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Aston Martin: il cambio respira poco e la AMR21 è in affanno

Aston Martin si è presentata ai test di Sakhir come una delle certezze della F1 2021 dopo un 2020 splendido. Invece, la AMR21, è andata incontro a diversi problemi che hanno reso il team di Silverstone una grande incognita. Andiamo ad analizzare tutto quello che è accaduto in Bahrain, prima dell'avvio del Mondiale.

Lance Stroll, Aston Martin AMR21

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Di brillante, nei test pre-stagionali 2021 di Formula 1 svolti da Aston Martin Racing a Sakhir, in Bahrain, c'è stata solo la nuova livrea, che trancia di netto il recente passato firmato Force India - Racing Point e apre un nuovo, ambizioso capitolo per il team che ha base a Silverstone, e che a Silverstone dovrà lavorare tanto per cercare di porre rimedio a una tre giorni inaspettata dal punto di vista dell'affidabilità.

L'entusiasmo, nella prima giornata di test, in casa Aston Martin era palpabile. Un nome prestigioso da riportare in alto nel Motorsport, un 4 volte campione del mondo come Sebastian Vettel che ha spostato in pieno il progetto, un giovane in crescita come Lance Stroll, e poi lei, la AMR21, monoposto derivante dal mix tecnologico della RP20-W10 e la W11, che l'anno scorso ha permesso a Mercedes di portare a casa gli altri titoli.

Memore del 2020 da sogno, iniziato forte sin dai test svolti tra febbraio e marzo dello scorso anno al Circuit de Catalunya-Barcelona del Montmelo, il box Aston Martin ha iniziato i test di questa stagione con la consapevolezza di avere tra le mani una monoposto forte. La sensazione, va detto, è rimasta tale ed è stata percepita ben oltre il box del team di Silverstone. Ma sono sorti problemi inaspettati alla vigilia di un Mondiale che, almeno sulla carta, partirà con Mercedes e Aston Martin descritte come certezze.

I test Aston Martin in numeri

 

I numeri dicono tanto, ma non tutto. Questi, per essere supporto di un'analisi che vuole essere quanto più vicina alla realtà dei fatti, vanno interpretati e contestualizzati per non cadere nel banale, non scadere in errori di superficialità che poco avrebbero a che vedere con una Formula 1 in cui i dati sono merce preziosa per capire il comportamento di una monoposto, ma anche le caratteristiche di guida dei piloti.

Dal 2014 a oggi gran parte dei team motorizzati Mercedes hanno avuto modo di compiere tanti giri nel corso delle sessioni di test pre-stagionali, grazie a una solidità del gruppo power unit-trasmissione non solo gioiello di progettazione e innovazione, ma anche carro armato per affidabilità, con eccezioni che hanno sfiorato lo zero.

Come potete vedere dal grafico sottostante, nella tre giorni di test di Sakhir Mercedes è stato il costruttore di power unit che ha compiuto il maggior numero di giri e chilometri. Così come gli anni passati. Ma, questa volta, ci sono diversi "ma".

Team Chilometri percorsi   Motore Chilometri percorsi
AlphaTauri 2284 Il circuito di Sakhir è lungo 5,412 km Mercedes 7133
Alfa Romeo 2284 Ferrari 6603
Ferrari 2186 Honda 4281
Alpine 2143 Renault 2143
Haas 2132    
Williams 2019    
Red Bull 1997    
McLaren 1770    
Aston Martin
1699    
Mercedes 1645    

Per prima cosa quest'anno Mercedes dispone di un team clienti in più, la McLaren, che ha accumulato 1770 chilometri complessivi. Ecco perché il computo di chilometri totali svolti dalle power unit tedesche è ancora la migliore. Senza quel dato, considerando solo i team motorizzati dalla Stella a tre punte nel 2020, Mercedes avrebbe totalizzato 5.363 chilometri, attestandosi al secondo posto dietro ai propulsori Ferrari e di poco davanti agli Honda, che però equipaggiano appena 2 team.

Il secondo dato che balza all'occhio è il numero di chilometri effettuati da Aston Martin nei tre giorni di test: appena 1.699. Questo dato pone il team di Silverstone in penultima posizione, davanti alla sola Mercedes, che - e questa è una notizia - non è andata oltre i 1.645 chilometri. Dalla tabella sottostante è facile capire come i 314 giri complessivi svolti da Sebastian Vettel e Lance Stroll abbiano portato Aston Martin a fare "appena" 5,51 gran premi a livello di distanza chilometrica.

