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Intervista

Albon: "Vi racconto la telefonata che mi ha allungato la carriera"

L'inglese di nascita e thailandese di licenza a 23 anni è approdato alla F1 grazie a una chiamata di Helmut Marko, il consulente Red Bull che lo aveva già bocciato nel 2012. Alexander ci svela una carriera fatta di continui alti e bassi: "Ecco perché vivo la stagione Toro Rosso GP per GP".

Alexander Albon, Toro Rosso

Alexander Albon, Toro Rosso

Andy Hone / Motorsport Images

Meno di sei mesi fa (novembre 2018) Alexander Albon era in un centro commerciale a Dubai. Aveva squillato il telefono e sul display era apparso un nome: “Dr. Helmut Marko”. Albon aveva risposto subito, poche parole e quando aveva riattaccato si guardava intorno impietrito: era un pilota di Formula 1 e sarebbe stato al via del Mondiale 2019.

La storia di questo ragazzo, oggi ventitreenne, merita di essere raccontata. Chiariamo subito i dubbi legati al passaporto thailandese. Albon è nato a Londra, anzi, proprio nel centro di Londra, in una clinica che si affaccia sul Regent’s park.

Papà Nigel è un ex pilota inglese che vanta trascorsi nel British Touring Car Championship e nella Porsche Carrera Cup, la mamma è originaria della Thailandia. Dal primo ha ereditato la passione per il motorsport, dalla seconda la cittadinanza ed il doppio passaporto thailandese che Alex ha deciso di utilizzare quando ha richiesto la licenza da pilota.

La carriera di Albon non è mai stata un cammino in discesa. Sono arrivate grandi opportunità, seguite da cadute e risalite, disegnando un percorso affascinante che conferma non solo il talento ma anche una notevole dose di caparbietà e solidità, ovvero ciò che ha sorpreso maggiormente coloro che hanno imparato a conoscerlo in Formula 1.

Quella di Dubai non è stata la prima telefonata importante che Albon ha ricevuto da Helmut Marko: “Si, ce ne sono state altre due, ed in tutti i casi hanno dato una sterzata alla mia carriera”.

Iniziamo dalla prima...
“In kart mi sono messo in luce, e da li è arrivata la chance di entrare nel Red Bull Junior Team. Ho accettato la proposta di Helmut Marko e la stagione successiva, nel 2012, ho esordito in monoposto. Ero un pilota Red Bull, molto contento di avere quella opportunità”.

Però…
“Mi sono ritrovato in una squadra di Formula Renault 2.0 che non navigava nell’oro, ma soprattutto mi sono trovato da solo, senza un compagno con cui poter confrontarmi su guida e messa a punto. Ero ai primi passi in monoposto, ed ero solo ad affrontare la mia prima stagione in macchina".

"Le cose non sono andate bene, e a dirla tutta non sapevo neanche se il problema fossi io o ciò che mi circondava: alla fine credo sia stata una combinazione di entrambe le cose".

"Arrivato all’ultima gara della stagione avevo sentito molto bene l’aria che tirava, e quando mi ha chiamato il Dr.Marko ho capito che la mia avventura nel Red Bull Junior Team era terminata”.

E' stata una mazzata...
“Sì, è arrivata subito dopo l'ultima gara in realtà. C’erano due modi per gestire una situazione del genere, ovvero dirti che è finita, oppure rimboccarsi le maniche e capire come andare avanti”.

Cosa è successo a quel punto?
“Sono stato molto fortunato perché ho incontrato Gwen Lagrue (attuale manager del programma junior della Mercedes). All’epoca lavorava nel progetto Lotus junior team, e gli ho parlato spiegandogli la situazione: grazie alla sua fiducia ho proseguito".

"Nel 2013 posso dire di aver completato la mia prima vera stagione d’esordio in monoposto, perché per la prima volta ho avuto dei compagni di squadra con cui confrontarmi, e ho trovato una squadra che mi è venuta incontro, cercando di capire il mio stile di guida”.

Poi è arrivato il 2016, in GP3 Series al fianco di Charles Leclerc nel team ART...
“Credo che essere nella squadra giusta sia un grande aiuto quando stai crescendo come pilota. Il 2016 è stato un anno importante per me, perché per la prima volta ho potuto lottare per il campionato e l’ho fatto contro il mio compagno di squadra”.

Oggi tutti possono valutare contro chi te le sei giocata...
“Eh, sì. Alla vigilia della stagione tutti pensavano che la sfida sarebbe stata tra Charles e Nyck De Vries, e credo di aver sorpreso molti osservatori riuscendo a diventare io il contendente di Leclerc. È stato un passaggio importante, perché da quel momento ho visto crescere le mie quotazioni anche se a fine stagione mi sono piazzato secondo".

Charles è stato un buon compagno di squadra?
“Sì, molto forte, un enorme talento naturale e ricordo di averlo capito fin dall’inizio della stagione. Ma Charles non è solo un gran pilota, è anche una bella persona, e non abbiamo mai avuto problemi. Ci siano confrontati in tutte le occasioni, qualifiche e gare, ma fuori dalla pista siamo sempre stati molto rispettosi uno dell’altro, e ancora adesso credo che ci sia un gran rispetto reciproco”.

