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Alonso: è fra i più veloci, ma perché nessun top team lo prende?

Il pilota spagnolo ha dato i tre mesi alla McLaren Honda nella conferenza stampa di ieri a Montreal: “Se non vincerò una gara entro settembre, dirò addio a questo progetto”. Ma Fernando pare non avere alternative per tornare al successo nei GP.

Fernando Alonso, McLaren, holds a doll

Fernando Alonso, McLaren, holds a doll

Steven Tee / Motorsport Images

Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MCL32, climbs from his car
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, alongside Fernando Alonso, McLaren, Jolyon Palmer, Renault Sport F1
Fernando Alonso, McLaren, talks to Eric Boullier, Racing Director, McLaren, after collecting an awar
Fernando Alonso, McLaren, collects an award
McLaren adopts a distinctly American feel in the hospitality area, in celebration of their participation in the Indy 500, Fernando Alonso, McLaren
McLaren adopts a distinctly American feel in the hospitality area, in celebration of their participa
Fernando Alonso, Andretti Autosport Honda
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren, gives an interview

Fernando Alonso è tornato ieri in Canada nel paddock di Formula 1, ma è sembrata tutt’altro che la riapparizione del figliol prodigo.

Nella serata di Montreal molti addetti ai lavori hanno commentato le dichiarazioni rilasciate dal pilota spagnolo, che di fatto ha scaricato la McLaren.

Alonso non è solo un grande pilota, tra le sue doti c’è anche quella di saper utilizzare i media per lanciare messaggi chiari, e ieri è stato fin troppo esplicito in merito alle sue intenzioni future: “se non vincerò una gara entro settembre, dirò addio a questo progetto”, riferendosi ovviamente all’avventura McLaren-Honda.

La giurisprudenza chiarisce che condizionare un contratto ad un evento irrealizzabile vanifica di fatto un accordo che non potrà mai assumere efficacia. Ovvero: Alonso ha comunicato che lascerà la squadra a fine stagione.

E forse Fernando ha detto di più, perché non può scoprire dopo diciassette anni nel Circus che in certe stagioni ci sono dei valori in campo ben definiti:
“Non sono
 più disposto ad 
accettare una situazione in cui al
 via sappiamo già
 al 99 per cento come saranno le prime quindici posizioni”.

E qui lo spagnolo è andato oltre, scaricando non solo la McLaren, ma anche una Formula 1 che non ama più.

Quello che al momento è difficile capire è se siamo davanti ad un Alonso che scarica la Formula 1 o se è il Circus ad aver scaricato il bi-campione del Mondo. E’, quella di Fernando, una vera scelta personale o obbligata dalle circostanze? In alternativa al volante McLaren di fatto oggi Alonso ha ben poco. Le porte Mercedes sono chiuse, così come quelle di Maranello.

Red Bull ha due piloti sotto contratto fino al termine del 2018, e i giochi per provare a tornare a vincere finiscono qui. Se Fernando si accontentasse di lottare per il podio, sperando in un exploit, si potrebbe ipotizzare un suo ritorno “bis” in Renault, ma è davvero quello che vuole?

A Montreal ieri è circolata anche un’indiscrezione legata ad un possibile colpo di scena, ovvero che la McLaren possa aver chiesto la fornitura di motori Mercedes per il prossimo Mondiale. Un’opzione che il team inglese sogna, ma la realtà attuale è che la squadra di Woking senza il supporto finanziario garantito dalla Honda possa fare ben poco.

Se arrivasse un main sponsor di grande portata tutto diventerebbe più realistico, ma ad oggi non vi è traccia di alcun accordo commerciale. Davanti ad una simile situazione per Alonso lasciare la Formula 1 non è più una scelta tanto volontaria, ma una decisione che ha preso forma al di là dei suoi desideri.

“L’esperienza ad Indy mi ha fatto capire di potere essere ancora un pilota vincente – ha ribadito ieri Fernando - di volere lottare sempre per arrivare davanti a tutti e, soprattutto, di vedere all’orizzonte per me ancora
il motorsport”.

Il motorsport è un contesto molto più ampio della sola Formula 1, e Alonso di questo ha parlato. Se saluterà il Circus per puntare ad altri lidi lascerà tanti ricordi ma anche un grande interrogativo. Per la prima volta saremmo davanti alla storia di un pilota che per tutto il paddock resta uno dei più veloci sulla piazza ma che nessun team di vertice vuole avere nel proprio box.

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