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Analisi

Alesi: quando il "cavallo pazzo" della F1 ha detto sì alla Ferrari

La storia di Jean Alesi in Formula 1 avrebbe potuto avere un esito diverso se avesse deciso di rispettare il contratto con la Williams, ma il francese non ha nessun rimpianto per essersi legato alla Ferrari.

Jean Alesi, Ferrari 643

Jean Alesi, Ferrari 643

LAT Images

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Dopo aver sfiorato il titolo nel 1990 con Alain Prost la Ferrari ha deciso di affiancare al “professore” il connazionale Jean Alesi per la stagione successiva. Il francese di origini siciliane ha così compiuto il grande salto dalla Tyrrell alla scuderia di Maranello, ma il 1991 ha rappresentato un anno terribile per il team con lotte politiche, carenze tecniche e grande delusione dei tifosi.

Il binomio Senna-Honda ha raggiunto il suo apice proprio in quella stagione, mentre Nigel Mansell ha trovato rifugio in una Williams non al top per quel che riguarda l’affidabilità.

Prost, al suo secondo anno con la Scuderia, è rimasto a secco di vittorie per la prima volta dal suo debutto in Formula 1 e prima della fine della stagione sarebbe stato licenziato tra mille polemiche, mentre l’astro nascente Alesi si è trovato sopraffatto da questa situazione caotica anche se avrebbe potuto conquistare la vittoria a Spa-Francorchamps se il motore non l’avesse tradito.

Jean Alesi, Ferrari 642. Il 1991 non è stato un anno particolarmente brillante per la Ferrari

Jean Alesi, Ferrari 642. Il 1991 non è stato un anno particolarmente brillante per la Ferrari

Photo by: Motorsport Images

Perché Alesi ha scelto di andare alla Ferrari? All’inizio del 1990 il francese aveva firmato un contratto per la Williams per il periodo 1991-1993, ma era presente una opzione a favore del team di Sir Frank che scadeva a settembre.

Fino ad allora, però, la scuderia inglese non aveva fatto parola con nessuno di questo accordo e nello stesso periodo la Renault (che all’epoca pagava gli stipendi dei piloti) dietro le quinte stava giocando duro con Frank Williams ed era stuzzicata dall’idea di poter prendere Senna.

Per Alesi questa attesa stava diventando insostenibile e recentemente ha affermato: “Era una situazione decisamente scomoda per me”.

Dopo aver supplicato Frank Williams di ufficializzare il tutto al GP di Gran Bretagna, la Ferrari ha iniziato a pressare Alesi per proporgli il posto che l’anno successivo sarebbe stato lasciato libero da Nigel Mansell.

Jean prese i contratti e li consegnò alla Ferrari chiedendo che fossero i legali della Scuderia a risolvere la situazione con la Williams.

Fu Cesare Fiorio a districare la matassa ed a pensarci ora tutta questa vicenda sembra incredibile. Fiorio, infatti, aveva fatto di tutto nel 1990 per portare Senna in Ferrari prima che l’episodio di Suzuka creasse una apocalisse, ma il suo piano fu ostacolato dall’allora presidente Piero Fusaro che aveva informato Prost di questa volontà.

Nonostante Alesi non abbia mai percorso neppure un metro al volante della Williams la Ferrari ha pagato una penale per rescindere il contratto del francese e farlo vestire con la tuta rossa nel 1991. Oltre a ciò nel museo Williams è presenta anche la splendida Ferrari del 1990 guidata da Prost…

Con il senno di poi la scelta di Alesi non si è rivelata corretta, specie considerando il dominio messo in campo dalla Williams-Renault negli anni successivi.

Jean, però, è riuscito ad appagare la sua anima agonistica con il suo passaggio in Ferrari.

“La gente spesso mi chiede se ho fatto bene a dire di no a una squadra campione del mondo. Non ho rimpianti per quello che è successo. Quello che ho vissuto con la Ferrari, il tempo che ho passato con loro, è stato magico”.

“Credo davvero in quello che dico. Penso che come pilota sono ricordato più per la felicità che ho regalato ai miei tifosi e questo per me conta molto di più dell’avere una bacheca piena di trofei. Certo, non aver potuto correre con la Williams mi ha privato di molti grandi risultati, ma tutto quello che ho ottenuto è stato speciale e magico per me. Non ho alcun rimpianto”.

Alesi ha poi confermato come il passaggio da un team di metà classifica come la Tyrrell ad una squadra di vertice come la Ferrari sia stato giusto.

Jean Alesi, Ferrari 643. Nonostante le delusioni, Jean non ha mai avuto alcun rimpianto per aver scelto la Rossa

Jean Alesi, Ferrari 643. Nonostante le delusioni, Jean non ha mai avuto alcun rimpianto per aver scelto la Rossa

Photo by: Motorsport Images

“In termini di strutture è stato come passare dalla notte al giorno, ma lo spirito della Tyrrell era lo stesso della Ferrari. Dai capi squadra ai meccanici tutti erano davvero appassionati. Ken e Nora sono stati fantastici con me e la loro fiducia ha significato molto per me. Erano una coppia meravigliosa che ricorderò per sempre”.

