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EUROF3: Ticktum attacca Schumacher sui social, ma bisogna imparare a perdere

Dan Ticktum, 19enne pilota britannico del vivaio Red Bull, dopo aver visto svanire il sogno di approdare in F1, non ha risparmiato sui social media gravi insinuazioni su Schumy jr che era passato in testa alla serie continentale, salvo poi cancellare i post inutilmente allusivi.

Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen

Foto di: FIA F3 / Suer

Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Podio: il vincitore della gara Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz, il secondo classificato Robert Shwartzman, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz, il terzo classificato Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Conferenza stampa, Robert Shwartzman, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz, Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz, Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen
Dan Ticktum, Motopark Dallara F317 - Volkswagen

Le storie dei giovani piloti che ce l’hanno fatta sono affascinanti. Ragazzi, anzi, ragazzini, che hanno avuto il talento e la dedizione che li ha portati a raggiungere risultati impensabili. Dai kartodromi alla Formula 1, grazie a vittorie, chance e giornate in cui bisognava lasciare un segno e il segno è stato lasciato.

Tutto bello, tutto di gran moda, perché scovare il nome del futuro porta sotto i riflettori anche lo scout di turno, oltre, ovviamente, anche un buon affare sul fronte economico.

Ma in un contesto in cui i ragazzi sono preparati tecnicamente, mentalmente, fisicamente e mediaticamente, ci si scorda che servirebbe anche un altro allenamento non meno importate: imparare a perdere.

L’ultimo esempio in tal senso è arrivato da Dan Ticktum, diciannovenne pilota britannico del vivaio Red Bull. Dopo una carriera tra alti e bassi, in questa stagione Ticktum ha iniziato molto bene la sua seconda stagione nella serie europea di Formula 3, arrivando a conquistare la leadership nella classifica generale.

Il consulente speciale della Red Bull, Helmut Marko, veva speso parole importanti su Ticktum, candidandolo ad un sedile in Toro Rosso per il 2019, possibilità che però è tramontata poiché Dan a fine anno non avrebbe i punti necessari per la superlicenza F1 anche in caso di vittoria nell’Euro F3.

Un risultato dato ormai per scontato, da Marko, da Christian Horner e probabilmente anche dallo stesso Ticktum, sostenuto senza risparmio di energie dai media britannici.

In un quadro perfetto per Ticktum ha però preso forma un imprevisto: Mick Schumacher. Il figlio d’arte tedesco è letteralmente esploso con l’inizio dell’estate, e con otto vittorie in tredici gare ha raggiunto la vetta della classifica ipotecando pesantemente la conquista del titolo ad una tappa dal termine.

La svolta è arrivata lo scorso weekend sul Red Bull Ring, con Schumacher capace di mettere insieme un bottino di tappa di 68 punti contro i 16 di Ticktum, che ha così dovuto cedere la leadership al rivale, che ora vanta un vantaggio di 49 lunghezze.

Ticktum non l’ha presa bene, e tramite Instagram ha insinuato che il team Prema (squadra di Schumacher) abbia in qualche modo favorito il tedesco:
“Non mi piace puntare il dito su nessuno, e ad essere sinceri questo fine settimana la mia monoposto non aveva il ritmo giusto. Solo nell’ultima gara del weekend abbiamo fatto un passo avanti, e ho rimontato dal settimo al quarto posto. Tuttavia, rispetto ai primi due dello schieramento (Schumacher e il compagno di squadra Robert Shvartzman) nessuno ha avuto una chance, inclusi i loro compagni di squadra, che sono dei buoni piloti ma che si sono confermati ben distanti. Non dico che abbiano nulla di illegale, ma potrebbero avere una mappa speciale di motore, qualcosa del genere”.

Ticktum ha poi aggiunto:
“Purtroppo però sto combattendo una battaglia persa poiché il mio cognome non è Schumacher”.

Un autogol in piena regola, un boomerang che conferma quanto la pressione possa giocare brutti scherzi. Provare a gettare un’ombra su un avversario ed il suo team è il gesto disperato di un ragazzo che sente la terra tremare sotto i piedi, e porta alla luce il problema di un sistema a volte isterico, che non tutti i teenagers sanno gestire.

È buffo che Ticktum non abbia sottolineato che lo scorso fine settimana sia stato dietro i suoi compagni di squadra, a conferma che se ci sono stati dei comprensibili problemi, il più urgente era senza dubbio all’interno del suo gruppo di lavoro.

Dan Ticktum è un ragazzo di indubbie doti, che andrebbe protetto per non rischiare di vanificare un talento che merita di essere coltivato. È un peccato, però, constatare che tra trainer, manager e consulenti vari che oggi seguono i piloti h24, non ci sia stato nessuno in grado di consigliarlo al meglio in un momento difficile e superabilissimo. Il bello dello sport è che offre sempre la possibilità di un riscatto, basta saper attendere e capire che a volte la soluzione non è nel box di fianco, ma dentro sé stessi. Basta cercarla, possibilmente spegnendo i canali social.

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