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Analisi test Barcellona: Ferrari brilla, Mercedes in controluce

La Ferrari ottiene la migliore prestazione degli otto giorni di test a Barcellona con Raikkonen, mentre la Mercedes somma una distanza di 16 GP nonostante lo sviliuppo della W08 non sia filato lisco come sempre. Red Bull in ritardo solo per il motore?

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

LAT Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari, con il figlio Robin
Ferrari SF70H, dettaglio del monkey seat
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Jock Clear, Engineering Director, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H, makes a pit stop
Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W08
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Red Bull Racing RB13, dettaglio del cerchione
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Red Bull Racing RB13
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull Racing, waits in the pit lane next to pit release lights

Barcellona non è Melbourne, ma se una rondine non fa primavera, il risveglio della Ferrari nei test invernali non può che essere accolto positivamente dal mondo della Formula 1 che ha assolutamente bisogno di trovare una sfidante alle frecce d'argento: se la tabella dei tempi è tutta a favore della sorprendente SF70H, che avrebbe monopolizzato l'ipotetica prima fila con Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel, nel computo delle distanza percorse emerge di nuovo l'incredibile possenza della Mercedes che in otto giorni ha sommato 5.102 km, vale a dire 652 km in più dell'incredibile Rossa. L'equivalente di 16 Gran Premi, di una stagione che in calendario ne conta 20!

Per trovare la Red Bull Racing, invece, bisogna scendere fino al settimo posto di questa graduatoria, perché la RB13 paga un'installazione del nuovo motore Tag Heuer (pardon Renault) un po' troppo estrema per avere la monoposto a minore resistenza aerodinamica del paddock, con un retrotreno che si chiude a chiglia come nessun altro riesce a fare. Una scelta drastica che ha generato guai non solo alla power unit francese, ma a quanto gli sta intorno sotto al cofano motore.

Ferrari: un cuore pieno di cavalli

Mattia Binotto può essere soddisfatto: la SF70H ha superato il primo esame stagionale risultando la macchina più veloce nei collaudi pre-campionato. Il gruppo di lavoro orizzontale che l'ingegnere svizzero-reggiano ha costruito pare funzionare, perché senza ingegneri star è riuscito ad assemblare una macchina per i regolamenti 2017 molto competitiva, quanto semplice nei suoi concetti base.

La squadra del Cavallino ha costruito la sua base intorno al motore 062 che è decisamente un salto di qualità rispetto all'unità dello scorso anno: il lavoro svolto sul turbo e sull'ERS permette una ricarica di energia elettrica più efficace con l'MGU-H, avendo abbassato a 3,5 bar il valore di pressione massima, mentre nel 2016 i motoristi di Maranello erano arrivati a 5,5 bar che generavano una contro-pressione sulle valvole di scarico che in alcune situazioni avevano l'affidabilità del 6 cilindri. Nella nuova configurazione i piloti possono sfruttare la potenza elettrica (max 160 cavalli) per un tempo sul giro di quasi 50 secondi, molto più che in passato.

Ma a vitaminizzare il motore termico deve essere stata anche una nuova benzina Shell con validi elementi anti-detonanti che hanno permesso al cuore dl Cavallino di trovare l'affidabilità che era carente qualche settimana fa: un passaggio forse determinante nel salto di qualità complessivo della Rossa.

La Ferrari ha completato gli otto giorni di test con lo stesso motore (anche la Haas), segno che l'affidabilità della meccanica è raggiunta: non ha dato problemi nemmeno il cambio, uno dei talloni d'Achille della SF16-H le cui sostituzioni erano costate una cinquantina di posizioni perse sulla griglia di partenza.

E l'aspetto che merita di essere messo in evidenza è il fatto che la Ferrari fra una sessione e l'altra di Barcellona ha quasi dimezzato la distanza che separava la Rossa dalla freccia d'argento: erano 419 i km percorsi in in più dalla W08 nel turno del debutto, e sono scesi a 233 km negli ultimi quattro giorni, segno evidente che è mancato qualcosa alla Mercedes nel lavoro di sviluppo, costretta più del solito a lunghe soste nei box. La Ferrari ha puntato sulla semplicità, mentre la Mercedes gioca sull'estremizzazione di alcuni concetti.