Jean ha poi parlato in tono ironico delle aspettative dei tifosi della Rossa: “Io mi stavo solo divertendo! Tutta la pressione era su Alain. Era lui che aveva il compito di riportare il titolo a Maranello, non io”.

“Mi sentivo come se fossi nello stesso ruolo di Gilles Villeneuve. Ero sempre libero di spingere al massimo, nessuno cercava da me i risultati. Avevo la possibilità di far divertire i tifosi. Loro sembrano contenti che corressi per la Ferrari ed io ero contento di esibirmi per loro”.

La Ferrari ha iniziato la stagione ’91 con grandi speranze ed i test invernali erano andati bene. Alesi aveva chiuso in vetta le prove del venerdì di Phoenix, gara inaugurale della stagione che si sarebbe disputata su quel circuito che l’anno prima lo aveva visto brillare al volante della Tyrrell.

Il telaio della Ferrari 642 però non si sposava alla perfezione con l’asfalto sconnesso del tracciato e nemmeno la maggiore potenza del motore V12 poteva garantire grandi passi avanti a causa della scarsa guidabilità offerta.

“Abbiamo effettuato molti test al Mugello ed abbiamo provato vari sviluppi. Il maggiore problema è arrivato dal differenziale elettronico. Era davvero difficile da settare. Al Mugello sapevamo cosa fare e l’affidabilità era eccellente, ma quando siamo arrivati a Phoenix la vettura era assolutamente inguidabile. Abbiamo avuto i nostri primi problemi proprio là e le premesse di inizio stagione si sono presto sgretolate”.

Prima che il cambio lo tradisse, Alesi era riuscito ad ottenere il giro più veloce, mentre Alain Prost era risalito sino al secondo posto, il miglior risultato di tutta la stagione.

“La vettura era davvero imprevedibile – ha proseguito Jean – avevamo dei sensori ancora primitivi e il differenziale si bloccava in modo inaspettato rendendo la guida molto complicata”.

“Dopo l’ottima stagione 1990 abbiamo iniziato il campionato 1991 con la stessa base e le stesse specifiche. Avremmo dovuto essere competitivi, ma tutti erano davvero delusi”.

Uno dei pochi problemi che Alesi non ha dovuto affrontare in quella stagione è stato il suo rapporto con Prost, sicuramente meno burrascoso di quello del ’90 quando c’era Mansell, ed il fatto che Jean non fosse Senna ha aiutato notevolmente.

“Forse ha aiutato il fatto che eravamo connazionali, ma per me Alain resta il maestro. Per tutta la sua carriera è stato il professore. E’ stato l’unico compagno di team che abbia mai avuto che non abbia mia tentato di fare qualcosa alle mie spalle”.

“Aveva uno stile di guida assolutamente inimitabile. Non aveva nulla da nascondere. Se avessi provato ad imitarlo non ci sarei riuscito”.

Alesi ha conquistato il suo primo podio con la Ferrari a Monaco, ma anche in questo caso il weekend non è andato secondo i piani. In qualifica il francese ha ottenuto il nono tempo girando un secondo più lento di Stefano Modena su Tyrrell dotata del motore Mugen Honda V10.

A distanza di anni Jean ricorda di essere rimasto scioccato da quanto la Ferrari fosse stata inguidabile sulle stradine del Principato.

“Era una vettura molto lunga e poco reattiva e non rispondeva come volevo. Dopo le qualifiche la squadra mi ha detto di non pensare al tempo e di portare soltanto a casa la macchina. Sono riuscito a salire sul podio, ma ero davvero deluso dalle prestazioni dell’auto”.

Alla fine non è stato doppiato a differenza di Prost rallentato da un lungo pit stop. A Maranello sono corsi ai ripari con un nuovo telaio, il 643, in occasione del GP di Francia. Jean-Claude Migeot, tecnico che aveva lavorato con Alesi in Tyrrell, aveva rinnovato completamente l’aerodinamica, ma le carenze a livello di motore rispetto all’Honda ed al Renault erano ancora evidenti.

“Ha migliorato la deportanza, ma eravamo ancora molto lontani dalle squadre di punta. Avevamo un frontale molto rigido e soltanto a seguito di alcuni aggiornamenti abbiamo risolto parte dei problemi di handling”.

“Questo, però, non ha aiutato Alain. Lo sterzo era davvero pesante ed iniziò a lottare con la macchina. Dopo non essere riuscito ad ottenere risultati è esploso a Suzuka!”.

“Lui aveva capito dopo poche gare che non aveva alcuna possibilità di vincere il titolo. Per Alain era troppo, ma quando mi hanno comunicato che era stato licenziato per me è stato uno shock”.

