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Analisi: Bottas in Mercedes si gioca la carriera in dieci gare

Per il finlandese quella offertagli dalla squadra di Brackley è la chance della vita. Ma sul piatto c’è anche un rischio da non sottovalutare...

Valtteri Bottas, Mercedes

Foto di: LAT Images

Valtteri Bottas, Mercedes, Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes, Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes, Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes
Valtteri Bottas, Mercedes

Uno degli interrogativi che precederà l’inizio del Mondiale 2017 è comune a una corposa fetta di appassionati: Valtteri Bottas sarà all’altezza della Mercedes lasciata libera da Nico Rosberg? Molti addetti ai lavori non hanno dubbi, anche se un periodo di apprendistato sembra indispensabile per permettere al finlandese di familiarizzare con una squadra e con obiettivi differenti rispetto alle sue esperienze precedenti.

C’è una sensazione di "déjà-vu", che del tutto casualmente vede la situazione di Bottas ricordare quella che fece da contorno ad inizio 2010 un altro pilota che si apprestava a muovere i primi passi in Mercedes: Nico Rosberg.

Le carriere dei due piloti hanno in effetti molti punti in comune. Un buon inizio in monoposto, con Bottas vincitore in Formula Renault e Rosberg in Formula BMW. Poi un’esperienza biennale in Formula 3, tra acuti ed un titolo che non è arrivato. Le strade si sono spostate di poco, con Rosberg subito campione in GP2 e Bottas in GP3.

Poi la Formula 1, con entrambi per quattro anni in Williams: dal 2006 al 2009 per Nico, dal 2013 al 2016 per Valtteri. Il primo anno duro per entrambi (stesso bottino, 4 punti e diciassettesimo posto finale), poi una seconda stagione che è rimasta in salita per il neo-Campione del Mondo, mentre nel caso di Bottas si è rivelata di sapore diverso, con sei podi.

Rosberg approdò in Mercedes con 70 Gran Premi nel curriculum e due piazzamenti nella top-3, mentre Bottas vi arriva con nove gare in più, e nove piazzamenti sul podio. Poi, pur arrivando nello stesso team, le strade divergono un po’. Quella che nel 2010 accolse Rosberg era una Mercedes con ambizioni differenti, una squadra da metà classifica che indubbiamente non mise sul pilota tedesco la stessa pressione che troverà Bottas.

Ma quando il 23 dicembre 2009 Michael Schumacher annunciò al Mondo il suo ritorno in Formula 1, Rosberg sembrò aver fatto la scelta sbagliata, e per lui fu imprudentemente descritto un ruolo da vassallo che poi si rivelò una previsione clamorosamente errata.

Rosberg si ritrovò a guidare una Mercedes da titolo solo nella quinta stagione nel team tedesco, ma già nel 2012 e 2013 aveva assaggiato il gradino più alto del podio. Un successo nel 2012 (contro le zero vittorie di Michael Schumacher), due l’anno successivo contro un solo successo del nuovo compagno Lewis Hamilton.

Il resto è storia recente. Rosberg ha saputo per prima cosa sconfiggere i molti pregiudizi sul suo conto, confermandosi un top-driver nel confronto di nomi leggendari della Formula 1, e la stessa impresa attende ora Bottas. Ma Nico ha avuto tempo per crescere, di pari passo allo sviluppo della Mercedes.

Per Bottas sarà diverso. Valtteri godrà di una monoposto di livello assoluto sin dalla suo primo Gran Premio in “grigio”, ma gli mancherà una componente strategica: il tempo. Il finlandese avrà mezza stagione per puntare ad un rinnovo, dieci gare cruciali per la sua carriera. Se arriveranno i risultati sperati, entrerà nell’ambito gruppo dei top-driver del Circus, e si garantirà un futuro.

Viceversa la Mercedes sarà su un mercato che offrirà nomi di peso senza vincoli contrattuali. Bottas potrebbe correre i rischi che conosce bene Heikki Kovalainen, arrivato in McLaren nel 2008 al fianco di Hamilton, e ridimensionato da un confronto che di fatto ha scritto la fine della sua carriera in Formula 1.

Un’ultima valutazione riguarda la scelta della Mercedes, giudicata da qualche addetto ai lavori di secondo livello. La storia insegna che è impossibile mettere tutti d’accordo. Se sull’asse Stoccarda-Brackley avessero scelto un curriculum più corposo, Toto Wolff sarebbe stato accusato di non voler osare, di temere quell’azzardo che si può permettere Helmut Marko senza paura di polemiche.

Ma ora che la Mercedes ha osato, si parla di opzione di serie B. Sono gli stessi dubbi che accolsero la scelta Rosberg, e sotto certi aspetti possono anche essere considerati beneauguranti da Bottas. Ora sta a Valtteri smentire con i fatti i suoi detrattori, ad iniziare da Bernie Ecclestone, che teme un Mondiale 2017 in cui Hamilton doppierà tutti.

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