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Analisi tecnica Ferrari SF90: nessuna rivoluzione, ma ogni bullone è nuovo

La Ferrari è la monoposto che ha ispirato tutte le F1 2019 ad eccezione della Mercedes: la SF90 di primo acchito sembra la SF71h, ma ogni concetto della Rossa è stato estremizzato. Guardate quanto sono piccole le pance e la presa d'aria dinamica del motore.

Ferrari SF90

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Ferrari

Un fatto è certo: la SF90 è la monoposto che ha indicato la via dello sviluppo 2019 a tutti. La nuova Rossa è stata la “musa” ispiratrice per quasi tutte le monoposto, Mercedes esclusa se non per alcuni particolari di chiara matrice di Maranello. Questa Ferrari, nonostante la semplificazione delle regole mantiene un assetto Rake piuttosto estremo.

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Photo by: Ferrari

Il colore rosso è più opaco

Confermato il nuovo colore rosso più opaco, la Ferrari non ha niente di rivoluzionario: di primo acchito sembra la SF71H che ha perso l’anno scorso, ma in realtà la macchina è un’evoluzione più spinta in ogni bullone, in ogni particolare. E le novità ce le possiamo aspettare nel corso dello sviluppo...

Per ora nella parte anteriore la Rossa non stupisce affatto dando la sensazione del déjà vu: la SF90 denota una certa somiglianza con la SF71H. Il muso è sostanzialmente quello dello scorso anno e si raccorda all’ala anteriore semplificata: anche la Ferrari mostra un ricciolo nel profilo principale, pur senza mostrare le esasperazioni che si sono viste sull’Alfa C38 che ha girato ieri a Fiorano con Kimi Raikkonen. I flap aggiuntivi sono molto sagomati con doppie punte nella parte più interna, quasi a recuperare in parte l’effetto del vortice Y250 che non sembra andato del tutto in pensione.

I lunghi piloni di sostegno dell’ala mantengono i tre soffiaggi dello scorso anno ma è aumentata la portata d'aria e si collegano alla presa dell’S-duct che pesca l’aria molto in avanti. La Rossa sotto alla scocca mantiene i tradizionali turning vanes che lavorano in sinergia con i bargeboard più bassi e lunghi per regolamento.

Ferrari SF90, dettaglio

Ferrari SF90, dettaglio

Photo by: Ferrari

Sospensione anteriore tradizionale

La Ferrari mantiene la sospensione anteriore con lo schema push rod: a Maranello non hanno adottato il terzo ammortizzatore idraulico, né hanno deciso di sollevare il triangolo superiore con il pivot come hanno fatto per ragioni aerodinamiche Alfa Romeo e McLaren seguendo i dettami della Mercedes.

Secondo i tecnici coordinati da Enrico Cardile l’aggravio di peso determinato dal bracket non giustifica i vantaggi aerodinamici che hanno visto alla Gestione Sportiva, per cui alla fine hanno deciso di alzare al massimo i triangoli per favorire il passaggio di aria pulito, dopo che la semplificazioni nel disegno delle ali costringe a convogliare l’aria anche fra le gomme nel tentativo di ritrovare il carico aerodinamico perduto.

Ferrari SF90, dettaglio

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Photo by: Ferrari

Le prese d’aria dei freni sono un elemento fondamentale in una monoposto di Formula 1. Sono destinate a raffreddare i dischi freno in carbonio che possono raggiungere temperature di oltre 1.000 gradi. Nel corso degli anni le strutture le bracke duct sono diventate estremamente sofisticate e sono arrivate ad avere anche una funzione aerodinamica. Nel 2019 anche questa componente è stata semplificata per regolamento.

Ferrari SF90, dettaglio

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Photo by: Ferrari

Doppia presa nella bocca dei radiatori

Ma l’anima di questa Rossa sta nella parte centrale della vettura: gli ingegneri hanno fatto un grosso lavoro sulla fluidodinamica interna delle pance sistemando i radiatori e gli accessori della power unit 064 in modo da disegnare fiancate ancora più strette per ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare l’efficienza tenendo le prese il più lontano possibile dalle ruote anteriori.

La SF90 mantiene il convogliatore di flusso che fa scuola dalla SF70H in avanti: la bocca dei radiatori è collocata sopra al cono antintrusione laterale con un disegno simile al 2018 e pesca l’aria del raffreddamento anche dall’alto, sebbene sia divisa in due prese con finalità diverse.

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La necessità di portare aria sembra davvero minima, perseguendo un concetto che è stato seguito anche dalla Red Bull sulla RB15. Ovviamente il prolungamento del cono si trasforma in un profilo che serve ad ancorare il deviatore di flusso laterale che si collega al fondo con altri due lunghi elementi a forma di L.

Ferrari SF90, dettaglio

Ferrari SF90, dettaglio

Photo by: Ferrari

Gli specchietti retrovisori non hanno mantenuto i soffiaggi visti l’anno scorso, ma hanno due supporti che completano il profilo a ponte che copre la bocca dei radiatori che continua a pescare aria dall’alto, in modo da avere un corpo delle fiancate che si restringe molto in una zona a Coca Cola che è molto grande con un marciapiede del fondo particolarmente grande.

Ferrari SF90

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Photo by: Ferrari

Il passo è stato allungato di circa 25 mm

La Rossa ha allungato il passo di circa 25 mm non solo per la maggiore capacità del serbatoio che è cresciuta di 5 kg passando da 105 a 110 kg, ma anche per mantenere una buona distanza delle ruote posteriori dalla power unit. Nuovo il cambio longitudinale Ferrari a 8 marce più retro dotato del comando semiautomatico sequenziale a controllo elettronico con cambiata veloce, mentre il differenziale autobloccante è a controllo idraulico.

