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Arrivabene è stato lo "stratega" del mercato, che ha spiazzato anche Toto Wolff

Il team principal Ferrari è riuscito a sistemare ben 4 piloti dell'area di influenza del Cavallino (Leclerc, Giovinazzi, Raikkonen e Kvyat), proprio nel momento in cui il direttore di Mercedes Motorsport non riesce a trovare un abitacolo a Esteban Ocon. Sta cambiando qualcosa?

Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari, nella conferenza stampa dei Team Principal

Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari, nella conferenza stampa dei Team Principal

Andy Hone / Motorsport Images

Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari, in griglia di partenza
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari, Dr Helmut Marko, Consulente Red Bull Motorsport, Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing e Gino Rosato, Ferrari
Antonio Giovinazzi, Sauber
Charles Leclerc, Sauber F1 Team
Kimi Raikkonen, Ferrari
Daniil Kvyat, Ferrari

Antonio Giovinazzi è il pilota che riporta l’Italia stabilmente in F1 sulla Sauber: il merito di questa operazione è sicuramente di Sergio Marchionne che, da presidente della Ferrari, aveva disegnato un piano che porterà anche Charles Leclerc a essere titolare della Scuderia al fianco di Sebastian Vettel.

I due giovani della FDA, dunque, hanno l’occasione della vita e toccherà a loro saperla sfruttare con il talento di cui dispongono. Questa è la descrizione di uno scenario che si è compiuto attorno al GP d’Italia, ma che ha avuto tempi e modi che si sono dipanati in un lasso più lungo di quello di chi l’ha pensato, dovendo superare molte difficoltà che sembravano diventate insuperabili dopo la prematura scomparsa di Marchionne.

Louis Camilleri, fresco amministratore delegato Ferrari, ha lasciato la “patata bollente” dei piloti nelle mani di Maurizio Arrivabene e bisogna riconoscere al team principal del Cavallino di essere diventato il fulcro del mondiale, in un momento nel quale c’è una certa saturazione del mercato e anche uno abilissimo nel muovere le sue pedine come Toto Wolff è andato in seria difficoltà.

Il direttore di Mercedes Motorsport si troverà con Esteban Ocon a piedi nel 2019, sebbene il francese sia universalmente riconosciuto come un giovane di assoluto valore che meriterebbe di guidare una monoposto nel Circus, e George Russell, altro prodotto della filiera della Stella dovrà mettersi anche lui in lista d’attesa.

In questo quadro bloccato, dove alcuni team hanno espressamente rifiutato un pilota legato a un contratto con un marchio concorrente (Ocon doveva andare alla Renault, poi alla McLaren e infine alla Toro Rosso, ma al momento giusto ogni trattativa è saltata), risalta ancora di più il ruolo di Maurizio Arrivabene che alla conta dei fatti di piloti ne ha sistemati quattro, creando un’importante area d’influenza anche politica.

Perché lo scenario non si limita alla promozione di Leclerc a pilota titolare che viene sostituito da Antonio Giovinazzi secondo un piano ben pre-stabilito, ma si completa con il ritorno di Kimi Raikkonen in uscita da Maranello alla Sauber.

“In 27 anni di management piloti in F.1 - ci ha detto Enrico Zanarini - manager di Giovinazzi - , io non ho mai assistito, direttamente o indirettamente, ad una manovra cosi’ articolata ed allo stesso tempo così coraggiosa che ha sistemato due giovani piloti meritevoli ed ansiosi di mostrare il loro valore. Per quanto riguarda Giovinazzi ringrazio Maurizio Arrivabene perché senza la sua visione e le sue indiscusse qualità manageriali, questo grande risultato per lo sport italiano, non si sarebbe mai potuto raggiungere”.

Il finlandese, infatti, per quanto sia stato annunciato ben prima del compagno di squadra italiano, tornerà a Hinwil prendendo il posto di Ericsson, lo svedese che godeva del pieno appoggio dei finanziatori della Sauber connazionali di Marcus. E Arrivabene ha posto la candidatura di Kimi solo dopo che era già stato chiuso l’accordo di Giovinazzi quale pilota che occupava il posto destinato all’Alfa Romeo.

Fredric Vasseur è stato abile, quindi, a “vendere” ai suoi titolari che quella di Kimi era un’occasione da non perdere nel momento in cui la Ferrari lo ha liberato, per cui il buon Ericsson ha accettato di fare un anno in “panchina” come terzo pilota e ambasciatore della squadra svizzera.

Ma la quadratura del cerchio Maurizio l’ha ottenuta quando ha restituito alla Toro Rosso un Daniil Kvyat totalmente rigenerato dopo l’ignominiosa cacciata che il pilota russo aveva subito dai vertici della Red Bull: un anno di lavoro al “ragno”, il simulatore del Cavallino, ha permesso a un conduttore di talento (alla fine ha solo 24 anni!) di completare un percorso professionale al top, tanto da meritare una chiamata all’ovile di Faenza.

Non solo, ma Arrivabene adesso ha ancora lo spazio per allevare un pilota giovane offrendogli proprio il ruolo di simulator driver della Scuderia, convalidando il lavoro della FDA che riesce a promuovere i suoi ragazzi migliori in un momento in cui nel Circus non è affatto facile sistemare le proprie pedine…

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