Arrivabene: "Le voci sulla partenza di Binotto sono una fake-news! Vettel? Va coccolato"
Bagno di folla alle Finali Mondiali Ferrari di Monza per Il team principal che conferma l'organigramma per il 2019: "Nessuno ha mai parlato di addii, eventualmente possiamo parlare di rinforzi". "L’ottimo sarebbe portare a casa il titolo Costruttori, non è facile ma ci proveremo".
Maurizio Arrivabene, Team Principal, Scuderia Ferrari
Alex Galli
“Uno di noi, Maurizio, uno di noi…”. L’entrata di Maurizio Arrivabene nel paddock di Monza è stato un tripudio della passione ferrarista, un pubblico appassionato che ha colto l’occasione offerta dalle finali Mondiali Ferrari per l’ultimo bagno Rosso della stagione. Arrivabene non ha cercato percorsi alternativi concedendosi alla passione della gente.
Un tifoso dopo una pacca sulla spalla ha approcciato il team principal della Ferrari:
“Dai, Maurizio, ci riproviamo l’anno prossimo!”.
Ma a rispondere è stato un appassionato a qualche metro di distanza:
“Prima bisogna provare a vincere il mondiale Costruttori, mai mollare”.
“Un calore del genere non può lasciare indifferenti – ha commentato Arrivabene – sarò mio compito portare questa testimonianza nel prossimo briefing che faremo alla vigilia del Gran Premio del Brasile. È bello sentire il supporto della gente, tifosi che ci seguono, che capiscono e che, come noi, non mollano mai”.
Al di là della delusione per l’esito del Mondiale piloti, c’è una stagione che vi ha visto finora conquistare sei vittorie. Confermi che c’è molto di buono da salvare da questo 2018?
“Era dal 2008 che la Ferrari non otteneva sei vittorie, per cui è un buon risultato. L’ottimo sarebbe riuscire a portare a casa il mondiale Costruttori, non è facile ma ci proveremo. Molti si dimenticano che il titolo Costruttori era quello più caro a Enzo Ferrari, così come a Frank Williams e Ron Dennis".
"Non lo dico perché abbiamo perso il Mondiale Piloti, ma per un’azienda che produce auto questo titolo è molto importante. Sappiamo che è difficilissimo, perché un ritardo di 55 punti a due Gran Premi dalla fine è un gap importante, ma nelle ultime gare ho visto una squadra molto concentrata e compatta, Sebastian ha guidato alla grande in Messico”.
Il periodo negativo di Singapore, Sochi e Suzuka è ormai alle spalle?
“Nel briefing dopo il Gran Premio del Messico sia Sebastian che Kimi hanno confermato di voler dare il massimo per provare a raggiungere il traguardo del Costruttori, e tutti gli ingegneri seduti intorno al tavolo mi sono sembrati molto motivati. È stata una bellissima sensazione, perché nonostante avessimo perso il titolo piloti da poche ore, vedere un gruppo di lavoro così compatto e motivato è stato molto bello. Ci proveremo...”.
2019: l'organigramma è confermato?
“Nessuno ha mai parlato di addii, eventualmente possiamo parlare di rinforzi. Ma ci vuole tempo, ci penseremo durante la prossima stagione, oggi la squadra c’è, ed è una squadra buona e compatta. Se ci saranno rinforzi arriveranno senza nessuna fretta. lo sottolineo, e se ci sarà bisogno di averli. La linea è quella della stabilità, se ci saranno inserimenti non andranno ad intaccare la solidità del gruppo esistente. Una squadra che funziona ha solo bisogno di rinforzi, non di rivoluzioni. Personalmente non ho mai creduto nelle rivoluzioni, ma nelle evoluzioni”.
Quindi confermiamo anche Maurizio Arrivabene nel ruolo di team principal e Mattia Binotto in quello di responsabile tecnico?
“Chiariamo una volta per tutte. Le voci su Mattia sono una ‘fake-news’, messa in giro per creare instabilità nella squadra, un tentativo per cercare di far nascere problemi dove problemi non ci sono, e non voglio più commentare voci false. Durante questa stagione ci sono stati tanti tentativi di destabilizzazioni, a volte con storie sui piloti, altre sui tecnici. La mia posizione? (Arrivabene, sorride) Chiedete all’amministratore delegato Camilleri”.