L’airbox piccolo torna a essere triangolare

Molto interessante è il lavoro di pulizia che è stato fatto intorno all’abitacolo: colpisce il fatto che la presa dinamica del motore non sia più multistadio con i passaggi per l’alimentazione del compressore e quelli per il raffreddamento dell’ERS. Si è tornati ad un airbox triangolare simile a quello del 2017 che permette una maggiore efficienza dell’ala posteriore con una sezione frontale sensibilmente minore: ci sono due condotti separati e c'è una seconda presa anche fra i due elementi del roll bar.

È evidente che questa modifica è stata resa possibile perché gli accessori del 6 cilindri sono stati ricollocati con un packaging diverso dallo scorso anno, pur mantenendo il radiatore del sistema ibrido in una posizione in coda al cofano motore. La Ferrari non ha rinunciato alla grande pinna stabilizzatrice e mostra una T-wing doppia.

Ferrari SF90, dettaglio

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Photo by: Ferrari

Il motore si chiama 064

La power unit è siglata 064: Corrado Iotti, capo dei motoristi, e Guido di Paola, capo progettista, insieme a Enrico Gualtieri hanno sviluppato un’unità che potrebbe essere dotata dei pistoni in acciaio che hanno completato la lunga fase di rodaggio iniziata l’anno scorso.

La soluzione costa in termini di peso (quasi 1 chilo!) ma assicura una straordinaria durata a un 6 cilindri che dovrà vivere 7 GP assicurando una maggiore capacità di resistere alle maggiori sollecitazioni che si avranno in camera di combustione grazie al nuovo carburante della Shell.

L’obiettivo sarà di incrementare la pressione in camera, usando una mappa che smagrisca la miscela aria benzina alla ricerca delle prestazioni, senza dover fare i conti con le pericolose detonazioni.

Per ora, non è pronta la nuova testata realizzata con i sistemi di produzione additiva che utilizzano la polvere di metallo per costruire componenti direttamente dal file CAD grazie alla tecnologia di bed-fusion. Si tratta di un asso che verrà calato nel corso dell’anno sui 6 cilindri evoluzione.

Il pacco batterie è più leggero

Per la stagione 2019 è stata ulteriormente migliorata l’efficienza, sia termica che meccanica, della Power Unit Ferrari 064, lavorando sul processo di combustione del motore, sul sistema di recupero di energia e sullo sviluppo dei fluidi. Il layout della Power Unit è stato definito in simbiosi con il progetto complessivo della vettura, e hanno lavorato sul pacco batteria per ridurne peso ed ingombri.

Grazie a questa tecnica innovativa si possono realizzare parti che hanno geometrie sempre più complesse e pareti molto sottili che difficilmente si potrebbero ottenere con metodi più tradizionali. Questa soluzione sarà una delle carte da giocare nel corso della stagione.

Ferrari SF90, dettaglio

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Photo by: Ferrari

Gli scarichi in 3D sono in posizione verticale

Proprio come su Haas e Alfa Romeo, la Ferrari propone la cascata degli scarichi in verticale, riprendendo l’esperimento visto nelle libere del GP di Germania: i due piccoli terminali della wastegate sono stati sistemati sopra a quello centrale del turbo. Possiamo confermare che il complesso gruppo degli scarichi sono stati realizzati con le sofisticatissime “stampanti 3D” della AM Renishaw. Oltre ad assicurare un disegno più estremo, funzionale al recupero di energia del turbo, i tecnici del Cavallino sono riusciti anche a risparmiare del peso con sezioni ridotte al minimo.

Sospensione posteriore idraulica

C’è un punto fermo: la Ferrari 2019 nasce con la sospensione posteriore dotata del comando idraulico. La Scuderia finalmente si è convertita a una soluzione che altri team avevano già adottato in passato con il terzo elemento privo di molle, ma a controllo idraulico.

La sospensione posteriore è a schema pull rod con il triangolo superiore che mostra un bracket che rialza il punto di attacco per evidenti ragioni aerodinamiche: non rappresenta una grande sorpresa perché è in linea con quanto hanno già mostrato Haas e Sauber, visto che il retrotreno è condiviso. Per ospitare il terzo elemento idraulico è stata ridisegnata anche se la collocazione interna dei cinematismi rimane fra la trasmissione in carbonio e il differenziale con un puntone particolarmente corto.

Il fondo è già quello che vedremo nei test di Barcellona con un lungo soffiaggio che accompagna il bordo d’entrata sotto ai deviatori di flusso, mentre più indietro ci sono due binari doppi tagliati da due divisioni trasversali.

Due piloni a “collo di cigno”

L’ala posteriore è sostenuta dai due piloni a forma di collo di cigno: questa soluzione lanciata dalla Rossa è stata copiata praticamente da tutti, Mercedes compresa. Il profilo principale è piuttosto standard per la presentazione, mentre si osserva il flap mobile più alto (20 mm) che consentirà una maggiore efficienza del DRS. Le paratie laterali mostrano sei soffiaggi nella zona divergente seguendo la moda lanciata dalla McLaren.

Nel bordo d’entrata c’è uno slot verticale e nella parte più in basso ci sono numerose frange. I cerchi sono uguali a quelli dello scorso anno, ma si stanno sperimentando quelli posteriori con i buchi in stile Mercedes. La sfida è lanciata…

Ferrari SF90

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Foto di: Ferrari

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Foto di: Ferrari

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Foto di: Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari
e i membri del team Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari, Sebastian Vettel, Ferrari e i membri del team Ferrari

Foto di: Ferrari

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Foto di: Roberto Chinchero

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