Team Day 1 Day 2 Day 3 Totale

GP percorsi

(57 giri per GP)

AlphaTauri 111 144 167 422 7,40
Alfa Romeo 131 125 166 422 7,40
Ferrari 116 129 159 404 7,09
Alpine 129 128 139 396 6,95
Haas 85 164 145 394 6,91
Williams 83 132 158 373 6,54
Red Bull 139 117 113 369 6,47
McLaren 91 104 132 327 5,74
Aston Martin
97 81 136 314 5,51
Mercedes 48 116 140 304 5,33

Parlano da soli anche i dati legati ai giri secchi compiuti dai due piloti Aston Martin. Lance Stroll non è andato oltre il 12esimo crono grazie all'1'30"460 firmato nel secondo giorno con una mescola di gomme C4, le Soft. Vettel ha addirittura rinunciato a provare il giro da qualifica. Non è un caso che il tedesco sia al penultimo posto della graduatoria complessiva dei cronologici, con il miglior riferimento ottenuto il primo giorno in 1'33"742 con gomme a mescola Medium, le C3.

AMR21: quando il caldo "interrompe" la trasmissione

Aston Martin, come detto, si è presentata ai test 2021 di Formula 1 con una monoposto, la AMR21, molto interessante e votata alle novità, per quanto consentito dal regolamento restrittivo in vigore in questa stagione. Sin dal primo giorno il team ha montato sulla propria monoposto un nuovo fondo, piuttosto innovativo, di chiara ispirazione Mercedes.

 

La novità non era stata montata il giorno della presentazione della monoposto facendo pretattica per tenere nascosta una delle principali novità pensate per questo avvio di stagione. Il nuovo fondo, usato nei test di Sakhir, propone cinque deviatori di flusso arcuati verso l’esterno (ciascuno di grandezza e forma diversa: più grandi davanti e più piccoli dietro) laddove il fondo ondulato torna a essere rettilineo a metà macchina (freccia blu).

La soluzione, a dir poco simile al fondo fatto esordire da Mercedes sulla W12 E Performance di Hamilton e Bottas, ha suscitato più di un dubbio legato a un eventuale interscambio di informazioni tra Brackley e Silverstone. Il fondo in questione è stato oggetto di numerose comparazioni fatte sia da Vettel che da Stroll, per capire quale fosse il reale ed eventuale vantaggio della nuova soluzione rispetto a quella convenzionale.

Ma se la novità ha dato qualche problema a livello di messa a punto, la AMR21 ha denotato lo stesso guaio che ha fermato la Mercedes W12 E Performance nella prima giornata di test: un guasto al cambio. Il problema, per Aston Martin, è sorto nella seconda giornata, costringendo Sebastian Vettel a perdere gran parte del turno a sua disposizione.

La Aston Martin AMR21 ha il cambio 2020 realizzato da Mercedes, quello della W11, per essere più chiari. L'estremizzazione e la rastremazione furibonda realizzata da Mercedes e Aston Martin nel retrotreno - dunque coinvolgendo anche la zona del cambio - per migliorare l'aerodinamica hanno fatto sì che i flussi d'aria in quella zona della monoposto siano decisamente minori rispetto al recente passato.

Alla trasmissione... Manca l'aria. E questo problema sembra aver afflitto sia la W12 nella prima giornata, che la AMR21 nella seconda. Le temperature più alte che si generano nel retrotreno, dunque anche quella dell'olio del cambio. Questo, proprio a causa delle elevate temperature, si sarebbe rotto in due occasioni distinte, ma a distanza di 24 ore.

Soluzioni vincolate dai cambi omologati

 

Al via del Mondiale, lo sappiamo, mancano meno di 2 settimane. Un tempo molto ristretto in cui, per altro, i team non avranno modo di fare grosse modifiche alle monoposto. Prima di tutto perché i cambi sono già stati omologati, e questo rende la soluzione meccanica impossibile da effettuare.

Aston Martin, dunque, dovrà cercare di intervenire a livello aerodinamico, studiando un modo per raffreddare in maniera sufficiente l'olio del cambio e farlo funzionare a dovere. Nei tre giorni di test, in mancanza di tempo per apportare i correttivi opportuni, sia Aston che Mercedes hanno dovuto rallentare il tempo di cambiata e usare mappature poco spinte delle power unit per evitare che la trasmissione cedesse nuovamente.

