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Opinione

eSports: non è più un gioco, condiziona il Motorsport

Simon Pagenaud, vincitore di Indy, butta fuori Lando Norris nella sim race nell'ovale e Zak Brown, CEO McLaren, interviene per difendere il suo pupillo, mentre c'è chi chiede sanzioni del francese anche nelle corse reali. Cosa sta succedendo in questo periodo di cattività?

Incidente di Lando Norris, Arrow McLaren SP

Incidente di Lando Norris, Arrow McLaren SP

McLaren

Zak Brown, CEO McLaren, che interviene per censurare il comportamento di Simon Pagenaud nell’IndyCar iRacing Challenge reo di aver deliberatamente buttato fuori Lando Norris all’ultimo giro della gara virtuale di sabato a Indianapolis.

È la realtà che si mescola al virtuale, in un intreccio perverso che la dice lunga sulla confusione che il mondo sta vivendo in questa fase di lockdown dovuto al Coronavirus. La pandemia e lo stop a qualsiasi attività sportiva hanno portato a delle accelerazioni in processi che sono in atto da tempo.

Le sim racing stanno conquistando rapidamente uno spazio e una visibilità che nemmeno chi per primo ha creduto in questa disciplina sportiva poteva prevedere. Se Simon Pagenaud avesse “ri-vinto” anche nella Indianapolis virtuale dopo aver messo il suo faccino nel trofeo della Borg Warner l’anno scorso, se ne sarebbe parlato molto anche da noi? Certamente no.

Ma il francese nella gara virtuale ha “recitato” la parte del cattivo dei film polpettoni americani. Dopo una sosta ai box causata da un incontro ravvicinato con Lando, Simon l’ha giurata al giovane pilota inglese: chi era collegato al canale Twitch di Pagenaud ha sentito quando ha detto al suo spotter che lo “…avrebbe buttato fuori”, mentre usciva dalla pitlane.

Poi Norris ha postato le dichiarazioni di Pagenaud provocando la reazione di Max Verstappen: “Ma cavolo, è davvero così stupido?”.

Lando ha replicato: "L'ho detto in gara che Pagenaud mi avrebbe portato fuori quando l’ho visto arrivare. E due secondi dopo, mi ha fatto girare!".

"Wow, questa è la cosa più stupida che io abbia mai visto", ha aggiunto Verstappen, suggerendo in modo scherzoso di sostituire i commissari con un ring nel paddock!

Sta di fatto che fra Norris e Pagenaud è partito uno scambio di “cortesie” con il precedente di Austin che li aveva visti di nuovo fare delle scintille.

Ma c’è un aspetto che deve far riflettere. Quando Norris con le pive nel sacco spiega: “Ma sa quante ore ci ho messo a imparare la guida sugli ovali, perfezionando uno stile per avere la giusta sensibilità nei sorpassi? Quasi 24 ore… è evidente che a qualcuno non piaccia che un pilota non di Indycar possa vincere subito!”.

È chiaro che la cosa ha travalicato la semplice sim racing: non è più un gioco, un modo per trascorrere il tempo in cattività, ma si sta trasformando in qualcosa di serio. Molto serio. Che tocca la sfera professionale.

Pagenaud non ha recitato una parte per dare “pepe” allo spettacolo come in un copione cinematografico. No, era sé stesso incazzato. E tutta la pantomima ha portato qualcuno a chiedere che Simon venga escluso dalla prossima gara dell’IndyCar iRacing Challenge. Giusto, giustissimo.

E fin qui non c’è niente di strano, ma c’è chi pretende delle dure sanzioni nei confronti del transalpino anche nel mondo reale perché ha dato una pessima immagine del campionato che rappresenta. E allora entriamo nella distorsione del sistema.

Perché nel campionato NASCAR abbiamo già assistito al licenziamento di Kyle Larson dal team di Chip Ganassi dopo l’insulto razziale nella sim race.

Bubba Wallace, invece, nella gara di Bristol dell’eNASCAR Pro Invitational Series si è ritirato dopo aver utilizzato nei primi 10 giri i due “reset” consentiti per le riparazioni nelle gare virtuali. Aveva la vettura danneggiata e non si stava divertendo. Lo sponsor Blue Emu non ha gradito e lo ha scaricato perché non vuole piloti di chi non molla.

E la commistione fra il virtuale e il reale sta prendendo una strana piega. Perché, specie in America, gli sponsor hanno preso a seguire e supportare le sim racing. Per quello che dovrebbe essere un gioco (e non è più) rischia di creare forti condizionamenti nel Motorsport.

Sky Italia ha raccontato il GP Virtuale di Interlagos con la stessa enfasi di un GP autentico cercando si surrogare con la sim racing la mancanza di attività in pista. Ma fino a che punto è solo un intrattenimento e quanto sta spostando l’attenzione dalla F1 che non c’è?

Un pilota intelligente come Sebastian Vettel, solitamente refrattario alle gare eSport, si è fatto convincere a entrare nell’agone per non apparire il “vecchio” di un’altra generazione, mentre Daniel Ricciardo rifugge il confronto: “Conosco la mia natura competitiva, ci passerei ore al simulatore tutti i giorni. E, prima che me ne accorga, inizierei a saltare gli allenamenti. E penso che la preparazione per i GP siano più produttivi".

Casa pensano a tal proposito Charles Leclerc e Lando Norris, star indiscusse delle sim racing? Sono un buon allenamento o una distrazione? Un fatto è certo: quello che doveva essere un passatempo sembra avere implicazioni che possono intaccare sotto molti punti di vista le corse reali…

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