Aston Martin AMR21: così uguale, ma così (tanto) diversa
Il marchio britannico torna in F1 con una vettura, la AMR21, che a prima vista sembra molto la Mercedes W11 nella parte anteriore e la W12 nel retrotreno. In realtà approfondendo l'analisi emerge quanto siano diverse certe soluzioni non solo di natura aerodinamica. Vettel e Stroll possono ambire a posizioni di riguardo con una monoposto che ha tutte le carte in regola per candidarsi al terzo posto nel mondiale Costruttori.

L’Aston Martin AMR21 oltre a essere bellissima nella sua veste cromatica verde (non stona nemmeno quel filo rosa in ossequio allo sponsor BWT), sta mettendo in agitazione il paddock. È una monoposto che ha adottato diverse soluzioni della Mercedes W11 campione del mondo, ma può anche contare su un retrotreno che si avvicina parecchio alle scelte aerodinamiche della W12 presentata ieri a Brackley.
Come è possibile? Disponendo della stessa power unit M12 che ha permesso un packaging degli accessori del motore più estremo, la vettura di Sebastian Vettel e Lance Stroll rappresenta un grosso salto avanti rispetto alla Racing Point RP20 dello scorso anno che, comunque, aveva già vinto un GP in Bahrain con Sergio Perez.
Va detto subito che la AMR21 ha introdotto tutto quello che il regolamento FIA le consentiva per aggiornare la vettura 2020 alla W11, ma in materia aerodinamica si sono osservati degli sviluppi che sono andati oltre, in una direzione propria.
Se il colpo d’occhio fa dire che l’Aston Martin non è altro se non la Mercedes verde, analizzando con più cura i dettagli emergono tante differenze che rendono piuttosto macroscopico l’orientamento autonomo del team di Silverstone.
I tecnici di Andy Green hanno spiegato di aver giocato i gettoni nell’introduzione di un nuovo telaio che sposa alla perfezione la power unit di Brixworth, dal momento che la scatola del cambio e la sospensione posteriore l’hanno potuta “copiare” gratis dalla Mercedes.
La squadra di papà Stroll l’anno scorso si è dovuta accontentare del quarto posto nel mondiale Costruttori, ma è facile pensare che l’ambizione del team sia di puntare al podio, magari rivaleggiando con la Ferrari se la Scuderia saprà davvero tornare in lizza per essere la terza forza. Non ci dovremmo stupire se in certe occasioni dovessimo vedere quattro “Mercedes” una in fila a quell’altra.

Aston Martin AMR21: il muso è Mercedes
Photo by: Aston Martin Racing
Nell’anteriore il muso con il naso ogivale non è cambiato, così come il cape rappresenta una linea di continuità con quanto visto sulle frecce nere. Diverso è il discorso dell’ala anteriore che mostra un ultimo flap con il bordo d’uscita molto svergolato che ricorda soluzioni usate da AlphaTauri e Ferrari e comunque tendenti a una filosofia out wash, mentre la paratia laterale è di fedele ispirazione Mercedes.

Aston Martin AMR21 dettaglio della presa dei freni anteriore e della sospensione
Photo by: Aston Martin Racing
Lo stesso si può dire per la presa d’aria dei freni che ha mantenuto la tradizionale forma triangolare, mentre sulla W12 è stata rovesciata. La sospensione anteriore è la stessa dello scorso anno, così come le due “orecchie” ai lati dello sfiato dell’S-duct.

Aston Martin AMR21: ecco l'interessante barge board che si lega al deviatore di flusso inedito
Photo by: Aston Martin Racing
Lo scenario cambia quando si arriva alle barge board e ai deviatori di flusso. Si osserva un doppio boomerang (uno sotto all’altro) che si collega all’elemento più avanzato del candelabro. È stretto e corto perché sostiene la saracinesca composta da cinque flap che sono orientati ciascuno in modo diverso e che si collegano al deviatore di flusso ai lati della bocca dei radiatori e che presenta due inediti soffiaggi dai quali sporgono due flap che sporgono verso la tapparella.