Fiorio era già stato mandato via e le lotte politiche all’interno della Ferrari apparivano fuori controllo.

“Cesare era davvero straordinario nella cura dei dettagli ed ha dato l’anima per cercare di far vincere la squadra. Purtroppo la politica all’interno della Ferrari era troppo grande e lui ha pagato il prezzo delle decisioni prese dai vertici”.

Uno dei vantaggi degli aggiornamenti di metà stagione era l’ottimo feeling tra la Ferrari e le gomme Goodyear di mescola dura. Questo consentiva al team di poter giocare con le strategie ed osare anche gare senza soste come quella di Alesi in Belgio.

Jean Alesi. Ferrari 643. In Belgio il francese avrebbe potuto cogliere il primo successo in F1, ma il motore lo ha tradito

Jean Alesi. Ferrari 643. In Belgio il francese avrebbe potuto cogliere il primo successo in F1, ma il motore lo ha tradito

Photo by: Motorsport Images

“Poteva essere la mia prima vittoria in F1. Prima che il motore esplodesse mi trovavo al comando perché non mi ero fermato grazie alle mescole più dure. Ayrton si trovava dietro di me, mentre Mansell era già fuori dalla corsa. Senna voleva i punti del secondo posto e non aveva intenzione di darmi la caccia”.

“Improvvisamente il motore è esploso. Abbiamo avuto problemi con le valvole. Avevamo un cambio a sette marce, ma abbiamo dovuto usare il motore al massimo dei giri per ottenere la potenza maggiore. All’inizio usavamo solo sei marce, mentre la settima era una sorta di overdrive per evitare problemi. Anche così, però, non eravamo al riparto da guasti a causa dei problemi alle valvole”.

I problemi tecnici hanno costretto Alesi a ben sei ritiri, ma il francese è stato anche protagonista di errori come quello in Messico.

“Stavo spingendo al massimo. Ero in lotta con Nigel quando ho commesso un errore perdendo il posteriore. E’ stato un momento terribile. Quella era la parte peggiore di me quando ero giovane”.

Gli altri podi di Alesi sono arrivati a Hockenheim e a Estoril, con quest'ultimo giunto dopo un pitstop pazzesco: “E' stata una vera follia. Non avevamo limiti di velocità ai box ed arrivavamo davvero spediti. In questa occasione, ho quasi perso il posteriore in frenata, ma sono riuscito a entrare nella piazzola di sosta ai box senza colpire nessuno”.

Un’altra occasione mancata è stata quella di Silverstone dove, dopo essere retrocesso al nono posto in partenza per evitare le monoposto di Berger e Patrese entrate in contatto alla Copse, la Ferrari di Alesi ha rimontato sino al terzo posto grazie ad una serie di sorpassi spettacolari.

“Ai tempi iniziavamo le gare con 200 Kg di carburante e la vettura era davvero pesante. Alain è sempre stato molto attento nei primi 10 giri, ma io no. Spingevo sempre al limite!”.

Questa rimonta si è però conclusa contro il retrotreno della Larousse di Aguri Suzuki. Nessuno però ricorda questo episodio ma solo i grandi sorpassi compiuti da Jean.

Un altro momento memorabile è avvenuto in Spagna quando è stato accusato di aver compiuto una falsa partenza.

“Tutto è iniziato durante il briefing dei piloti. Balestre è arrivato e ha iniziato a fare il suo 'spettacolo'. Gridò: "Sarò sul muretto dei box e se vedo un pilota che fa una falsa partenza lo penalizzerò". Alain e Ayrton litigavano sempre per questo nei briefing e lui si era stancato”.

“La pista era umida e la mia posizione di partenza era sotto un cavalcavia. Le ruote posteriori della mia vettura erano così in una zona asciutta ed ho fatto una partenza incredibile guadagnando numerose posizioni”.

“Poco dopo via radio mi dicono: "penalità, penalità, penalità", e io rispondo: "no, no, no, no, no!". Poi mi sono reso conto che era Balestre”.

“Sono dovuto rientrare ai box e quando ho avuto il via libera dopo 10 secondi ho iniziato a tirare tutte le marce sino a passare in settima vicino al box della Minardi!”.

Non sapremo mai se Alesi sarebbe riuscito a conquistare il titolo se fosse andato in Williams. Quello che è certo è che a lui non interessa.

“Anche con tutti i problemi che abbiamo avuto con la macchina, è stato un bel momento per essere in F1. Ho avuto la possibilità di correre contro Alain, Ayrton, Nigel, Nelson, Gerhard... E' stata l’epoca migliore e io me la sono goduta come un appassionato”.

“Il rispetto che ho ricevuto dai tifosi Ferrari è stato enorme. Nonostante la mancanza di risultati resta un grande ricordo. Ho trascorso gli anni migliori della mia vita”.

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