La Dakar 2019 rischia di rimanere senza "casa": si tira indietro anche il Perù?
Stando alle indiscrezioni diffuse oggi dal quotidiano peruviano Gestion, il governo starebbe pensando di non mandare in porto l'accordo raggiunto con l'ASO, che diventerà effettivo solamente alla fine di giugno.
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A.S.O.
La Dakar 2019 è di nuovo al centro di una bufera. Dopo il no di Argentina, Cile, Ecuador e Bolivia e il sì del Perù, giunto in extremis a salvare la competizione, oggi il quotidiano peruviano Gestion ha riacceso la miccia. Prontamente alimentata da altri quotidiani argentini.
Il 9 maggio 2018 il governo peruviano e ASO, società organizzatrice del Rally Dakar hanno sottoscritto un accordo affinchè la competizione per il 2019 si svolgesse esclusivamente in territorio peruviano. In molti tirarono un sospiro di sollievo e ASO potè dare il via alle iscrizioni e alle ricognizioni per il percorso 2019.
Oggi però Gestion nella pagina dell'Economia lancia un allarme non di poco conto. Stando a quanto scritto, la Dakar si trova ora, di nuovo, nell'occhio del ciclone: “Il Governo starebbe valutando – si legge nell'articolo a firma Victor Melgarejo - se proseguire sulla base dell'accordo firmato con i francesi in maggio. Secondo fonti certe la decisione è ora in sospeso perchè l'analisi economica preliminare sarebbe risultata negativa”.
Infatti il Paese non dovrebbe sborsare 'solo' 6 milioni di dollari per il passaggio della Dakar sul suo territorio, ma a questa cifra andrebbero aggiunti anche tutti gli altri costi che sono le infrastrutture, le forze militari impegnate sull'evento, la sicurezza, la logistica. Sommando tutte le voci il Governo ha calcolato che la Dakar costerebbe al Perù circa 25 milioni di dollari.
Certo, il ricavo ci sarebbe, e anche interessante. Nel 2018 il Perù grazie alla Dakar ha portato a casa circa 40 milioni di dollari, e forse anche di più tenendo conto di tutte le voci d'impatto.
“Secondo fonti molto vicine al Governo – si legge nell'articolo peruviano - il prossimo 21 di giugno il ministro del Commercio estero e del turismo, Rogers Valencia, dovrà esporre ed analizzare le misure che adotterà e le valutazioni pertinenti al tema della Dakar e solo dopo si deciderà se proseguire nel progetto oppure no”.
Anche IPD, istituto peruviano dello sport, è coinvolto nella cosa ma al momento non ci sono state risposte ufficiali o prese di posizione su questo argomento da parte loro: “Tanto il presidente della Repubblica, Martín Vizcarra, quanto il Ministro dell'Economia stanno considerando che la spesa è troppo alta” specifica il giornale, sottolineando come l'intero Paese stia vivendo attualmente un periodo di austerità.
E a questo proposito Gestion snocciola in una tabella i dati dell'impatto economico della Dakar a gara conclusa: 40 milioni e mezzo di dollari questo il significato della competizione internazionale per il Paese. Il turismo da solo ha portato ad un incasso di 23 milioni e mezzo di dollari, più 10,8 da parte dei peruviani stessi in qualità di spettatori, 5 di spese varie di ASO e 1,8 da parte delle strutture private. Tanti, ma non abbastanza, secondo il Perù.
Al momento quello che il Perù ha firmato e sottoscritto con ASO – il gruppo Amaury Sport Organisation – a maggio è un accordo di accettazione che diventerà un contratto definitivo alla fine del mese di giugno. Sempre che il Governo approvi la spesa complessiva.
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