Mercedes: il panzer percorre 16 GP

Lewis Hamilton è sicuro che la Ferrari sia più veloce della sua W08, ma il britannico ammette che nei test si cercano le migliori soluzioni per far crescere le macchine nuove pensate per il nuovo regolamento con gomme larghe e tanto carico aerodinamico. Per la prima volta in quattro anni abbiamo visto dei volti impanicati nel box Mercedes: il pacchetto di novità che sulla carta doveva valere circa un secondo, non ha dato i risultati sperati.

Anzi alcune novità aerodinamiche sono state messe da parte perché non hanno funzionato come avrebbero dovuto sulla W08 che è la macchina più lunga in circolazione con un passo di 3.691 mm che è  200 mm in più dell'iridata macchina iridata dello scorso anno.

La freccia d'argento impressiona nei tratti veloci dove fa valere la maggiore superficie con la quale riesce a generare il carico, ma va visibilmente in difficoltà nelle curve lente dove fatica a trovare il giusto inserimento, costringendo i piloti a cercare linee che non si avvicinano sempre al punto di corda in preda di un evidente sottosterzo.

Non è dato sapere se questi sono gli effetti del passo troppo lungo o se sulla W08 si risenta delle limitazioni che la FIA ha introdotto sulle sospensioni a controllo idraulico: si dice che in questo secondo turno di test la fraccia d'argento sia stata dotata di un sistema di controllo delle altezze meno esasperato di quello visto al debutto in pista. Si capirebbero, quindi, le maggiori difficoltà di messa a punto riscontrate dal team di Brackley che, comunque, ha messo in carniere una mole di dati raccolti impressionante.

A metà della sessione ha fatto il suo debutto anche il motore step 2 in configurazione Melbourne, mentre i team clienti (Williams e Force India) hanno proseguito con la stessa unità senza problemi, sommando circa la stessa distanza (intorno ai 3.700 km) la stessa che è stata raggiunta anche dalla Sauber C36 dotata del motore Ferrari 2016: la macchina svizzera pare affidabile, ma poco prestazionale: sarà una spina nel fianco della McLaren che, invece, non trae dalla MCL32 nè affidabilità (per colpa del motore Honda), né le performance (la stessa macchina di Woking non sembra un granché).

Red Bull Racing: ritardo solo sul motore?

L'allarme è rosso, anche se per il momento gli uomini della Red Bull Racing non hanno alcuna voglia di creare delle sterili polemiche con la Renault che aveva promesso una power unit molto evoluta che non si sta rivelando affidabile.

A Viry Chatillon stanno lavorando giorno e notte per risolvere i guai di motore che derivano dalla MGU-K che esplode o determina delle perdite di olio che minano la durata anche del 6 cilindri turbo, ma il cedimento degli scarichi (e non è il primo) esprime che, forse, l'installazione della power unit è troppo estrema e c'è bisogno di un maggiore raffreddamento.

Questo non è affatto un tema nuovo per le macchine di Adrian Newey, per cui è meglio non dare fuori dal gioco la squadra di Milton Keynes perché lavorera sodo per risolvere i guai e mantenere un'alta efficienza aerodinamica.

La RB13 sembra una macchina dello scorso anno adattata alle nuove regole: supisce per il buco sul muso che alimenta S-duct dotato di un triplo condotto interno e per il grande incavo nel fondo che si nota subito dietro ai deviatori di flusso. Per il resto è la monoposto con meno superficie aerodinamiche aggiuntive: rispetto alle altre macchine sembra spoglia, incompleta.

Newey può essere andato in contro-tendenza con la ricerca della massima downforce sapendo di non poter contare su un motore troppo potente e ha cercato, quindi, la minore resistenza all'avanzamento, ma vedere la Red Bull solo al settimo posto della graduatoria delle distanza dietro anche alla Haas con appena 3.318 rende chiaro a tutti che c'è ancora qualcosa che non va e non è stato risolto: rispetto a Barcellona 1, Verstappen e Ricciardo, hanno percorso solo 349 km in più della settimana precedente, sommando una distanza di 10 GP contro i 16 della Mercedes.

Chilometri per team
Chilometri per team percorsi nei test invernali a Barcellona

Photo by: Camille De Bastiani

Miglior giro per team
Miglior giro per team

Photo by: Camille De Bastiani

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