Analisi Renault: ci sono tre prese che alimentano l'S-duct della R.S.18
Ogni condotto pesca l'aria da un flusso diverso per garantire il massimo riempimento di aria sotto al muso: quello centrale è alimentat da sotto al nasino, i due laterali dal soffiaggio nei piloni dell'ala anteriore.
Foto di: Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
La Renault ha mostrato in occasione del GP di Francia le tre prese nel muso che alimentano l'S-duct. I tecnici di Enstone hanno cercato di energizzare il flusso che viene portato nella parte superiore del telaio con due condotti separati, in modo da avere allo strato limite, sotto al muso, il massimo riempimento di aria da canalizzare poi verso il diffusore posteriore.
Quella dell’S-duct non è affatto un’idea nuova per la Formula 1, ma nel tempo ha sempre subito delle modifiche per migliorarne l’efficienza. La Renault è riuscita ad alimentare ognuna delle tre prese d’aria con un flusso diverso: quella centrale pesca da sotto al nasino, mentre ciascuna di quelle laterali è investita dall’aria che entra dal soffiaggio dei piloni dell’ala anteriore.
Più indietro, laddove inizia il telaio c’è un’altra fessura su ciascun lato: queste prese niente hanno a che vedere con l’S-duct, perché servono molto più semplicemente a rinfrescare l’abitacolo, in modo da migliorare il confort di Nico Hulkenberg e Carlos Sainz durante la gara.
Nel 2017, la Mercedes (ma anche la Toro Rosso) ha provato questa nuova soluzione dell’S-duct (sopra) alla sua prima uscita ufficiale nei test inverali, anche se nelle libere del GP del Brasile dell’anno precedente erano stati fatti dei test, portando per la prima volta la presa d’aria dell’S-duct più avanti nel muso in una posizione molto più efficiente dal punto di vista aerodinamico.
Quello che si vede sopra è il condotto corto che era davvero a forma di S (si tratta della versione 2015 della Red Bull) realizzato in una "zona libera" dal punto di vista regolamentare che era di 150 mm davanti alla centina del telaio.
Ma indipendentemente dalla lunghezza delle tubazioni all'interno del muso, l’obiettivo dell’S-duct rimane sempre lo stesso: ridurre la separazione del flusso sotto al telaio, facendo sfogare l’aria nella parte superiore del telaio che normalmente si stacca dalla punta del muso.
La Ferrari sulla SF70H del 2017 ha introdotto una novità interessante: ha incrociato le tubazioni (la presa di sinistra sfogava nella feritoia di destra e viceversa) ottenendo un duplice effetto positivo: oltre ad avere un passaggio di aria più lineare e, quindi, meno turbolento è possibile diversificare la portata del flusso d'aria quando la monoposto è in imbardat
Nick Chester sulla Renault R.S.18 ha ulteriormente evoluto i concetti puntando su tre tubi all'interno del muso, separando il flusso di sinistra, da quello destro e centrale. Ogni squadra, quindi, ha sviluppato il proprio concetto con soluzioni via via sempre più complicate e funzionali.
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