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Accordo FIA-Ferrari: pietra sul passato, garanzia sul futuro

La Federazione ha chiuso l'indagine sulla power unit Ferrari 2019 e ci ha messo una pietra tombale sopra. Il team di Maranello si è messo a disposizione della FIA per contribuire al controllo della power unit nei prossimi anni. E così il Cavallino si è anche messo al riparo dai possibili attacchi futuri degli avversari.

Lo scarico Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Lo scarico Sebastian Vettel, Ferrari SF1000

Mark Sutton / Motorsport Images

La FIA e la Ferrari hanno siglato la pace. La Federazione Internazionale ha emesso un comunicato per annunciare che “…dopo approfondite indagini tecniche, è stata conclusa l’analisi sul funzionamento della power unit di Formula 1 della Scuderia Ferrari e si è trovato un accordo con il team. Le specifiche dell'accordo rimarranno segrete tra le parti”.

“La FIA e la Scuderia Ferrari hanno concordato una serie di impegni tecnici che miglioreranno il monitoraggio di tutte le power unit nei prossimi campionati, oltre a supportare la Federazione in altri aspetti normativi in Formula 1 e nelle sue attività di ricerca sulla riduzione delle emissioni di carbonio e l’introduzione di combustibili sostenibili”.

La Ferrari, dunque, vuole dare un impulso allo studio del motore del futuro e dei carburanti sintetici per dare una spinta alla ricerca che non è vincolata solo all'elettrico, ma deve trovare una fase di transizione per l'automotive prima che la rete per supportare una motorizzazione a emissioni zero possa essere matura.

La Casa di Maranello si mette a disposizione della FIA nella ricerca sulla riduzione delle emissioni in carbonio, sigla una pace tombale sulle polemiche legate al motore dello scorso anno e guarda al futuro con grande fiducia perché i motoristi del Cavallino hanno sottoposto ai commissari federali le soluzioni che la power unit siglata 065 adotterà a Melbourne che sono state preventivamente approvate.

Se la Mercedes avrà il DAS, la Ferrari potrà fare affidamento su un sistema di sfruttamento dell’ibrido che sarà più esteso nell’arco di un giro. Ciascuno avrà la possibilità di giocare le sue carte in pista senza subire i polemici attacchi ai quali abbiamo assistito nella seconda parte dello scorso anno.

E si è creato anche uno sbarramento contro gli strali della Red Bull che nel 2019 aveva lasciato intendere l’esistenza di soluzioni irregolari sul motore della Ferrari.

Analizzando la conclusione dei test a Barcellona viene da credere che se la Mercedes ha avuto problemi di affidabilità per i guai di lubrificazione per cui Bottas e Hamilton non hanno espresso il vero (enorme) potenziale della W11, la Ferrari non ha mostrato cosa la power unit di Maranello sarebbe in grado di esprimere in pista.

Le basse velocità massime sul rettilineo della SF1000 in parte sono dovute al drag prodotto dalla macchina, ma in parte erano dovute a un motore che non ha mai girato in configurazione da vera qualifica. Quella la scopriremo solo a Melbourne…

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