Bearman: “Senza il debutto a Jeddah con Ferrari non sarei in F1”
Dal 2025, Oliver Bearman farà parte della griglia di 20 piloti che disputeranno la stagione di F1 avendo firmato con la Haas. Ripercorrendo il suo percorso verso la massima serie, dato anche l'anno difficile in F2, il britannico crede che la buona performance nel debutto improvviso in F1 in Arabia Saudita con Ferrari abbia giocato un ruolo chiave.
L’annuncio di Oliver Bearman in Haas per il prossimo campionato aggiunge, quantomeno ufficialmente, un altro pezzo alla griglia 2025. Soprattutto dopo l’addio di Nico Hulkenberg in direzione Sauber-Audi, il possibile arrivo del britannico in Haas sembrava una possibilità concreta, anche grazie al supporto della Ferrari Driver Academy, che ne ha guidato il percorso nelle categorie propedeutiche da diversi anni.
La comunicazione ufficiale è arrivata nel weekend di casa per Bearman, davanti ai suoi tifosi, dove tra l’altro nel corso di questo fine settimana disputerà anche la sua terza sessione di prove libere al volante della VF-24, in un programma che prevede in totale sei uscite durante la stagione.
Il britannico si dividerà quindi tra l’appuntamento di Formula 2 e la sessione di libere di Formula 1, il che rappresenterà non solo l’opportunità di acquisire chilometraggio a bordo di una monoposto della serie regina del motorsport a ruote scoperte, ma anche di prepararsi al meglio per la prossima settimana. Nei prossimi giorni, infatti, Haas sarà impegnata in una sessione di prove private con il fine di aiutare Pirelli nello sviluppo delle coperture 2025: tra i piloti che scenderanno in pista ci sarà anche proprio Bearman.
Ayao Komatsu, Team Principal Haas F1 Team, Oliver Bearman
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Secondo il pilota inglese, è stato proprio questo legame con la F1 l’aspetto chiave per il suo arrivo nella massima serie il prossimo anno. Più nello specifico, è stata proprio quella gara in Arabia Saudita con la Ferrari, in cui sostituì all’ultimo l’infortunato Carlos Sainz, a metterlo sui giusti binari per guadagnarsi il sedile della Haas nel 2025, dato che è consapevole che la sua stagione di Formula 2 per ora è stata ben poco esaltante.
“Credo di aver fatto bene sin dall’inizio del programma di prove libere e, onestamente, ogni volta che ho guidato con la Haas, perché ho partecipato anche al test post-stagionale ad Abu Dhabi, penso di essere riuscito a trasmettere una buona impressione di me. Ho fatto delle prestazioni di cui sono orgoglioso, il che era importante per me. Sapevo che, se avessi continuato a farlo, avrei fatto abbastanza per ottenere un sedile. E sono felice che questo sia finalmente realtà”, ha commentato Bearman in quella che è stata la sua prima intervista da pilota ufficiale Haas.
“Sento che quanto fatto con una vettura di F1 ha avuto un peso notevole. Naturalmente, la gara in Arabia Saudita, prima di tutto, ma anche le mie tre sessioni di libere e i test. Per me questi elementi hanno avuto un peso maggiore e credo che anche per le persone che contano abbia avuto un peso importante. Ma sì, non si può nascondere che la mia stagione in F2 continui a essere un po' difficile. E questo lascia sempre un punto interrogativo in fondo alla mente”.
L’ultimo anno e mezzo in F2 ha infatti riservato sia luci che ombre. Nell’anno del debutto nella categoria cadetta, il britannico è riuscito a centrare diversi buoni risultati, incluse quattro vittorie, ma non sono mancati anche fine settimana sottotono. Non è un caso che lo stesso Bearman, al termine della sua prima stagione in F2, avesse suggerito come il target per il 2024 sarebbe stato quello di trovare costanza nei risultati e nelle performance, rimuovendo anche quegli errori che hanno pesato sul suo 2023.
Oliver Bearman, Haas VF-24
Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images
Tuttavia, la nuova stagione non è andata esattamente come sperato per diversi fattori, tra errori, tante sfortune e una Prema discontinua, al di là della pole a Jeddah e della vittoria nella sprint austriaca. Per questo, secondo l’inglese, il debutto improvviso in Formula 1 con Ferrari in Arabia Saudita ha giocato un ruolo così importante nella sua carriera.
“Credo che la prestazione in Arabia Saudita sia stata il momento in cui le stelle si sono allineate e che ha reso possibile il mio passaggio in F1, perché credo che senza di essa sarebbe stato davvero difficile, soprattutto per come stanno andando le cose in questo momento in F2. Questo mi ha aiutato molto, mi ha dato anche fiducia in me stesso, perché non si può mai sapere come andrà finché non si gareggia contro veri piloti di F1. È stata la mia occasione e credo di aver fatto un buon lavoro”.
“Penso che quanto fatto vedere a Jeddah abbia dimostrato di cosa sono capace e che i debuttanti non sono poi così lontani dai piloti che hanno più esperienza. Credo di aver fatto un’ottima figura. Inoltre, considerando come sta andando la stagione di Formula 2, è difficile ignorarlo. Ma sentivo comunque di poter fare un buon lavoro nelle libere, sono felice perché credo sia uno dei motivi principali per cui ora sono qui [in F1]”.
Bearman ha saputo che avrebbe guidato per la Haas solo domenica scorsa, durante il fine settimana del GP d’Austria, in cui hai ottenuto la sua prima vittoria stagionale nella gara sprint del sabato. Senza dubbio, aver firmato il contratto ha rappresentato un sospiro di sollievo perché, pur essendo conscio di essere in pole per il sedile, il mercato è sempre in rapido movimento.
Oliver Bearman, Ferrari SF-24
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
"In F1, finché non si mette una firma su un pezzo di carta, non è ufficiale. Sapevo che ci stavamo lavorando e che andavamo in quella direzione da un po' di tempo. Ma non si può mai festeggiare troppo presto, perché la F1 è un mondo in rapida evoluzione e il tuo valore è quello dell’ultima gara a cui hai partecipato. Quindi mi sono sentito sollevato quando alla fine è arrivata la firma, sento che tutti i sacrifici fatti sono stati ripagati”.
Come da tradizione dal 2014, ogni pilota deve scegliere un numero personale da tenere durante la carriera. Nel caso di Bearman, la scelta è ricaduta sull'87, un numero che trova un legame con la propria famiglia. "Userò l'87. Non ho potuto scegliere il mio numero a Jeddah. E prima di tutto, anche se l'avessi fatto, era l'ultima delle mie preoccupazioni! L'87 è il numero con cui ho corso fin dall'inizio ed è il numero con cui ha corso mio padre, perché io sono nato l'8 maggio e mio fratello il 7 agosto. Quindi, l'87 è il numero preferito e continuerà ad esserlo".
Chiaramente, il focus ora è sul finire la stagione di F2 e prepararsi al meglio, sia sul piano mentale e fisico per l'anno del debutto in F1 con Haas. Tuttavia, per il futuro i sogni sono già chiari, magari con quel Rosso che ha già vestito per un weekend in Arabia Saudita.
“Voglio essere un pilota di successo in F1. Voglio vincere gare e campionati e con il sostegno e la lealtà che la Ferrari mi ha dimostrato, è giusto che io voglia farlo con la Ferrari, è il sogno di ogni ragazzo. Il fatto di debuttare con loro, ovviamente, ha rafforzato questo sogno, ma allo stesso tempo guardo anche al futuro a breve e medio termine. A breve termine finisco la Formula 2 e guardo al prossimo anno con la Haas e sono davvero entusiasta”.
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