Nei fine settimana di gara, invece, Aston Martin non potrà certo permettersi di utilizzare gli stessi stratagemmi adottati nei test per fare chilometri. Dunque, a Silverstone, dovranno trovare una soluzione in tempi brevissimi per apporre una pezza su una falla considerevole. E inattesa.

Vettel-AMR21: poco il tempo per capirsi

 

Per Sebastian Vettel l'avventura in Aston Martin deve rappresentare un punto di ripartenza di una carriera plafonatasi al termine del 2018, ultimo anno in cui è stato realmente in lotta per il titolo iridato, prima di essere sovrastato dal rampante Charles Leclerc poco dopo l'arrivo di quest'ultimo in Ferrari.

Sfortunatamente per il tedesco, negli ultimi 2 anni le sessioni di test invernali si sono drammaticamente ridotte anche a causa del COVID-19. Questo ha portato il Circus a effettuare appena 3 giorni di test da suddividere tra i 2 piloti titolari di ogni team, dunque una giornata e mezzo a disposizione per entrambi al volante delle nuove monoposto.

Vettel ha visto sfumare parte del suo già esiguo tempo a disposizione dal guasto alla trasmissione verificatosi sabato mattina. Un inconveniente non da poco. Nelle sessioni avute a disposizione per prendere confidenza con la AMR21, Seb ha inanellato 51 giri venerdì, 10 sabato a causa del guasto alla trasmissione e 56 domenica, per un totale di 117 giri in tre giorni. Questo significa 87 giri in meno del compagno di squadra Lance Stroll.

Vettel, infatti, è stato frenato anche nell'ultimo giorno di test a causa di un problema verificatosi alla sovralimentazione della power unit Mercedes, dunque al turbo, che ha costretto il team a tenere ferma ai box la AMR21 per diverse decine di minuti prima di permettere a Vettel di riguadagnare la pista e concludere la sua sessione.

Vettel: mancano 100 giri, ma non manca la calma

 

Al termine del test di Sakhir, Sebastian Vettel ha parlato con molta franchezza di quanto fatto da lui e dal suo team. I problemi di affidabilità sono stati evidenti e lui è stato il primo a non nascondere il proprio disappunto.

“Ovviamente il nostro programma per questi tre giorni era di percorrere molti più giri. Non tutto è andato secondo i piani. A che punto siamo? Credo che lo scopriremo tra due settimane”.

“Per me è stato molto utile percorrere molti giri domenica mattina. La pista era in condizioni migliori ed in questa fase ogni giro è importante per capire la macchina, comprendere come deve essere guidata e per capire la differenza tra il mio passato ed il mio futuro”.

“Abbiamo avuto una sessione di test con qualche intoppo, ma sono sicuro che se riusciremo a risolvere i piccoli problemi che abbiamo avuto potremo presentarci in una forma migliore tra due settimane”.

“Abbiamo percorso 100 giri in meno del previsto. Mi sarebbe piaciuto percorrere più chilometri. Abbiamo molti set di gomme che non abbiamo usato perché non siamo riusciti a girare, ma il tempo che ho trascorso in pista l’ho passato cercando di apprendere più cose possibili”.

La AMR21, come detto anche da Lance Stroll, è promettente. Ma i problemi sono a oggi una spada di Damocle che solo le prime gare potranno svelare se questa diverrà effettivamente un'arma da cui mettersi al riparo, o solo un brivido relegato ai test e nulla più. Vettel, però, ha messo le mani avanti, affermando che le prime 2 gare delle 23 in programma saranno come altri test per capire e preparare meglio la vettura.

“Penso che ci sia ancora molto che possiamo migliorare. Dobbiamo imparare molto sulla macchina, ma ci troviamo tutti nella stessa posizione. Per noi le prime due gare saranno di apprendimento, un punto di partenza”.

Insomma, se son rose, fioriranno. Il timore, è che queste lo facciano a primavera già inoltrata, quando team come McLaren e AlphaTauri, apparsi già in gran forma a Sakhir, potrebbero aver staccato Aston Martin con un gap difficilmente colmabile in una stagione dove i gettoni di sviluppo per migliorare le monoposto saranno pochi e contingentati.

 

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