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Briatore: "Troppe regole uccidono la F.1: serve più spettacolo!"

Briatore ritiene che serva un solo uomo al comando: "Lo Strategy Group e la F.1 Commission non servono a niente". La Renault in ultima fila? "Ognuno ha ciò che si merita, ma se il cambiamento è Bob Bell allora capisco perché sono in fondo".

(L to R): Flavio Briatore with Christian Horner, Red Bull Racing Team Principal

Foto di: XPB Images

(L to R): Flavio Briatore, with Piero Ferrari, Ferrari Vice-President and Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director
Flavio Briatore
(Da sx a dx): Jean Todt, Presidente FIA con Flavio Briatore; Dr. Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci Csai; Bernie Ecclestone e Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, all'annuncio al circuito di Monza
Pasquale Lattuneddu della FOM con Bernie Ecclestone e Flavio Briatore
Max Verstappen, Red Bull Racing RB12
(L to R): Max Verstappen, Red Bull Racing with Dr Helmut Marko, Red Bull Motorsport Consultant
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 in parc ferme
(Da sx a dx): Fabio Basile, Campione olimpico di Judo a Rio 2016 con Giancarlo Minardi e Frank Chami
Jenson Button, McLaren MP4-31
Ron Dennis, McLaren Executive Chairman with the media
Claire Williams, Deputy Team Principal Williams
Pascal Wehrlein, Manor Racing MRT05
Monza, segnaletica
(L to R): Cyril Abiteboul, Renault Sport F1 Managing Director with Jerome Stoll, Renault Sport F1 Pr
Jolyon Palmer, Renault Sport F1 Team RS16
Bob Bell, Renault Sport F1 Team Chief Technical Officer
Remi Taffin, Renault Sport F1 Engine Technical Director with Nick Chester, Renault Sport F1 Team Cha
Jolyon Palmer, Renault Sport F1 Team RS16

Flavio Briatore da un paio di giorni è presenza fissa nel paddock di Monza. Incontra personaggi, stringe mani, rilascia interviste alle televisioni. Come se non fosse mai uscito dal Circus. Il manager piemontese staziona fra il motorhome di Bernie Ecclestone e le hospitality di Ferrari e Mercedes. Un quadrilatero dove passa tutto il mondo che conta.

“Dove sta andando la Formula 1? Io ancora non l’ho capito. Credo che si stiamo complicando la vita da sola. Bisogna tornare al concetto basico dei Gran Premi che devono essere delle gare e basta. Ci sono troppe regole, troppi divieti. La gente è disorientata: basta guardare qui a Monza quante persone ci sono fuori dal paddock ad aspettare i piloti. Una volta erano migliaia, ora sono qualche centinaio. Per il 2017 si cambiano di nuovo le norme tecniche: basta con le continue variazioni”.

E cosa bisognerebbe fare per modificare la situazione di oggi?
“Semplicemente far disputare delle gare, avere dei piloti che se la giocano con meno tecnologia e più show”.

Un talento come Max Verstappen va lasciato libero di manifestare il suo modo di guidare o va sanzionato?
“Verstappen è un bene per la Formula 1 che ha bisogno di star. Sono anni che non si affaccia un personaggio nuovo. È un pilota giovane che cerca il suo spazio e se lo sta conquistando. Del resto le gare dovrebbero avere regole semplici: chi è dietro cerca di passare chi sta davanti e chi è in testa non deve farsi superare. Tutto il resto è inutile: ora invece non si deve superare la linea bianca altrimenti si viene penalizzati. Se c’è un problema al motore non si può punire il pilota. Tutt’al più si tolgono dei punti al Costruttore. Che colpa ha avuto Hamilton che a Spa ha dovuto partire ultimo per la sostituzione delle power unit? Lewis fa il pilota e deve pensare a guidare…”.

A Spa andava in giro con la calcolatrice per contare tutte le penalità e le posizioni perse in griglia…
“Non ci capiscono niente gli addetti ai lavori, figuriamoci cosa può capire il pubblico a casa. La Formula 1 deve raccogliere i migliori piloti del mondo che si devono sfidare con monoposto molto simili. Diversamente alla gente non glie ne frega niente. Non è un caso che gli spettatori siano in calo e non c’è più interesse per i GP. Stamattina parlavo con il direttore dell’Hotel Principe di Savoia a Milano e mi diceva che le camere sono occupare al 60% nel weekend del Gran Premio. Una volta c’era la lista d’attesa. È possibile che qui non lo capiscano?”.

