Analisi Mercedes W09: nuova macchina, ma stesso DNA vincente
A prima vista la freccia d'argento delude le aspettative, ma la squadra di Brackley ha estremizzato diversi concetti: non c'è un bullone uguale a quello della W08. Scopriamo quali sono i concetti più innovativi oltre al passo più corto.
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09
Sutton Motorsport Images
Nuova macchina, stesso DNA. La Mercedes W09 è rimasta fedele alla sua filosofia costruttiva che ha permesso a Lewis Hamilton di vincere il quarto titolo mondiale. Di primo acchito la freccia d’argento sembra proprio la progenitrice, ma vi assicuriamo che non c’è niente di uguale.
James Allison e Aldo Costa sono intervenuti in ogni particolare della macchina nel tentativo di estremizzare alcuni concetti per migliorare l’efficienza aerodinamica e ridurre sensibilmente il peso, per fare in modo che l’incremento di massa determinato dall’Halo non spingesse anche questa Mercedes a nascere oltre il limite minimo di 733 kg.
Certamente ha contribuito alla dieta dimagrante la riduzione del passo: sembra che sia stato accorciato lo spacer fra motore e cambio, mentre sembra sia stata incrementata la distanza fra le bocche dei radiatori e le ruote anteriori, onde pagare un dazio più ridotto per i vortici che si creano con le gomme in movimento.
A Brackley non hanno voluto sposare il deviatore di flusso che la Ferrari ha piazzato davanti alle pance della SF70H, ma ha cercato di ottenere gli stessi risultati: dividere i flussi destinati al raffreddamento della power unit, da quelli che devono essere orientati verso il diffusore posteriore.
Basti guardare quanto è stato alzato il triangolo superiore della sospensione anteriore che è perfettamente in linea con le prese d’aria delle pance. Se sul lato porta mozzo è ancorato a un pivot proprio come l’anno scorso, risultando l’attacco disassato da quello inferiore, sul lato scocca gli attacchi sporgono dal telaio e sono al limite dell’altezza del telaio. Il puntone si infila nel vanity panel, per cui i rocker saranno a vista.
Il braccio inferiore torna a essere un vero triangolo: è montato in alto per lasciare il libero passaggio dei flussi sotto ed è allineato al braccio dello sterzo che è diventato un vero e proprio profilo alare.
Il muso ricalca quello della W08 e mantiene i piloncini che reggono l’ala anteriore che ha ben poco di nuovo, mentre è stato affinato l’S-duct che sfoga dopo il tubo di Pitot che è caratterizzato da ben quattro sensori. Interessanti sono le corna dell’estrattore anteriore che sporgono più avanti rispetto alla macchina campione del mondo: il bordo di entrata è squadrato.
Anche le telecamere del muso sono a sbalzo, sostenute da un supporto che ha chiaramente una funzione aerodinamica. Modificata la presa dei freni anteriore precedute da nuovi deviatori di flusso in estensione delle brake duct. La Mercedes non si è fatta tentare dal mozzo forato, né dalla pinza dei freni stesa.
Nuovo il bargeboards sovrastato dalle due enormi corna: stupisce che non ci siano i coltelli, ma solo due elementi verticali inclinati. Questo elemento aerodinamico è collegato direttamente ai deviatori di flusso delle fiancate, sempre in tre elementi, ma molto più svergolati, l’ultimo dei quali, che non si ancora al fondo, diventa l’elemento a ponte che va a collegarsi fino alla scocca. E in mezzo fra bargeboards e deviatori di flusso ecco anche un set di… lame verticali.
Il fondo mostra una sorta di sciabola chiusa di matrice Ferrari, mentre davanti alle ruote posteriori ci sono nove soffiaggi per ridurre il “tyre squirt”.
La bocca dei radiatori è molto alta e piuttosto stretta: la W09 mantiene il cono di protezione antintrusione laterale al bordo delle pance. Poi la fiancata si allarga leggermente per contenere i radiatori e, quindi si stringe fino in coda. Lo sfogo per l’estrazione di aria calda è minimo: le altre monoposto hanno avvolto il braccio superiore della sospensione posteriore e, invece, a Brackley sono riusciti a ridurre gli ingombri in modo sorprendente, segno che il motore non ha fame… d’aria.
La presa d’aria del motore è ogivale con il roll bar inglobato che divide i passaggi di aria fra quelli destinati al compressore e quelli per il raffreddamento dell’ERS. Realizzando il nuovo motore, Andy Cowell ha rivisto anche la collocazione dei singoli particolari che ha permesso una forma a Coca cola molto estrema. Il cofano è molto stretto e lo dimostra il fatto che in coda carena lo scarico unico. C’è anche una deriva che è la più grande fra quelle viste finora.
La sospensione posteriore è pull rod e mostra un tirante molto corto, segno che anche la Mercedes ha i cinematismi fra cambio e differenziale, proprio come la Rossa. L’ala posteriore standard (per ora) è sorretta da un mono pilone che deve fare ricorso al “cerchiello” per abbracciare il terminale di scarico.
La Mercedes non usa la gear-wing, vale a dire la T-wing bassa che è ancora permessa dalle norme, mentre si nota un piccolo profilo a sbalzo al supporto dell’ala…
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