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Ferrari: ossigeno per il morale, ora la strada è giusta

Il sesto posto di Leclerc in altri tempi sarebbe vissuto come una tragedia, ma il piazzamento del monegasco in Russia evidenzia una svolta per la squadra che non ha migliorato le prestazioni della SF1000, ma ha trovato un migliore bilanciamento della vettura che ha permesso a Charles di spingere di più. Delude Vettel: il tedesco non trova più il passo. Se la Scuderia potesse contare anche sui punti di Seb potrebbe essere terza nel Costruttori.

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, ai box

Charles Leclerc, Ferrari SF1000, ai box

Mark Sutton / Motorsport Images

Classifica alla mano, la Ferrari non otteneva qualcosa di meglio del bottino conquistato ieri a Sochi dalla seconda tappa di Silverstone. Il sesto posto di Leclerc, che in altri periodi sarebbe stato considerato un bilancio di trasferta fallimentare, oggi porta alla Scuderia otto punti molto preziosi in una classifica Costruttori da muovere e, soprattutto, riporta morale, una componente che non si acquista dai fornitori con il pagamento di regolare fattura.

Dopo la prima metà di campionato i limiti del progetto SF1000 sono chiarissimi e con essi gli obiettivi raggiungibili in pista.

Con il materiale a disposizione sia la squadra che Charles Leclerc hanno fatto il massimo, che oggi vuol dire (appunto) entrare nella top-10.

Come ipotizzato dopo le turbolente qualifiche, per Leclerc l’essere stato escluso dalla Q3 è diventato un vantaggio in ottica gara, poiché ha potuto prendere il via con gomme medie completando un primo stint che gli ha consentito di passare dall’ottava posizione occupata al primo giro alla sesta finale.

Nella fase calda prima del suo pit-stop, Leclerc ha usufruito anche dell’aiuto di Vettel, che ha "marcato" Esteban Ocon e Pierre Gasly prima di effettuare a sua volta la sosta.

Il sesto posto di Sochi è "ossigeno" per il Cavallino, anche perché arrivato in una gara in cui Leclerc ha scansato una penalità che sembrava scontata, dopo che il monegasco ha colpito Lance Stroll nel corso del primo giro.

Charles è stato graziato, prima dalla buona sorte che gli ha consentito di non riportare danni alla monoposto e poi dalla direzione gara, che ha deciso di non intervenire sull’episodio. Poi Leclerc ci ha messo del suo, confermando di saper spremere il massimo dalla sua monoposto.
“Penso che nel complesso in questo weekend abbiamo fatto un lavoro migliore con il bilanciamento della macchina – ha commentato Charles - l'equilibrio della monoposto è stato piuttosto buono per tutta la gara e mi ha aiutato a dare il massimo a differenza di quanto era accaduto al Mugello. Rispetto a due settimane fa mi sono sentito a mio agio, e questo aiuta molto nel provare a spingere”.

Leclerc ha elogiato il lavoro fatto dalla squadra nel corso del weekend, un fine settimana in cui è iniziata quella fase di aggiornamento della SF1000 che proseguirà nelle prossime gare.
“Dal punto di vista della guida non ho sentito una grande differenza – ha chiarito Charles parlando delle novità tecniche portate in Russia - ma i dati hanno indicato che si tratta di un piccolo guadagno, che è ciò che ci aspettavamo, e questo è un aspetto positivo. Ora non vedo l'ora che arrivi la prossima gara dove avremo altre novità”.

“Avremo altri aggiornamenti al Nurburgring – ha confermato Mattia Binotto - ma ancora una volta non importanti. Poi ci concentreremo principalmente sul diffusore per la restante parte della stagione, ma le tempistiche non sono ancora definite”.

La Ferrari guarda avanti, cercando di trarre il massimo da un presente in salita. In quest’ottica il bilancio della Scuderia paga i risultati di Vettel, il quale anche a Sochi ha confermato che quel feeling cercato disperatamente con la SF1000 forse non arriverà mai.

Al di là della tredicesima posizione finale, sulla quale può anche aver influito una strategia non impeccabile, restano i dati, ovvero oltre mezzo secondo di differenza tra il suo giro veloce e quello di Leclerc e una classifica finale che lo ha visto dietro l’Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi e la Haas di Kevin Magnussen, due monoposto a parità di motore Ferrari.

Dopo l’incidente in qualifica, che ha complicato parecchio il weekend, non è arrivato il riscatto in gara, facendo diventare la domenica di Vettel un altro giorno da dimenticare:
“Non avevo il passo, le gomme sono finite, avrei voluto fermarmi prima (riferendosi alla chiamata per il pit-stop)”.

È una stagione complessa per Seb e la Ferrari, nessuno può negarlo, sia sul fronte tecnico che su quello dei rapporti umani ed il tutto si riflette su una classifica impietosa. Leclerc con il sesto posto di ieri è salito a quota 57 punti, Vettel è fermo a quota 17.

C’è chi ha sottolineato che se la Ferrari avesse avuto lo stesso rendimento di punti anche dalla vettura numero 5, oggi non sarebbe sesta nella classifica Costruttori ma… terza. Resta un esercizio aritmetico che lascia il tempo che trova, ma qualche riferimento con la realtà c’è.

Il Vettel più malinconico che si sia mai visto da quando nel 2007 entrò per la prima volta in un paddock di Formula 1, probabilmente ha dato il via già da tempo ad un conto alla rovescia che scandisce gara dopo gara la fine della sua avventura in rosso.

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