Animazione tecnica: ecco come funzionerebbe l'Active windscreen
Giorgio Piola ha costruito un'animazione in 3D sull'idea dell'Active Windscreen, la protezione della testa del pilota proposta alla FIA da Enrique Scalabroni e che Motorsport.com aveva mostrato in anteprima dopo il GP d'Italia.
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Motorsport.com dopo il GP d’Italia aveva anticipato l’idea di Enrique Scalabroni, l'ex progettista di Ferrari e Williams, che aveva presentato alla FIA la sua idea per proteggere meglio la testa del pilota, andando oltre i limiti emersi dall’Halo, lo strumento che è stato approvato dalla Federazione Internazionale per un utilizzo nel 2018, ma sul quale si continuano le sperimentazioni e gli studi.
Il tecnico argentino nel paddock del “tempio della velocità” aveva mostrato i bozzetti dell’Active Windscreen a Bernie Ecclestone e poi li aveva illustrati al team principal della Red Bull Racing, Christian Horner.
Sulla base dei disegni originali vi proponiamo questa animazione per cercare di capire come potrebbe funzionare la nuova soluzione.
L’idea di Enrique Scalabroni, a dispetto dell’Halo, si compone di due strutture separate: la prima è un parabrezza attivo e la seconda è una cupolino mobile sopra la testa del pilota.
Cupolino mobile
Il cupolino serve a proteggere la testa del pilota da oggetti che non possono essere deviati dal parabrezza attivo. Il cupolino si apre lateralmente con un pulsante che può essere azionato dal pilota o dai commissari di percorso. Una semplice barra di torsione precaricata fa ruotare la protezione, liberando il pilota che avrebbe la stessa possibilità di entrare e uscire dall’abitacolo proprio come oggi. Nel caso in cui la monoposto fosse capotata, il tettuccio potrebbe essere estratto frontalmente con un semplice sgancio dai fermi anteriori anche da parte del medico. La struttura dovrebbe essere in titanio con una copertura in materiale composito.
Parabrezza attivo
Il secondo elemento dell’idea di Enrique Scalabroni è costituito dal parabrezza attivo che deve essere montato a scomparsa nella parte superiore del telaio davanti all’abitacolo. Si tratta di una struttura che prende la forma della scocca. Il parabrezza deve essere ad elevata resistenza agli urti con un cristallo che non deve avere curvature per cui sarebbe in grado di permettere una visibilità perfetta.
La rampa che deve deviare i detriti si alza con una rotazione verticale grazie a due attuatori montati nella scocca collegati a due accumulatori ad alta pressione. Il parabrezza attivo può essere attivato con una pulsante posto sul volante che può essere azionato dal pilota in caso di incidente.
Ma è prevista anche all’introduzione di sensori di riconoscimento di distanza che creano una sorta di camera 3D entro la quale c’è il riconoscimento degli oggetti. Stiamo parlando di una tecnologia che è in uso in aeronautica. La protezione si aprirebbe con un tempo di reazione di soli 2 millisecondi.
La rampa può tornare nella posizione originale e dovrebbe disporre di due cariche per consentire al pilota coinvolto in un incidente di ripartire se la sua vettura non avesse riportato danni.
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