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Intervista

Tartarin ancora al traguardo con il suo buggy: "E' stata una vera Dakar"

29esimo assoluto della categoria Auto, ha apprezzato questa 40esima edizione nonostante i problemi meccanici del suo buggy 2 ruote motrici: "E' stata una gara equilibrata, non troppo facile o troppo difficile".

BMW #360, Yves Tartarin, Jerome Meunier

BMW #360, Yves Tartarin, Jerome Meunier

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BMW #360, Yves Tartarin, Jerome Meunier
Yves Tartarin
BMW #360, Yves Tartarin, Jerome Meunier
Yves Tartarin
BMW #360, Yves Tartarin, Jerome Meunier

Yves Tartarin è riuscito a concludere una Dakar 2018 complicatissima per lui. Non come lo è stata per tutti gli altri, ma con qualche problema meccanico in più. Legato alla pompa di benzina all'inizio e poi a tanti piccoli altri problemi che è sempre però riuscito a risolvere con l'aiuto di un solo meccanico, che la sera lo aspettava al bivacco pronto a farsi una notte in bianco.

Tartarin che negli anni Ottanta e Novanta correva in solitaria, con un enorme coniglio di peluches al suo fianco, oggi invece era insieme a Jerome Meunier a bordo di un buggy 2 ruote motrici denominato OX6 costruito da lui stesso.

"E' stata una buona Dakar, in tutti i sensi – racconta il pilota francese al traguardo – forse la più dura in Sud America anche se me ne ricordo una, terribile, in cui ci hanno fatto mangiare un sacco di fesh fesh, dove si faticò parecchio per arrivare alla fine e in molti si ritirarono nella prima parte. A parte quella sì, direi che è stata la più difficile da quando siamo venuti a correre qui. Però aveva un suo equilibrio: ci si lamenta quando è troppo facile oppure ci si lamenta quando è troppo difficile, in questo caso le due cose erano equilibrate".

"Abbiamo avuto delle bellissime speciali, il mio solo appunto va al fatto che abbiamo percorso solo 30 chilometri di speciale il primo giorno e poi il secondo ci hanno buttato già dentro le dune con una speciale lunga e difficile che per i privati e gli amatori ha fatto subito selezione. Però per il resto è una Dakar, una vera Dakar: abbiamo mangiato polvere, sabbia, dune, fesh fesh, la dose giusta, ma abbiamo fatto delle bellissime speciali di cui non avevo più memoria e di questo devo ringraziare gli organizzatori".

Ventinovesimo assoluto, terzo di categoria buggy due ruote motrici benzina, Yves dopo aver tanto tribolato è felice del risultato: "Siamo riusciti a uscire tutte le sere dalla tappa non troppo tardi, e questo è già molto per una vettura che avevo preparato un po' al risparmio perchè non avevamo budget. E comunque siamo arrivati, e facciamo parte di quelle 43 auto che sono riuscite a raggiungere il traguardo. Lo scorso anno ci erano riusciti l'80 per cento dei concorrenti. E questo spiega tutto. Questa Dakar è stata difficile, fino all'ultimo momento compresa l'ultima speciale: lo avevano detto e hanno mantenuto la parola".

E sul buggy del francese ora c'è scritto "in vendita". "Sì lo vendo – ride Tartarin – ma ne ho anche altre al mio atelier da vendere. Però devo dire che in questo c'è davvero una parte del mio cuore perchè è molto facile da guidare, è divertente e si adatta benissimo ad un amatore, a qualcuno che non vuol far fatica e divertirsi, facile anche per la manutenzione tutte le sere, noi ce la siamo cavata con un solo meccanico. Ne ho poi altre più performanti, più veloci, ma io ho voluto correre con questo proprio perchè ho un legame particolare. Ci ho corso tre Dakar, tutte e tre al traguardo, un Silk Way finito anch'esso. Che posso dire di più, compratela!".

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