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Venier racconta il terrificante crash

Fabio dopo l'incidente di Hockenheim è tornato a Lugano: ne avrà per sei settimane

Fabio Venier è tornato a casa a Lugano. Ha un collare in gesso che gli blocca il collo e gli cinge la fronte, come una sorta di casco medioevale. Ci sono anche dei tiranti in metallo indispensabili a bloccare quella prima vertebra fratturata a Hockenheim durante le prove libere della gara Superstars GtSprint. Fabio, 44 anni, venditore di auto a Lugano, sposato e papà di una figlia Lisa di quasi quattro anni, ha vissuto un'esperienza drammatica con la Maserati MC Gran Turismo GT4 dello Swiss Team dalla quale ne sta uscendo fortunatamente alla grande, anche se i tempi della ripresa sono piuttosto lunghi... "Dell'incidente alla curva Sachs del Motodrom non ricordo assolutamente niente - ammette Fabio - l'ingegnere del team mi ha detto che via radio avevo avvisato che sarei rientrato ai box e che avrei provato a fare quella curva con una traiettoria leggermente diversa perché non l'avevo ancora interpretata nel modo giusto". E poi cosa è successo? "Non so: i dati della telemetria evidenziano che non ho mai tolto il piede dal gas!" L'impatto contro il muro deve essere stato devastante... "L'urto è avvenuto a 158 km/h per cui posso dire che la solidità della Maserati va evidenziata. Io ho perso conoscenza perché i miei primi ricordi sono ripresi quando i medici mi stavano imbragando per portarmi all'ospedale". Quale potrebbe essere stata la causa del terribile crash? "Mi verrebbe da pensare ad un malore, ma a dire il vero non saprei proprio...". I responsabili della Superstars hanno elogiato l'eccellente lavoro svolto dai medici dell'equipe presente a Hockenheim... "Sono stati bravissimi e molto preparati. Ci sono voluti venti minuti per estrarmi dall'abitacolo, ma hanno fatto tutto con la dovuta calma per evitare danni più gravi: bastavano ancora un paio di millimetri e mi sarei rotto l'osso del collo... Non voglio aggiungere altro. E' andata bene così, molto bene...". E' stato ricoverato in una struttura neurochirurgica specializzata dove lunedì scorso è stato operato... "Potevano trasferirmi all'ospedale più vicino e invece mi hanno subito dirottato alla struttura specializzata, consapevoli della gravità della situazione. I medici mi avevano proposto due possibilità: un intervento invasivo con l'inserimento di una placca per bloccare le prime tre vertebre, oppure l'adozione di questo collare esterno". Alla fine ha scelto il collare... "Sì, è stato molto meno invasivo, anche se la ripresa sarà più lunga. Non importa, aspetterò il tempo che ci vuole. Il collare è fastidioso soprattutto perché non riesco ad appoggiare la testa sul cuscino, per cui dormire è complicato, devo stare praticamente seduto". Sente dolore? "A volte sento male al collo, ma è sopportabile e si sentono questi tiranti in metallo, ma per come è andata devo dire che è andata bene così. Mi spiace che dovrei essere io ad aiutare mia moglie che sta per partorire il secondo figlio a inizio luglio e, invece, è lei che deve accudire me". E con le corse ha chiuso? "Chi l'ha detto? Il mio obiettivo è di tornare in pista non appena sarà possibile. Adesso la Superstars Gt Sprint farà una sosta di quasi tre mesi: non credo di farcela per allora. Mi piacerebbe esserci a Vallelunga per l'ultima prova, altrimenti l'appuntamento è al prossimo anno. Mi vedrete ancora in tuta ignifuga. E questa è una promessa...". In bocca al lupo Fabio, gli appassionati sapranno apprezzare il coraggio di chi non si vuole arrendere. Venier non è un campione: è un gentleman driver che corre dal 1996 e che sa togliersi delle soddisfazioni correndo in auto, cercando il proprio limite e rimettendosi in gioco anche dopo una botta devastante come quella di Hockenheim. Chi volesse mandare dei messaggi a Venier può postarli qui sotto e lui sarà ben felice di rispondervi attraverso OmniCorse.it

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