Aston Martin AMR21
Photo by: Aston Martin Racing
Il deviatore verticale non arriva in alto a formare il ponte essendo sostenuto dal prolungamento a forma d’ala del cono anti intrusione superiore. E non tocca nemmeno il fondo (c’è solo un supportino in metallo) perché più sotto si possono vedere ben due generatori di vortice svasati che sovrastano i soffiaggi che sono comparsi sul bordo d’uscita del pavimento e si protendono verso il posteriore per tutta la lunghezza nella quale il fondo crea un bordo rialzato.

Aston Martin AMR21 dettagli della zona a Coca Cola
Photo by: Aston Martin Racing
A metà ci sono altri tre piccoli generatori di vortice, mentre davanti alla ruota posteriore, in prossimità del fondo tagliato per le nuove regole aerodinamiche si osservano ben sei deviatori di flusso con forme, grandezze ed inclinazioni diverse.
Nella parte più interna sono comparse due bavette verticali, mentre non è sfuggito che le brake duct posteriori non erano visibili nelle foto diffuse dal lancio.

Aston Martin AMR21 dettaglio delle bocche delle pance tondeggianti
Photo by: Aston Martin Racing
È indubbio il fatto che le bocche delle pance non siano più di forma Mercedes: la AMR21 ha prese molto tondeggianti, che lasciano intendere una diversa sistemazione dei pacchi radianti e che favoriscono una fiancata molto corta nella parte superiore e che scende verso il fondo per attivare l’effetto Coanda: vale a dire il tentativo di far riattaccare il flusso sul marciapiede, per ritrovare una parte del carico perduto per il taglio del fondo.

Aston Martin AMR21
Photo by: Aston Martin Racing
La parte esterna delle pance riprende quanto la Racing Point aveva introdotto dal GP della Toscana al Mugello, come se il team di Silverstone avesse lavorato per sviluppare una soluzione che poi è stata adottata anche dalla freccia nera, dando il segno che la “collaborazione” non sarebbe mono-direzionale ma potrebbe dare vantaggi a tutti.

Aston Martin AMR21 dettaglio dell'abitacolo e dell'Halo con due soffiaggi
Photo by: Aston Martin Racing
L’Aston Martin ha uno sfogo di aria calda sotto all’attacco dell’Halo al telaio, che, invece, sulla W12 non si è visto. Ma dietro alla testa del pilota le divaricazioni nelle scelte diventano sempre più evidenti. Sulla Mercedes avevamo osservato che la carrozzeria aveva un andamento a salire con uno sfogo del calore in coda che era alto e stretto rispetto al triangolo superiore della sospensione posteriore.

Aston Martin AMR21 dettagli dello sfogo d'aria delle pance in coda
Photo by: Aston Martin Racing
La verdona, invece, mantiene una linea di cintura più bassa, liberando un’area che ha permesso agli aerodinamici di Andy Green di avvolgere la meccanica come se fosse una seconda pelle. L’airbox è di matrice Brixworth (tutti i team clienti hanno adottato una soluzione quasi identica per far respirare il 6 cilindri turbo in modo ottimale), ma il cofano è più filante, sebbene in prossimità dello sponsor crypto si noti una grande protuberanza (molto più sporgente di quella sulla W12).

Aston Martin AMR21 dettaglio dell'airbox e del cofano motore
Photo by: Aston Martin Racing
Non manca una grande pinna dorsale (leggermente più bassa di quella della freccia nera) e non si è vista la T-wing. Della sospensione posteriore ereditata dalla W11 abbiamo detto: la testimonianza è data dal braccio di convergenza che per ragioni aerodinamiche va a infulcrarsi alla struttura deformabile piuttosto che alla scatola del cambio.

Aston Martin AMR21 dettaglio dell'ala posteriore
Photo by: Aston Martin Racing
L’ala posteriore poggia su due piloni a forma di collo di cigno. Un aspetto interessante lo si rileva nella parte alta della paratia laterale: c’è un piccolo incavo perché è stato inserito un deviatore di flusso arcuato più grande dei soliti strakes.
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