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Alonso: l'addio alla F1 è una naturale conseguenza in un ambiente a lui ormai chiuso. Punterà tutto sulla Tripla Corona

L'asturiano ha ufficializzato oggi che darà l'addio alla F1 al termine di questa stagione. Inutile proseguire al volante di una monoposto che lotta per prendere pochi punti: ora la sfida si sposta al di là dell'oceano per vincere la Tripla Corona.

Fernando Alonso, McLaren

Fernando Alonso, McLaren

Jerry Andre / Motorsport Images

Le storie, anche le più gloriose, hanno sempre una fine. Quella tra Fernando Alonso e la Formula 1 terminerà il prossimo mese di novembre, sul circuito di Yas Marina, ed è un epilogo naturale che appare per alcuni aspetti, molto meno per altri. Dopo quattro anni vissuti guidando una monoposto che non gli ha mai permesso di lottare per il titolo, per la vittoria ed anche solo per il podio, la voglia (non la motivazione) è venuta meno.

Meglio guardare altrove, a contesti dove Alonso potrà tornare ad arrivare in pista al mattino sapendo che potrà lottare per la vittoria, come ha sempre fatto prima del 2015. L’obiettivo della tripla corona è lì, a portata di mano, ed anche se non sono arrivati annunci ufficiali sul programma 2019, siamo certi che lo vedremo sulla griglia di partenza della 500 miglia di Indianapolis, e probabilmente al via di tutta la stagione Indycar.

Un epilogo naturale, perché un pilota con le capacità di Alonso non può essere mortificato in eterno da una monoposto non alla sua altezza. Ma allo stesso tempo è questo che rende molto meno naturale il suo addio alla Formula 1. Fernando è lontanissimo dalla figura del pilota che prende atto di essere nella parte discendente della sua parabola. Il suo addio al Circus è arrivato in un momento in cui avrebbe ancora potuto dire la sua per qualsiasi obiettivo, nessuno escluso, a patto però di avere i mezzi tecnici per poter giocarsi i massimi traguardi.

Ma le strade dei top team, per Alonso, sono chiuse da tempo. Le parole pronunciate pubblicamente da Christian Horner e Felipe Massa negli ultimi giorni sono le stesse sussurrate da anni (a microfoni spenti) da molti addetti ai lavori, pensieri che hanno preso forma nel tempo condannando una personalità forte, fortissima. Una personalità che è stata l’arma eccezionale che ha consentito a Fernando (giovanissimo) di arrivare in cima alla vetta della Formula 1 ,ma allo stesso tempo il limite che non gli ha permesso di raccogliere tutto ciò che il suo talento e le sue capacità gli avrebbero consentito.

Alonso, in pista, ha saputo andare oltre, confermando di poter garantire un valore aggiunto pazzesco in tante occasioni. Un vero cannibale, che non ha mai dubitato anche solo un secondo del proprio eccezionale talento, senza alcun timore reverenziale nei confronti di nessuno. L’esplosione in Renault, l’impatto con una McLaren dove si è trovato per la prima volta a non essere il numero 1 del team, e dalla fine del 2007 una lunga lista di scelte obbligate. Il ritorno in Renault, la chance di tornare al vertice arrivata dalla Ferrari, fino all’approdo in McLaren, unica opzione disponibile dopo il burrascoso divorzio con Maranello.

Per ripartire era necessario prendere le distanze dal passato. Per potersi reinventare, ma il passato di Fernando è troppo ingombrante per poter essere messo da parte. Il peggior nemico di Fernando Alonso è diventata la sua stesa storia, ed è un vero peccato, perché in casco e tuta Fernando resta un numero uno assoluto, capace di una visione di gara ed un’intensità di rendimento unica.

Il video messaggio in cui saluta la “Formula 1”, pubblicato da Fernando sui social termina così: “Posso solo essere grato a te e alle persone che mi hanno permesso di conoscere nuove culture, lingue e personalità meravigliose che sono entrate nella mia vita. So che mi ami, ed puoi essere certa che anch'io ti amo”.

Quella tra Alonso e la Formula 1 resta una storia stupenda, che ha dato tanto al Circus ed anche allo stesso Fernando, che saluterà il paddock al termine di un percorso che lo ha trasformato da pupillo di Adrian Campos a sportivo globale, molto ricco e libero di poter pensare ad un futuro da vivere sempre al massimo, senza preclusioni e compromessi. È Fernando Alonso, e non potrebbe essere altrimenti.

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