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Lorandi: "2015 non facile. La F3 è complicata"

Il sedicenne di Salò si racconta a tre gare dalla fine della sua prima stagione nella FIA F3 Europea

Alessio Lorandi, Van Amersfoort Racing Dallara Volkswagen

Alessio Lorandi, Van Amersfoort Racing Dallara Volkswagen

FIA F3 / Suer

Salire dal mondo del Karting al FIA F.3 European Championship non è certo un passaggio facile. Alessio Lorandi, 16enne di Salò, ha voluto provarci debuttando con la Dallara-Volkswagen del team Van Amersfoort. Prese le misure alla vettura e agli avversari, l’iridato KF Junior 2013 ha concluso nella top 10 sette volte sulle ventiquattro gare disputate prendendo punti a Pau (sesto e settimo), Spa (decimo, decimo e settimo) e Norisring (due volte nono).

Al termine del campionato mancano tre appuntamenti: Portimao, Nurburgring e Hockenheim. Come giudichi questa tua prima annata nelle formule?
Non è stata una stagione facile, la F.3 europea è una categoria complicata, con piloti esperti e debuttanti di grande qualità. Il mio approdo nella serie è avvenuto senza aver fatto qualche corsa in altri campionati, come per esempio la F.Toyota neozelandese che si è disputata tra gennaio e febbraio, quindi mi sono trovato a dover imparare tutto direttamente nei weekend di gara. Prima di tutto le piste, poi la metodologia di lavoro della squadra, il corpo a corpo in pista e ovviamente la monoposto che richiede un gran lavoro di messa a punto. E’ quindi servito un po’ di tempo per raggiungere certi livelli, ma grazie al mio ingegnere, ai consigli di Van Amersfoort, e anche ai miei errori, sto pian piano imparando i segreti richiesti dalla F.3”.

Avevi raggiunto interessanti risultati a Spa e al Norisring, dopo il grande exploit sullo stretto tracciato cittadino di Pau. Ma tra Zandvoort e il Red Bull Ring di Spielberg i risultati sono tornati a essere sotto le aspettative, come quelli di inizio campionato a Silverstone e Hockenheim. Come mai?
Non sappiamo bene perché, ma in quei circuiti non siamo riusciti a essere competitivi come vorremmo. Anche il mio compagno Charles Leclerc, che sta lottando per il titolo finale, a Zandvoort e Spielberg non aveva la velocità e le prestazioni delle precedenti gare. Nelle curve veloci soffriamo tutti e tre, io, Leclerc e Maini, una cronica mancanza di aderenza, ma stiamo lavorando per trovare la soluzione”.

Hai preso punti su tracciati notoriamente non facili come Pau, Spa e Norisring, dove il pilota deve metterci del suo, dove conta molto l’istinto…
Quando la monoposto è al meglio, quando senti che il set-up ti asseconda perfettamente, si trova sicurezza fin da subito e tutto viene facile. Sono così riuscito a sfruttare bene le opportunità presentatesi”.

Sei anche divenuto famoso per le incredibili rimonte che hai compiuto dalle retrovie. In qualifica sembra che incontri le maggiori difficoltà, ma in gara ti scateni recuperando posizioni su posizioni…
Sì è vero, la qualifica è ancora piuttosto complicata per me. Le piste sono nuove per me, a volte le condizioni sono difficili perché magari ha piovuto, e quindi nel momento decisivo in cui devi fare il tempo, non sempre ho tutto sotto controllo. Il tempo a disposizione è poco e in pista siamo in 34. Spesso mi riesce complicato trovare un giro pulito e mi rendo conto che è questione di esperienza, ma in alcune occasioni sono stato realmente rallentato da altri piloti. C’è poi un aspetto che non aiuta: le due qualifiche si disputano nella giornata del venerdì, dopo le prove libere mentre negli anni precedenti la seconda sessione si svolgeva dopo la prima gara. Quindi, per un debuttante come me, poteva essere la condizione ideale perché la confidenza con il tracciato sarebbe stata certamente superiore. Ma questa è la regola che vale per tutti, quindi bisogna adeguarsi”.

Avere come compagno un pilota come Leclerc quanto è importante?
Molto perché è il punto di riferimento della squadra ed è utile confrontare le telemetrie. La sua forza è quella che in un giro di pista riesce a essere perfetto nei vari settori mettendo insieme i tempi. Io riesco a essere come lui in diverse curve, il problema è che magari in un giro faccio un piccolo errore in un certo punto, il giro dopo in un altro. Ma penso che sia inevitabilmente questione di esperienza”.

Qual è il punto che devi ancora migliorare?
Sicuramente la qualifica e la capacità di riuscire sempre a trovare lo spazio per fare un giro libero”.

Qual è il tuo obiettivo per la volata finale del campionato? 
Cercare di essere più avanti in qualifica e di concludere in zona punti come già fatto a Pau, Spa e Norisring”.

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