Berger: "Porte chiuse? Non conviene, ma servirebbero a partire"
Il promoter della serie turismo tedesca sta pensando ad una soluzione per salvare la stagione 2020, che attualmente rimane in sospeso causa pandemia di Coronavirus. Correre senza pubblico non sarebbe contemplato, a meno che...

Il DTM sta cercando di prendere le decisioni più giuste sulla stagione 2020, che con la pandemia di Coronavirus è tutt'altro che in procinto di partire seguendo l'ultimo calendario stilato.
Gerhard Berger, capo del promoter ITR, era stato molto chiaro riguardo lo svolgimento delle corse a porte chiuse, cosa che non è nell'interesse della serie turismo tedesca, sia per una questione di visibilità, ma anche economica.
L'austriaco ha ribadito che, fra le varie opzioni, preferisce cancellare un evento piuttosto che farlo senza spettatori, ma che attualmente è impossibile prendere una decisione definitiva.
“E' chiaro che nella situazione attuale bisogna pensare bene a tutto - ha dichiarato Berger ad Auto Motor Und Sport - Il nostro reddito si basa sull'evento in sè, dunque l'obiettivo è sempre correre davanti ai fan. Farlo a porte chiuse servirebbe giusto per far partire il tutto".
"Nel DTM condividiamo con i circuiti i proventi della vendita dei biglietti, non avere pubblico potrebbe solamente essere di beneficio per le Case coinvolte e gli sponsor televisivi. Per recuperare, si potrebbero organizzare delle trasmissioni dedicate, sapendo che ognuno dovrebbe compiere sforzi enormi ed avere supporto economico".
Il primo pensiero è chiaramente che non ci sarà una partenza dal Norisring a metà luglio, visto che la Germania ha vietato gli eventi di massa fino a fine agosto (e che il tracciato di Norimberga è cittadino), per cui si proverà a salvare il salvabile.
"Ci sono molti scenari e quello migliore è partire a luglio, potendo così affrontare tutte le 10 gare previste nell'anno. Il peggiore è che non si faccia nulla, ma credo che si potrà almeno avere una via di mezzo. Cominciando ad agosto-settembre, che è in considerazione, dovremmo poi fare i conti con temperature molto basse in alcuni paesi europei, quindi non si potrà andare in pista a fine novembre".
"Il piano è difficile per tutti da stilare, nemmeno gli esperti possono prevedere come evolverà la situazione legata al Coronavirus in tutto il mondo, così come le misure adottate dai governi. Le cose possono cambiare sempre, dipende. Anche noi dipendiamo dai contratti firmati con sponsor e promoter, è una situazione molto complicata".
Infine Berger ha chiarito le motivazioni per cui un campionato come la Formula 1 possa permettersi di organizzare eventi a porte chiuse, mentre per tutti gli altri sia una cosa pressoché improponibile.
“A differenza della Formula 1, il nostro modello prevede che vengano affittate le piste, per cui le entrate da parte di spettatori e sponsor finiscono nel pacchetto generale da considerare. La F1 lavora in modo diverso, riceve una quota da parte del tracciato, che poi recupera i soldi con la vendita dei biglietti e gli aiuti governativi.
"Senza pubblico, gli organizzatori non possono avere indietro nulla perché tutti gli altri diritti appartengono alla F1. Ma forse ora le cose cambieranno, in tempi così difficili Liberty Media probabilmente potrebbe rinunciare alle entrate degli organizzatori, quindi correre senza spettatori".
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