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Arrivabene: "E' una situazione difficile, ma la squadra ha avuto una reazione d'orgoglio"

Il team principal della Ferrari ha elogiato il comportamento di team e piloti in gara dopo il caos di ieri ed ha puntato il dito contro Verstappen per i danni riportati sulla SF71H che hanno privato la Scuderia di un podio alla sua portata.

Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari

Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari

Sam Bloxham / Motorsport Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, arriva in griglia di partenza
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13, Brendon Hartley, Toro Rosso STR13, Sergio Perez, Racing Point Force India VJM11, Esteban Ocon, Racing Point Force India VJM11, Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18, alla partenza della gara
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, precede Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-18
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H e Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H e Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H e Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H e Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09, precede Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09 e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

E’ un Maurizio Arrivabene decisamente calmo quello apparso ai microfoni di Sky Sport HD al termine di un Gran Premio del Giappone che ha chiuso quasi definitivamente i giochi per il titolo iridato a favore di Lewis Hamilton.

Il team principal della Ferrari si era sfogato con parole dure al termine delle qualifiche del sabato quando la strategia di mandare in pista nel Q3 entrambe le monoposto con pneumatici intermedi si era rivelata errata, mentre oggi, nonostante un quinto ed un sesto posto, ha voluto lodare il lavoro svolto dall’intera squadra.

Arrivabene non ha voluto nominare direttamente Verstappen quale “elemento” di disturbo nella rincorsa verso il podio, ma ha affermato come senza gli scontri con la Red Bull dell’olandese il risultato finale sarebbe stato diverso.

“Dopo la giornata di ieri oggi la squadra ed i piloti hanno reagito molto bene. Senza certi episodi in pista che hanno danneggiato le vetture il podio oggi sarebbe stato alla nostra portata”.

Il team principal della Ferrari ha poi voluto spiegare la strigliata rivolta alla propria scuderia nella giornata del sabato, ma ha subito messo a tacere ogni voce di spaccature all’interno del team.

“In alcuni casi l’arrabbiatura ci sta. Si discute, ma questo non significa che ci siano fratture o problemi di altra natura”.

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Arrivabene ha poi parlato di una gara affrontata con una reazione d’orgoglio da parte dell’intera squadra ed voluto rimarcare come la monoposto di Vettel, nonostante i danni riportati nel contatto con Verstappen, sia riuscita a centrare il giro più veloce, segno che il potenziale della SF71H per fare bene c’era.

“Oggi le cose sono state fatte bene. C’è stata una reazione d’orgoglio da parte di tutti. I ragazzi al pit hanno effettuato dei cambi gomme perfetti e la gara è stata gestita bene. Nonostante i danni riportati da Kimi e Seb la vettura andava forte, purtroppo a causa di quei danni non abbiamo raggiunto il podio,  ma oggi hanno lavorato bene tutti”.

Al termine del Gran Premio di Suzuka, Hamilton guida la classifica piloti con 67 punti di vantaggio su Vettel, mentre nella graduatoria riservata ai costruttori la Ferrari insegue la Mercedes con 78 lunghezze di ritardo.

Arrivabene si è detto consapevole della difficoltà della situazione, specie quando al termine della stagione mancano soltanto quattro appuntamenti, ma ha incitato l’intera squadra a non mollare fin quando la matematica non metterà la parola fine alla lotta per il titolo.

 “Lo spirito è quello di non mollare anche quando i numeri non sono dalla tua. Mancano quattro gare, la situazione è molto difficile, ma non si deve mollare. Se poi per raggiungere questo obiettivo ci sono discussioni tra di noi, queste generano soluzioni. Il silenzio fa paura”.

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