Arrivabene: "Lottiamo contro la Mercedes, non siamo una squadra allo sbando"
Il team principal Ferrari ha voluto spiegare che non ci sono spaccature nella squadra: "Dovremmo sorridere di più, per non alimentare voci infondate". Riguardo all'addio a Kimi: "Certo era meglio comunicarlo durante la pausa estiva, ma non eravamo pronti se non a Monza".
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Mark Sutton / Motorsport Images
Il Mondiale di Formula 1 è entrato nella fase in cui le linee guida del 2018 iniziano a fondersi con quelle che daranno forma alla prossima stagione. C’è un presente che assorbe molte energie, ma anche un futuro sempre più vicino che richiede progressivamente sempre più attenzioni.
In questa fase delicata la Ferrari ha dovuto incassare un Mondiale diventato una salita ripidissima, quasi da ‘Mission impossible’ tra qualche errore e una Mercedes che ha confermato passi avanti. Un contesto che potrebbe favorire la nascita di qualche crepa nella struttura di Maranello, situazioni a cui Maurizio Arrivabene ha voluto rispondere parlando con Motorsport.com.
Dopo le qualifiche di Suzuka si sono diffuse voci di dissidi interni alla squadra. Come commenta queste indiscrezioni?
“Io ho avuto l’impressione che alcune persone non aspettassero altro. Da quando sono in Ferrari, nel ruolo di team principal, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a farlo. E dopo tre anni e mezzo ci può anche stare che un giorno i cavalli scappino dalla stalla… come probabilmente è successo a Suzuka. Questo ha dato adito, a chi non aspettava altro, di creare una polemica sul nulla”.
Nessuna discussione interna?
“Ribadisco che a me le discussioni non dispiacciono, sono i silenzi che mi preoccupano. Detto questo, è evidente che in dietro certe voci c’è anche l’interesse da parte di qualcuno di creare confusione e casino all’interno della nostra squadra. Quando sei leader del Mondiale basta un mezzo sorriso per trasmettere la sensazione di un gruppo con grande armonia, ma se scivoli in seconda posizione è normale che si sorrida meno".
"Forse dovremmo imparare a sorridere di più, se questo serve a non alimentare voci infondate. Siamo una squadra di professionisti che sta ancora lottando contro una grande team come la Mercedes, e non è qualcosa che si riesce a fare con una squadra allo sbando".
"Nelle ultime tre gare abbiamo avuto un calo di forma, lo sappiamo, ma abbiamo analizzato la situazione e speriamo di aver risolto i problemi, la prova la avremo qui ad Austin. Poi non dobbiamo scordare che il nostro calo di forma è coinciso con la crescita della Mercedes, e le due cose insieme hanno determinato quanto abbiamo visto nelle ultime gare”.
Dalla fine dell’estate nel paddock ci sono anche state indiscrezioni sul suo addio alla squadra, già pianificato quando al timone c’era il presidente Marchionne.
“Anche su questo fronte ci sono state molte speculazioni. Sono sempre stato a conoscenza dei piani del Dottor Marchionne, ed essendo stato sempre al corrente, non nascondo che sorrido davanti a certe speculazioni che prendono forma per mancanza di informazioni, storie che alla fine lasciano il tempo che trovano. Non posso aggiungere altro, considerando il mio ruolo in azienda, ma confermo che mi viene un sorriso quando leggo certe storie”.
Si è parlato molto degli errori che Sebastian Vettel ha commesso nel corso di questa stagione. Crede che abbia delle responsabilità importanti considerando la situazione nella classifica di campionato, o la reputa una situazione da mettere in conto nell’ambito di una stagione di 21 gare?
“Ricordo le rimonte che ha fatto Sebastian in alcuni Mondiali con la Red Bull. In due occasioni, a sei gare dalla fine, era sotto di molti punti, ma grazie al suo talento, ed anche ad una monoposto molto competitiva, ha saputo rimontare e centrare l’obiettivo".
"Con la competitività che abbiamo visto negli ultimi anni, per essere in grado di vincere un Mondiale è indispensabile avere a disposizione una monoposto eccellente, come ricordo essere state le Ferrari del 2002 e 2004. Intendo vetture che permettono di coprire anche degli errori che possono arrivare da parte dei pilota o della squadra".
"Dico sempre che si vince e si perde insieme, bisogna mettere in conto delle sviste da parte dei piloti e del team. Mettersi oggi a calcolare i punti lasciati per strada dalla squadra e dal pilota, è un esercizio matematico che non cambia la classifica”.
Dopo i riscontri arrivati dalle ultime gare c’è stata la tentazione di dirottare tutte le energie sul prossimo Mondiale?
“Non bisogna girare la pagina del 2018. Oggi siamo qui ad Austin, ed anche se i numeri dicono che per noi la strada è decisamente in salita, dobbiamo considerare tutto come ancora possibile, è un nostro dovere. Poi, se arriverà il momento in cui la matematica ci condannerà, allora potremo iniziare a pensare al 2019. Le idee sul futuro le abbiamo già, ed anche chiare”.
Una delle novità del vostro 2019 sarà indubbiamente Charles Leclerc. Ha destato però delle perplessità la decisone di comunicare a Kimi Raikkonen il termine della collaborazione con la Ferrari alla vigilia del Gran Premio d’Italia, un tempismo che avrebbe creato nervosismo durante il weekend di Monza.
“Credo sia importante chiarire due aspetti. Kimi è sempre andato molto bene a Spa e a Monza, e lo stesso Kimi premeva per avere una risposta in merito al suo futuro. Sono convinto che sia meglio informare un pilota di una decisione del genere alla vigilia di un weekend di gara su una pista ‘amica’ rispetto ad un fine settimana che si preannuncia più in salita".
"Idealmente sarebbe stato meglio comunicarlo durante la pausa estiva, ma non eravamo ancora pronti, farlo dopo Monza avrebbe significato comunque essere alla vigilia del weekend di Singapore. Al di là delle speculazioni, sia Kimi che Sebastian sono due grandi professionisti con anni d’esperienza sulle spalle, non parliamo di due kartisti che hanno iniziato da poco a bazzicare le piste".
"Quello che si è detto sulle tempistiche di questa situazione sono valutazioni che trovo irrispettose nei confronti di piloti che sono dei grandissimi professionisti. E poi, lasciatemi dire, se Kimi reagisce ad una notizia di questo genere conquistando una pole position come ha fatto a Monza, allora varrebbe la pena farlo ogni weekend...”.
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