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Analisi: questa Ferrari si butta dalla "finestra" (delle gomme)?

Vettel ha migliorato solo di 58 millesimi dalla Q1 alla Q3 con la Ferrari, mentre Ricciardo ha abbassato i tempi di 1"2 con la Red Bull. Che succede alla SF16-H quando si stringe la finestra di utilizzo delle gomme? A Maranello non l'hanno capito.

Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari

Foto di: XPB Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Scuderia Ferrari
Mario Isola, Pirelli Racing Manager with Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Kimi Raikkonen, Ferrari
Kimi Raikkonen, Ferrari SF16-H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal with Sebastian Vettel, Ferrari

Qualcosa non va in casa Ferrari. Iniziamo dai numeri, che non mentono quasi mai. Sebastian Vettel ha concluso le qualifiche di Montecarlo beccandosi quasi un secondo dal poleman Daniel Ricciardo, per l’esattezza 930 millesimi. Alle spalle di Seb troviamo una Force India, con Hulkenberg a 174 millesimi dal ferrarista.

Altro dato: la Toro Rosso di Sainz, equipaggiata con la power unit Ferrari 2015 e che scatterà domani dalla sesta posizione, è a meno di due decimi dal pilota tedesco. Dopo i numeri ci sono i volti degli uomini della squadra di Maranello, ad iniziare da quello di Sebastian Vettel.

E proprio Seb ha aggiunto delle parole amare al termine delle qualifiche: “Credo che la nostra macchina fosse all'altezza della pole, ma poi abbiamo perso ritmo ed ha iniziato a scivolare troppo”.

Ci sono tre possibilità da considerare. Che il progetto SF16-H si sia arenato, ma il primo a smentire questa tesi è Seb e poi ci sono i tempi che arrivano in particolari condizioni (come nella Q1 che ha visto Vettel leader), che ci sia un rendimento dei piloti non all’altezza nei momenti chiave, o che ci siano dei problemi legati al cruciale matrimonio che definisce la bontà di una monoposto: quello con gli pneumatici. Ed i riflettori sembrano puntare su quest’ultimo aspetto.

La finestra si restringe

“Questione di finestre”, dicono in Ferrari, intendendo il margine entro il quale si riesce a sfruttare al meglio il rendimento degli pneumatici. I tecnici della Scuderia stanno indagando soprattutto su quali siano i motivi per cui nel corso delle qualifiche (da Q1 a Q3) il margine di funzionamento delle gomme sulla SF16-H si restringa in modo incomprensibile fino a rendere difficile la gestione della vettura stessa. Vettel e Raikkonen hanno parlato di una sensazione da “gomma fredda”, e lo confermano anche i numeri.

Nella sessione di qualifica la pista è migliorata progressivamente, ed i tempi sono calati in modo vertiginoso non solo per l’utilizzo dei “bottoni magici”. Il margine di miglioramento tra Q1 e Q3 di Ricciardo è stato di 1”290, quello di Rosberg di 1”082, 0”844 per Hamilton (nonostante i problemi) e… appena 58 millesimi per Vettel.

“Le ragioni? – ha risposto Raikkonen - Le conosciamo, ma se mi chiedete se abbiamo una soluzione rispondo che non l’abbiamo su questa pista. Ma dopo andremo su circuiti in cui non dovremmo avere questi problemi. Le sensazioni di oggi sono quelle di una monoposto che in alcuni punti della pista sembrava anche abbastanza buona, a differenza di altri".

"Penso che tutto sia dovuto alla difficoltà che abbiamo nel far funzionare le gomme, e a quel grip che ad un certo punto non abbiamo più. Di colpo si ha la sensazione di perdere il posteriore, e poco dopo accade con l’anteriore”.

Più la finestra di utilizzo si restringe, e più diventa difficile estrarre il meglio dalla gomma, come si è visto oggi a Monaco. Tra Q1 e Q3 la temperatura dell’asfalto è salita di pochi gradi, ed il dato più evidente è che sulla traiettoria percorsa dai piloti l’asfalto si è progressivamente gommato.

E a togliere il sonno agli ingegneri della Ferrari è proprio l’aspetto legato alla repentinità con cui avviene il crollo della performance. Perché gara dopo gara la tensione, anche tra i piloti, sta crescendo. Anche un maestro dell’autocontrollo come Vettel, oggi a Montecarlo è sembrato essere molto vicino al limite dello sbottare…

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