Messa così la questione, allora non ha alcun senso spingere per avere un GP d’Italia per altri tre anni spendendo cifre esorbitanti…
“A parte che a me risulta che per il GP d’Italia si sia chiuso a una cifra più che ragionevole, ma il punto non è questo. Uno può decidere di spendere dei soldi per avere una gara di Formula 1, ma poi deve poter avere i soldi per pubblicizzare il suo evento. Il fatto è che gli organizzatori si svenano per assicurarsi il GP e poi non hanno più risorse per promuoverlo. Vale a dire non fanno più quello che dovrebbe essere il loro lavoro. È un momento molto confuso e non si capisce dove la Formula 1 voglia andare…”.

Nel paddock c’è chi dice che si sia arrivati alla fine della gestione di Ecclestone: si parla di un quadrumvirato. Avrebbero senso quattro persone per sostituirne una?
“Se così fosse, sarebbe la fine della Formula 1”.

E allora tu cosa faresti?
“Basterebbe semplificare le regole. Voi non parlate di gare del Motorsport, ma di burocrazie, regole, penalizzazioni. Ma quando mai si sono viste nel tempo. Ci sono meeting ogni tre giorni, solo per decidere quando si devono vedere la volta dopo. Basti pensare a tutti quegli aerei privati che si spostano da Losanna per andare a Monza, a Firenze o Parigi. Un gran movimento per poi non decidere nemmeno la marca dell’acqua minerale che devono mettere sul tavolo quando si riuniscono”.

E qual è la soluzione allora?
“Ci vuole uno che comanda. Punto. Cosa sono tutti questi Strategy Group o le F1 Commission: cosa hanno prodotto finora? Niente. Anzi confusione. È impossibile mettere d’accordo venti anime”.

Beh, ma non hai risposto…
“Il regolamento deve essere bianco o nero: cosa si può fare oppure no in pista. Deve essere chiaro e non può essere interpretabile. I piloti devono conoscere i limiti e poi deve essere gara libera, con i sorpassi”.

Saresti disponibile a mettere ordine nella Formula 1?
“No, credo di aver già dato. Sia come Benetton, sia come Renault abbiamo fatto parecchio per la Formula 1. Per cui ora basta. Non siamo obbligati a restare nel giro per tutta la vita. Era stato molto divertente, ora non mi divertirei più”.

Ma quando sei entrato nel Circus avresti accettato di farlo con questa Formula 1?
“Certo, sarebbe stata una sfida e ti assicuro che venti anni fa l’avrei cambiata questa Formula 1. Del resto quando siamo arrivati nel paddock abbiamo cambiato molte cose, permettendo a sponsor importanti di avvicinarsi ai GP. Abbiamo portato lo spettacolo e il glamour”.

Il glamour?
“Guardati intorno: cosa c’è nel paddock di Monza? Al novanta per cento vedi uomini con un’età oltre i sessant’anni. E questo sarebbe il glamour? Ogni anno sono tutti più vecchi e rincoglioniti. Ora che la Formula 1 la vedo da fuori si nota molto di più, ma nessuno fa niente…”.

Che effetto ti fa vedere una Renault in ultima fila nel GP d’Italia?
“Ognuno ha quel che si merita. Nello sport è così…”.

Sei lapidario…
“La gente si è dimenticata che siamo stati campioni del mondo non troppi anni fa. E se si trovano in fondo alla griglia è perché non hanno programmato bene il rientro. Devo dire che lo sforzo dei motoristi si è visto perché la Red Bull sta facendo molto bene, ma a Enstone c’è ancora tanto da fare. Prendere un ingegnere è diventato molto complicato: c’è il gardening che lo blocca per mesi. Siamo riusciti solo ad aumentare il valore dei contratti dei tecnici. Ho visto che Bob Bell è tornato a Enstone: se quello è il cambiamento non mi stupisco di vedere una Renault in fondo alla griglia…”.

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