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Alla Pirelli piacerebbe un pilota italiano in Formula 1

Sono cinque anni che non c'è un nostro conduttore nella griglia di partenza di un Gp: gli ultimi sono stati Trulli e Liuzzi. Quali prospettive ci sono per i giovani tricolori?

Pneumatici Pirelli per il Team Ferrari

Foto di: XPB Images

Raffaele Marciello, Ferrari SF15-T Test Driver con sensori di velocità
Raffaele Marciello, Trident
Gara 2 il vincitore Luca Ghiotto, Trident
Antonio Fuoco, Ferrari SF15-T Test Driver
Antonio Giovinazzi
Pneumatici Pirelli per il Team Ferrari

Sono cinque anni che un pilota italiano non disputa un Gran Premio di Formula 1. Gli ultimi sono stati Jarno Trulli con la Lotus-Renault e Vitantonio Liuzzi con l’HRT nel Gp del Brasile 2011. Da allora è passato un lustro e ancora non si è visto il giovane talento che può ambire a entrare stabilmente nel Circus come titolare. I nostri ragazzi arrivano tutt’al più al ruolo di test driver e poi non trovano gli sbocchi per entrare in un abitacolo da titolari perché non sono dei “predestinati” come Max Verstappen, che ha fatto suo debutto nella massima serie a 17 anni o perché non dispongono di budget adeguati per sostenere l’investimento che serve ad allevare un giovane campione.

Eppure alla Pirelli la voglia di rivedere il tricolore sventolare nello schieramento non l’hanno persa. Anzi. Alla multinazionale della gomma che ha il suo quartiere generale a Milano, piacerebbe molto che un pilota italiano avesse una chance per tornare in Formula 1.

La Casa della Bicocca, che fornirà in esclusiva gli pneumatici alle squadre del Circus per i prossimi tre anni, non ha più visto nostri piloti sulla griglia di partenza dall’anno del suo rientro nel Circus e vorrebbe che ci fosse un’inversione di tendenza.

Tanto più che la Pirelli nel 2015 ha supportato l’ACI Team Italia, che ha aiutato Raffaele Marciello a correre in GP2 e Luca Ghiotto in GP3 con il Team Trident; mentre nei rally Giuseppe Testa e Fabio Andolfi sono stati protagonisti nel WRC con una Peugeot 208 R2 della Ferraris Squadra Corse e Andrea Crugnola ha gareggiato nel mondiale con un programma ufficiale di Renault Sport.

Raffaele Marciello l’anno scorso la F.1 l’ha annusata: ha girato con la Sauber C34 in alcuni venerdì di Gp, così come ha avuto l’opportunità di guidare la Ferrari SF15-T nei test in stagione, ma la sua deludente annata in GP2 ha raffreddato gli entusiasmi della Ferrari Driver Academy che lo ha “tagliato” dal programma 2016, per cui proseguirà con Russian Time l’esperienza solo nella serie cadetta.

Luca Ghiotto, invece, è stato promosso nella serie cadetta dalla Trident: il veneto era in ballottaggio per entrare nel programma giovani di Red Bull e Ferrari, ma dopo essersi visto sfilare il titolo da Esteban Ocon, non è più rientrato nei piani dei due team e dovrà tentare la scalata al vertice potendo contare sulle sue forze e sul piccolo (ma importante) contributo dell’ACI CSAI.

Insomma i piloti scelti dall’ACI Team Italia per la pista sono stati “trombati”. Va detto che l’attenzione dell’FDA è aperta al mondo più che ai nostri. Chissà se con l’arrivo di Massimo Rivola al posto di Luca Baldisserri cambieranno almeno un poco le strategie del Cavallino?

Pare proprio di sì, visto che l’anno scorso la presenza di Lance Stroll è stata giudicata fin troppo ingombrante: il padre Lawrence ha contribuito a finanziare il programma FDA (aveva portato in dote a Maranello un simulatore che prontamente si sarebbe ripreso) facendo pesare oltre misura questo ruolo.

Nella lista 2016 del Cavallino sarà confermato il cinese Guan Yu Zhou e dovrebbero entrare Giuliano Alesi e Mick Schumacher, due figli d’arte che riscuotono il credito costruito a Maranello dai loro genitori, oltre a Charles Leclerc, il miglior rookie della F.3 europea dello scorso anno che ha impressionato Maurizio Arrivabene. Il team principal ha avuto buon occhio selezionando il francese che è considerato uno degli emergenti più promettenti.

E gli italiani? L’endorsment Pirelli spinge a fare più spazio anche ai nostri. Prosegue il cammino di Antonio Fuoco che ha assaporato il gusto della F.1 nei test al Red Bull Ring con la Rossa, anche se il 19enne di Cariati è parso ancora acerbo per la massima serie. Probabilmente deve ancora mangiare qualche panino nelle categorie addestrative prima di ambire a qualcosa di più sostanzioso.

In Italia c’è molta aspettativa per Antonio Giovinazzi che approda alla GP2 con la Prema, ma il pilota di Martina Franca sa che l’ascesa è irta se non si è parte di qualche programma ufficiale di un Costruttore: Antonio aveva allacciato un legame con l’Audi che lo voleva nel DTM, ma per ora non se n’è fatto niente. La Mercedes, invece, ha già sistemato un tedesco, promuovendo il collaudatore e campione DTM, Pascal Wehrlein alla Manor, mentre la Renault al suo rientro nel Circus si è fatta prestare il francese Esteban Ocon, campione GP3, proprio da Toto Wolff. Solo da noi non si riesce a sbloccare la situazione?

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