È stata una stagione con molti temi tecnici che vi hanno fatto discutere con la FIA…
“Quando un campionato è così combattuto come quello di quest’anno, è normale che ci siano storie di questo tipo. Ero in Malesia (1999) quando Ross Brown spiegava con il calibro in mano la sua versione dei fatti in merito al turning vanes oggetto di discussioni, ogni volta che c’è un confronto molto serrato emergono storie di questo tipo, ci sono sempre state”.
Conosci ovviamente bene Vettel, e anche Leclerc. Credi che potrà essere una coppia affiatata?
“Si, assolutamente si. Charles lo conosco dal 2016, nel momento in cui ha firmato il suo primo contatto, e si vedeva che era un ragazzo con grandi doti, come ha poi confermato in questa stagione. Il prossimo anno il suo obiettivo sarà quello di acquisire esperienza, questo è l’aspetto più importante, evitando di montarsi la testa ed imparando da Sebastian".
"Ha il lusso di poter affrontare una stagione in cui gli sarà chiesto di riportare la monoposto ai box e il più avanti possibile in classifica, ma senza pressioni. Dovrà assorbire come una spugna i trucchi del mestiere da un pilota di grande esperienza come Sebastian”.
Cosa vi ha insegnato il 2018?
“C’è stato un momento in cui eravamo tutti fenomeni, poi è arrivata una fase in cui si è puntato il dito sul pilota ed infine è seguito un periodo in cui è stata la monoposto a finire nel mirino. Alla fine abbiamo capito ancora di più che si vince e si perde tutti insieme, gli errori ci sono stati, da parte sua (Vettel) e in misura minore da parte della squadra, ma la lezione che abbiamo capito è che non serve puntare il dito su qualcuno".
"C’è un responsabile della Gestione Sportiva, e sono io. Mi sono arrabbiato una volta (a Suzuka), ma credo che una volta in tre anni e mezzo ci possa anche stare. Quando le cose vanno male sono qui, e l’ho sempre detto, quando invece vanno bene la mia soddisfazione è andare sotto il podio, cantare l’inno, e applaudire. Una volta forse ci salirò anche io sul podio, ma c’è una lunga lista di persone che meritano di andarci prima di me”.
Vettel in alcuni fasi di questa stagione è sembrato accusare il peso della pressione...
“Raikkonen e Vettel si assomigliano sotto molti aspetti, ma mentre con Kimi in alcuni momenti serve magari parlargli un po' di più, con Seb è necessario fargli sentire l’appoggio della squadra. Ha accusato molto quanto è accaduto a Monza, perché ci teneva tremendamente a regalare una grande soddisfazione ai tifosi, e ha faticato molto a digerire l’esito di quel weekend. In questo senso non lo ha aiutato l’essersi trovato nelle gare successiva con una monoposto che non era al massimo della forma, ma sono problemi comprensibili, il fattore umano è importante”.
Come procedono le discussioni con Liberty in merito ai regolamenti futuri?
“Liberty ha degli obiettivi molto chiari, ma non sempre coincidono con le esigenze delle squadre, e per questo le discussioni sono ancora in corso. Non penso che i tempi saranno brevissimi, ma non possiamo aspettare ancora tanto”.
Non si conosce ancora il nome della Casa che fornirà gli pneumatici a partire dal 2020. Qual è la posizione Ferrari in merito?
“Oggi il tender è in mano a Fia e Liberty. Stiamo lavorando da tempo con Pirelli, abbiamo avuto fasi positive e momenti difficili, ma anno dopo anno hanno realizzato un prodotto che si è evoluto positivamente. Gettare tutto dalla finestra mi sembra sbagliato, ma detto questo la scelta non la facciamo noi”.
Avete identificato delle aree specifiche in cui Mercedes è ancora superiore?
“Ci sono aree in cui siamo superiori, altre in cui lo sono loro. Ma credo che ci manchi ancora l’abitudine a vincere, per loro fare ‘doppietta’ è quasi ordinario, per noi un evento ancora eccezionale, dobbiamo essere più consapevoli dei nostri mezzi e non avere paura di vincere. Nel tennis lo chiamano ‘il braccino’, la paura di vincere che arriva quando sei vicino all’obiettivo, dobbiamo avere fiducia in noi stessi, e far diventare la vittoria una bella abitudine”.
L’amministratore delegato Camilleri si è visto e sentito poco finora...
“Non sempre ciò che viene percepito dall’esterno corrisponde alla realtà. La Ferrari è una grande azienda, che progetta e realizza macchine stradali e ci sono dei ruoli ben definiti, compresa l’attività sportiva. La Ferrari è sempre della Ferrari, e come tutte le aziende si sta organizzando al meglio possibile”.
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