivamente, come custodi dello sport, ci potremo concentrare sull'evoluzione della F1 senza sottrarci alle responsabilità quando si tratterà di dover prendere decisioni difficili".

Il messaggio lanciato da Brown è chiaro. La stagione di Formula 1 che sta per iniziare non parte con un clima sereno e siamo certi che le parole pronunciate dal CEO della McLaren provocheranno immediate reazioni.

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