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Gerini vince la classe Marathon alla prima apparizione alla Dakar!

Il centauro italiano ha chiuso in 22esima posizione assoluta nella classifica Moto, ma primo in quella dedicata alle moto di serie (Marathon) in sella alla sua Husqvarna.

Maurizio Gerini

Maurizio Gerini

Elisabetta Caracciolo

Dakar 2018: Moto

I protagonisti delle due ruote in lotta per la conquista della Dakar 2018

Maurizio Gerini
#42 Husqvarna: Maurizio Gerini
Jacopo Cerutti, LIvio Metelli, Alessandro Ruoso e Maurizio Gerini
Husqvarna #42, Maurizio Gerini e Jacopo Cerutti
Husqvarna #42, Maurizio Gerini
Husqvarna #42, Maurizio Gerini e KTM #41, Alessandro Ruoso
Husqvarna #42, Maurizio Gerini e KTM #41, Alessandro Ruoso

Maurizio Gerini torna a casa dalla sua prima Dakar con un bel bottino. 22° assoluto, secondo italiano, e soprattutto primo della classe Marathon, moto di serie. “Siamo arrivati in fondo finalmente, con una ultima, sudata, speciale”. Al traguardo all'interno dello stadio Alberto Mario Kempes il pilota ligure del Solarys Racing Team sorride raggiante.

“Direi anzi che forse è stata la speciale più pericolosa di tutte. Con il fatto che si partiva a ritroso rispetto alla classifica e tra l'altro mescolati ai quad c'era una polvere incredibile e si prendevano dei grandissimi rischi. Però io ho fatto quel che dovevo, non so neanche sinceramente con che tempo ho chiuso”.

Con la sua Husqvarna ha ottenuto un 16° posto assoluto nell'ultima ps della Dakar 2018 ma quello che per lui era importante era appunto mantenere la posizione: “Sono felicissimo. Adesso sinceramente non sto realizzando ancora quello che ho fatto. Ormai siamo entrati nel mood di questo tipo di gara: la mattina ti alzi alle 3, al massimo alle 4, parti, fai i tuoi chilometri, alla sera arrivi, scoppiato. Ma... sembra quasi una mini normalità, però adesso bisogna tornare alla vita reale e lo farò con un bagaglio fantastico. Questa esperienza mi ha arricchito moltissimo, è una cosa spettacolare”.

Che la prima Dakar per un pilota poi corrisponda alla più difficile degli ultimi dieci anni è ancora più prestigioso: “Per me è la prima e quindi non posso far confronti, però lo sento dire da molti e io sto alla parola degli altri, e ci credo. Dal punto di vista della preparazione non ho trascurato nulla quindi non ho sofferto più di tanto. Forse non ci voleva quella caduta il terzo giorno che mi ha un po' reso tutto più difficile, però forse mi ha anche insegnato a capire che ci vuole rispetto per questa gara, attenzione, sempre, in ogni momento. Il problema qui non è quando vuoi andare forte, è quando ti distrai... basta un nulla e l'errore diventa letale. Io più di così non potevo chiedere, sono felicissimo”.

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