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27 settembre 1987: in Spagna “l’ultima volta” di Franco Forini

Trent’anni or sono si concluse la breve e (s)fortunata esperienza in Formula 1 del pilota di Muralto al volante di un’Osella FA01-Alfa Romeo: lo svizzero racconta i tempi che furono a Motorsport.com.

Franco Forini, Osella FA1I Alfa Romeo

Foto di: LAT Images

Franco Forini
Franco Forini
Franco Forini, Osella FA1I Alfa Romeo

Il 27 settembre del 1987, al Gran Premio di Spagna vinto da Nigel Mansell sulla Williams-Honda, il ticinese Franco Forini registrò la terza e ultima presenza nel Circus della massima formula. Fece il suo ingresso in F.1 in tre occasioni: Italia, Portogallo e, appunto, Jerez de la Frontera al volante di una delle due Osella FA01- Alfa Romeo al fianco di Alex Caffi.

Unico pilota rossocrociato ad aver conquistato il titolo nel Campionato Italiano di Formula 3, il driver di Muralto non è riuscito tuttavia a portare a termine nessuna delle tre corse. Se a Monza la corsa di Forini si interruppe dopo 27 giri, a Estoril, due settimane più tardi, l’Osella FA01 motorizzata Alfa Romeo lo lasciò a piedi al 32esimo dei 72 giri.

Trent’anni or sono esatti in Spagna mancò l’accesso alla qualificazione, mettendo fine alla breve carriera in Formula 1. Successivamente è tornato alla guida di monoposto di Formula 3, dapprima nel Campionato Tedesco e in seguito nuovamente in quello tricolore.

 

Una breve avventura nei panni di team manager alla MC Motorsport prima di tornare nel 1993 a indossare casco, tuta e guanti nel Campionato Svizzero di Rally.

Nel giorno del 30esimo anniversario del Gran Premio di Spagna 1987, Motorsport.com Svizzera ha fatto un passo indietro nel tempo facendosi raccontare la breve ma intensa esperienza proprio da colui che la visse in prima persona.

Franco, partiamo dal quel 27 settembre di trent’anni fa: che cosa ti porti con te di quel giorno in Spagna?

“Il Gran Premio di Spagna, così come tutte e tre le corse nella massima formula della mia carriera, non mi ha portato molto, in quanto ho avuto troppo poco tempo per apprezzare la categoria. Inoltre, gareggiavo con una vettura non competitiva”.

Ricordi ancora pregi e difetti dell’Osella FA01 motorizzata Alfa Romeo?
“Un solo pregio e troppi difetti. Ovviamente correre in F.1 è il sogno di tutti i piloti, in più il motore Alfa Romeo turbo da 1500 cc dotato di 900 cavalli aggiungeva quel qualcosa in più. I difetti erano troppi per poterli elencare, a partire dal telaio. Aggiungiamoci anche il poco tempo a disposizione per trovare il giusto feeling con team e vettura...”.

Unico pilota svizzero a trionfare nel Campionato di Formula 3 in Italia... che cosa ti porti dentro di quella stagione?

“La stagione 1985 fu il giusto premio al lavoro svolto nei due anni precedenti in collaborazione con il mitico ingegner Gian Paolo Dallara, il quale fu in grado di svilupparmi una monoposto altamente competitiva in grado di vincere il campionato di quell’anno contro una nutrita concorrenza. Ricordo in particolare che quell’anno avemmo contro tutto e tutti, in virtù della decisione di utilizzare un motore VW Judd anziché Novamotor, la quale gestiva gran parte del mercato italiano ed europeo”.

 

In che cosa e in chi individui il “futuro” dell'automobilistico della Svizzera?

“In tutta onestà trovo che sia difficile parlare di futuro nel mondo del motorsport elvetico, specialmente se miriamo a campionati di livello mondiale. L’aspirante pilota, così come il professionista, sono costretti a ‘emigrare’ in autodromi esteri per allenarsi o gareggiare, essendo in vigore il divieto di competizioni aperte al pubblico fin dagli Anni 50. Inoltre, in Svizzera si fa fatica a trovare sponsor e appoggi concreti per svolgere questo sport”.

Che cosa ci vuole al giorno d’oggi per arrivare in Formula 1, soprattutto partendo dalla Confederazione Elvetica?

“Servono denaro e talenti, mischiati a una buona dose di fortuna. Ma è difficile per me dirlo adesso: dalla mia epoca è passato molto tempo ed è cambiato quasi tutto”.

Se avessi potuto scegliere un compagno di scuderia nella massima formula, chi avresti preferito?

“Sono felice e orgoglioso di tutti i compagni che ho avuto. Non ho mai avuto problemi con nessuno, non ho preferenze perché non sarebbe corretto nei confronti degli altri”.

 

Franco Forini cosa potrebbe dare ancora al motorsport, e viceversa?
“Oggi come oggi non so che cosa potrei dare all’automobilismo, in quanto non ho più frequentato l’ambiente delle corse. E ritengo che lo stesso discorso valga a parti invertite”.

Frequenti o senti ancora il mondo delle corse?

“Sento e frequento ancora qualche mio ex collega pilota, ma soltanto per qualche cena o festa. Nulla di che...”.

Chi è stato il miglior pilota elvetico di tutti i tempi, secondo te, e perché?

“I migliori piloti rossocrociati di sempre sono stati senza ombra di dubbio Jo Siffert e Clay Regazzoni. Entrambi erano molto forti e con il piede pesantissimo, il piede dal gas non lo levavano mai. Clay ho avuto l’onore di incontrarlo e conoscerlo personalmente, posso dire che non ha raccolto quanto meritato. Se avesse avuto la testa solo per le auto avrebbe vinto sicuramente molto di più. La citazione di Enzo Ferrari su Regazzoni: ‘Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota’: è lo specchio perfetto di un enorme talento di cui dobbiamo andarne fieri”.

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