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Intervista

Bottas: "Ho vinto il primo GP e non sarà l'unico: voglio farlo ancora!"

Il pilota finlandese non ha voluto portarsi nessuno dalla Williams al seguito per integrarsi al meglio nel team Mercedes: "E' una squadra con la mentalità giusta per aver dominato gli ultimi tre anni. E la loro fame di vittoria non si è placata".

Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1

Foto di: Sutton Motorsport Images

Race winner Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Felipe Massa, Williams
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, Race winner Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Tony Ross, Race Engin
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, si conglatula con il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H, Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Vladimir Putin, Presidente della Russia e il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 F1 W08  nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari e il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Podio: il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, Mercedes AMG F1, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Il vincitore della gara Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
La Safety car precede Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08

La Formula 1, sotto certi aspetti, è un mondo chiuso in se stesso. Non c’è centimetro quadrato del paddock che possa avere garanzia di riservatezza, ma a volte ciò che accade al di fuori del Circus è decisamente ignorato.

Quando un pilota arriva al fatidico esordio nei GP viene considerato al chilometro “zero” della sua storia nel Motorsport. Se inizia bene, diventa un giovane da tenere d’occhio, se per qualche motivo i primi passi sono più difficili del previsto (anche per motivi tecnici) entra nel limbo dei trasparenti.

È accaduto anche a Valtteri Bottas. Quando lo scorso inverno è stato annunciato in Mercedes al posto del Campione del Mondo, Nico Rosberg, è sembrato il ruotino dopo una foratura in autostrada. Il tempo di raggiungere il primo gommista poi ecco che arriverà Alonso, Vettel, o un altro “big”.

Dopo quattro gare Bottas è a dieci punti da Hamilton nella classifica del Mondiale, ha all’attivo una pole position e una vittoria. Ma, soprattutto, ha convinto la Mercedes di essere un pilota su cui contare, e questo, in vista di un rinnovo di contratto, tutt’altro che scontato, è un passo importante per guardare ad un futuro ancora non scritto.

È arrivata la prima vittoria in Formula 1, pietra miliare in tutte le carriere. Cambierà qualcosa dopo questo successo?
“Vincere il primo Gran Premio è qualcosa di speciale. Credi sempre in te stesso, perché se così non fosse dovresti rimanere a casa. Ma ottenere la conferma, concretizzare il risultato in cui speravi dà fiducia, anche se ho sempre avuto fiducia nelle mie capacità".

"Ci sono voluti 80 Gran Premi per centrare l’obiettivo, ma ne è valsa la pena. Ed ora che sono riuscito a vincere in Formula 1, voglio solo rifarlo, ancora e ancora. Ma so che non sarà semplice, almeno nella prima metà di campionato sappiamo che ce la giocheremo sempre almeno in quattro piloti”.

Come si vive all’interno di un top-team rispetto ad una squadra di seconda fascia?
“E’ sicuramente diverso. C’è una mentalità differente, credo derivante anche da ciò che la squadra ha fatto nel corso degli anni. Questo team sa come si vince, e l’aver fatto il pieno di successi nelle ultime tre stagioni non ha attenuato la fame di vittoria che vedo in tutti i componenti. Quando la giornata non è delle migliori leggi la delusione sui volti di tutti i tecnici, e viceversa quando fai bene si respira aria di soddisfazione”.

“In un team di seconda fascia è difficile riscontrare questa mentalità, perché gli obiettivi sono differenti. Se si ottiene un quarto o un terzo posto è come una vittoria, perché il traguardo realistico è quello. Ovviamente parliamo di contesti in cui le risorse a disposizione sono differenti, il che si traduce in un diverso numero di persone coinvolte”.

“Quando il budget non è quello di un top-team bisogna decidere dove è prioritario investire le risorse, mentre in una squadra di vertice è possibile dedicare risorse su più fronti contemporaneamente. Questo di traduce in uno sviluppo della monoposto più veloce, con una continuità maggiore che aiuta a far funzionare meglio le cose”.

In Formula 1 c’è sempre pressione, ma quando si lotta per la vittoria l’impressione è che sia maggiore. Confermi?
“Onestamente non sento differenze rispetto alle stagioni precedenti. Il merito va anche alla Mercedes che mi ha accolto al meglio, supportandomi durante il periodo di apprendistato senza mai farmi sentire solo. Mi sono integrato bene, so che abbiamo davanti una lunga stagione di gare, e sono certo che il mio rendimento crescerà progressivamente. La squadra è soddisfatta della mia performance, non ho, e non ho avuto, nessun tipo di pressione particolare, anzi, mi sto godendo il momento”.

Hai dovuto cambiare il tuo sistema di lavoro per integrarti nel team?
“Sì, ma credo sia naturale quando cambi contesto poiché tutte le persone lavorano in un modo differente. Ogni ingegnere ha una sua personalità ed una sua formazione, così come anche il team ha un suo modo di procedere. L’approccio alle riunioni, alle metodologie di lavoro, alle terminologie, sono diverse da team a team, e serve un periodo per adattarsi”.

“Il motivo per cui non ho voluto che nessuna delle persone con cui ho lavorato in Williams mi seguisse in questa nuova avventura è proprio legato a quest’aspetto: devo essere io ad integrarmi in Mercedes, non devo adattare il contesto alle mie esigenze. Ci sono persone molto esperte in questa squadra, che hanno già dimostrato di avere delle metodologie vincenti”.

Hai deciso sin dall’inizio che non avresti portato alcun tuo ex-ingegnere con te o ti è stato suggerito dalla Mercedes?
“E’ stata una mia decisione. Mi hanno informato che avrei lavorato con Tony e Marcus, che erano gli ex ingegneri di Nico, ed ho subito pensato che per me sarebbe stata una soluzione perfetta. Ho molto da imparare da loro, e mi hanno guidato nel familiarizzare con il sistema di lavoro del team”.

Raccontaci del momento in cui ti è stato comunicato che saresti stato pilota Mercedes…
“Ero a casa, mi hanno informato per telefono. Ma non mi sono esaltato, perché so che in Formula 1 fino a quando non hai firmato tutto può succedere. Ovviamente è stata una telefonata speciale, me la ricordo bene, ma un po’ anche per scaramanzia non ho voluto dare tutto per certo fino al giorno della firma del contratto”.

Come è cambiata la tua vita da quando sei pilota Mercedes?
“Vita? Meno di quello che si può pensare. Sono stato più occupato, ho avuto meno tempo per me, ma credo che sia normale quando si è in una squadra che lotta per vincere. Sono contentissimo di quello che sto facendo, ho dedicato una grande parte della mia vita per questo, ma riassumendo, credo che sia cambiato molto poco nel mio vivere il quotidiano”.

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