Nel 2017 sembravi destinato ad essere uno dei rookie di riferimento in Formula 2. Cosa è successo?
“L'anno è iniziato abbastanza bene, con un po' di sfortuna, ovvero senza safety-car che mi hanno fregato, avrei potuto vincere a Barcellona e a Monaco, ma poi mi sono rotto una clavicola mentre mi allenavo e ho dovuto saltare la trasferta di Baku. Il momento è stato difficile, perché quando sono tornato in pista non ero al cento per cento".

"Il feeling con la squadra non era ottimo e sono iniziati a venirmi dei dubbi: ‘cosa stava succedendo?’. Poi a fine stagione ho deciso di provare con il team Dams nei test di Abu Dhabi, e ho trovato molte risposte. Non so spiegarmi perché, ma nel mio 2017 ci sono state molte anomalie. Ho deciso di non pensarci più e nel 2018 ho ricominciato daccapo”.

Poi eccoti lo scorso anno protagonista in Formula 2. Quattro vittorie, otto podi, tre pole position e terzo in campionato dietro Russell e Norris. Te lo aspettavi?
“No, e quando le cose sono iniziate ad andare bene ho pensato di accettare l’offerta che mi era stata fatta per passare in Formula E. Mi sembrava già un gran colpo, poi…”.

Ritorniamo alla telefonata di Helmut Marko...
“Il lunedì dopo la nostra ultima gara dell’anno, ad Abu Dhabi, ultima tappa di F.1 e F2. Terminato il weekend ero a Dubai, e li ho ricevuto la telefonata del Dr.Marko. ”.

Ed eccoti in Formula 1...
“Strano eh? Non mi sono posto obiettivi nel lungo periodo, mi concentro sul prossimo impegno che mi attende, terminato il quale mi focalizzo sul successivo. La Formula 1 è un mondo tutto nuovo, e rispetto alle altre categorie è impressionante la quantità di personale coinvolto. Tutti lavorano sui dettagli, e ti accorgi presto l’importanza che hanno anche aspetti che ad un primo impatto sembrano poco significativi. Questo è l’aspetto che finora mi ha colpito di più del Circus”.

Sai di avere stupito per la facilità con cui ti sei adattato alla Formula 1?
“Sotto certi aspetti una monoposto di Formula 1 è talmente attaccata a terra da rendere non così difficile la ricerca di un feeling iniziale. Poi, però, devi andare a cercare gli ultimi decimi, e vuol dire spingere al punto in cui la macchina non è così attaccata, ed è li che si gioca tutto. Ne ho parlato con George (Russell) e Lando (Norris) e tutti ci siamo detti la stessa cosa. Sembra facile, ma poi quando c’è da dare il cento per cento non lo è per nulla, ed è bello che sia così”.

Alexander Albon, Toro Rosso

Alexander Albon, Toro Rosso

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-19, in bloccaggio davanti ad Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-19, in bloccaggio davanti ad Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso, parla con i media

Alexander Albon, Toro Rosso, parla con i media

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Il casco 2019 di Alexander Albon

Il casco 2019 di Alexander Albon

Foto di: Camille De Bastiani

Alexander Albon, Toro Rosso

Alexander Albon, Toro Rosso

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images

La monoposto dannegiata di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente

La monoposto dannegiata di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, si ferma dopo aver perso il controllo della monoposto ed aver urtato le barriere

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, si ferma dopo aver perso il controllo della monoposto ed aver urtato le barriere

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, effettua un pit stop

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, effettua un pit stop

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

I Marshal rimuovono dal circuito la monoposto danneggiata di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo il suo incidente nelle FP3

I Marshal rimuovono dal circuito la monoposto danneggiata di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo il suo incidente nelle FP3

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente

La monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente nelle FP3

La monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14, dopo l'incidente nelle FP3

Foto di: Francois Tremblay

Alexander Albon, Toro Rosso

Alexander Albon, Toro Rosso

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, va in testacoda e danneggia l'ala anteriore

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, va in testacoda e danneggia l'ala anteriore

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

I marshals rimuovono l'ala anteriore proveniente dalla monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14

I marshals rimuovono l'ala anteriore proveniente dalla monoposto di Alexander Albon, Toro Rosso STR14

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso

Alexander Albon, Toro Rosso

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, sull'erba

Alexander Albon, Toro Rosso STR14, sull'erba

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Il garage di Alexander Albon, Scuderia Toro Rosso STR14

Il garage di Alexander Albon, Scuderia Toro Rosso STR14

Foto di: John Toscano / Motorsport Images

Parti della carrozzeria della Scuderia Toro Rosso STR14 di Alexander Albon in pit lane

Parti della carrozzeria della Scuderia Toro Rosso STR14 di Alexander Albon in pit lane

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari, e Alexander Albon, Scuderia Toro Rosso

Charles Leclerc, Ferrari, e Alexander Albon, Scuderia Toro Rosso

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Alexander Albon, Toro Rosso, e Lando Norris, McLaren, durante la drivers parade

Alexander Albon, Toro Rosso, e Lando Norris, McLaren, durante la drivers parade

Foto di: Joe Portlock / Motorsport Images

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