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Famin: "La 3008 DKR è nata in parallelo con il SUV stradale!"

Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport, spiega come la 3008 DKR sia la vettura per la Dakar che è stata progettata con uno scambio di informazioni con gli stilisti di Criquet che hanno curato il SUV presentato al Salone di Parigi.

#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz

Foto di: Red Bull Content Pool

Bruno Famin, direttore Peugeot Motorsport
Peugeot 3008 DKR
Peugeot 3008 DKR
Peugeot 3008 DKR
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#304 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
Peugeot 3008 DKR

Ogni anno si alza il livello di difficoltà. Peugeot Sport nel 2016 ha vinto la Dakar con la 2008 DKR che era alla sua seconda partecipazione, dopo il ritorno del Leone ai Rally Raid per rinverdire la tradizione di successi con la 205 e la 405, ma è pronta a tentare il bis lanciando una sfida molto impattante dal punto di vista tecnico.

La nuova arma per i deserti sudamericani è la 3008 DKR che è stata progettata nel reparto corse di Velizy, mentre gli stilisti di Peugeot pensavano la forme del SUV in versione stradale che è stato lanciato al Salone di Parigi.

“Per la prima volta i tecnici di Peugeot Sport hanno lavorato in cooperazione con gli stilisti della Casa nella definizione delle forme della 3008 – spiega Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport – e dalla collaborazione gomito a gomito sono scaturite delle soluzioni che hanno permesso di migliorare entrambe le realizzazioni”.

Le corse sono riuscite a condizionare il prodotto di serie e viceversa?
“I due progetti hanno marciato in parallelo: non avevamo il tempo per aspettare che venissero definite le forme della 3008 per dare via alla versione DKR per cui abbiano deciso di unire le forze, cercando, ciascuno con la propria esperienza, di risolvere dei problemi dell’altro. E alla fine credo che sia stata un’esperienza molto utile che ha fruttato degli ottimi risultati”.

In che modo c’è stato un interscambio di conoscenze?
“Faccio un esempio molto semplice: i piloti sono stati coinvolti nella definizione dell’abitacolo della 3008. Carlos Sainz è stato molto collaborativo nello spiegare ai tecnici del prodotto cosa si prova stando al volante per una lunga tappa della Dakar, per cui avere a portata di mano tutti i comandi significa poter intervenire anche quando si sta scendendo in picchiata da una duna di sabbia. I clienti scopriranno una 3008 che non affatica nei viaggi lunghi perché l’ergonomia del posto guida è stata studiata a fondo tenendo conto delle esperienze dei piloti”.

E nelle forme della vettura?
“Sulla 3008 DKR ci sono molti stilemi della versione stradale e ma abbiamo avuto grande attenzione all’efficienza aerodinamica della macchina, curando i passaggi di aria per il raffreddamento, in modo da avere una migliore estrazione del calore con la minima resistenza. Rispetto alla 2008 DKR è stato necessario rifare dei pezzi di carrozzeria per seguire lo stile della 3008, in perfetta coerenza con il lancio del nuovo SUV. E devo dire che anche da questo punto di vista abbiamo tratto un vantaggio lavorando con gli stilisti di Sébastien Criquet”.

La vettura stradale, ovviamente, è molto diversa da quella per la Dakar: la DKR ha un telaio che è un reticolo in tubi con una carrozzeria in carbonio alla ricerca della massima leggerezza:
“Abbiamo cercato l’alleggerimento di molti particolari perché abbiamo deciso di montare il climatizzatore che comporta un aggravio di peso di circa 10 kg. Il posizionamento del condizionatore è stato frutto di un’attenta analisi con i tecnici Peugeot perché nelle corse bisogna cercare di tenere il baricentro più in basso è possibile”.

“All’inizio non eravamo troppo favorevoli al climatizzatore, perché oltre al peso aveva l’handicap di consumare un po’ di potenza, ma l’esperienza ci ha insegnato, invece, che può essere uno strumento importante: l’equipaggio resta concentrato più a lungo se nell’abitacolo non si raggiungono picchi di 70 gradi, per cui diventa anche una questione di sicurezza: quest’anno avremo prove speciali lunghe anche 500 km per cui il climatizzatore giustificherà la sua presenza. Si tenga conto che, oltre a tenere al fresco il pilota, è utile a non fare entrare la sabbia perché si tratta di un impianto pressurizzato”.

La 3008 DKR che è una due ruote motrici, dispone di un motore sei cilindri diesel di tre litri con sovralimentazione bi-turbo: il regolamento della Dakar 2017 ha imposto una riduzione della flangia di aspirazione da 39 mm a 38 mm:
“Abbiamo perso una ventina di cavalli in alto (dei 340 stimati l’anno scorso insieme agli 800 Nm di coppia ndr) – prosegue Famin – ma abbiamo lavorato sodo per migliorare la guidabilità ai bassi regimi, dove la potenza, invece, siamo riusciti a incrementarla, dando ai piloti quello spunto in più per cavarsi d’impaccio fra due dune”.

In materia di sospensioni, invece, la 3008 DKR non ha niente in comune con il SUV: sono state adottate soluzioni tipiche da corsa con doppi triangoli sovrapposti, una molla elicoidale e due ammortizzatori che hanno raggiunto un’escursione di 460 mm:
“C’è stato un grande lavoro di sviluppo in questo campo per fare in modo che le ruote restino a contatto con il fondo il più possibile per cercare trazione sempre...”.

Il Leone schiererà quattro equipaggi alla Dakar 2017: oltre ai vincitori dell’ultima edizione Peterhansel-Cottret, saranno in gara anche Sainz-Cruz, Loeb-Elena e Despres-Castera. Un poker di piloti con un solo obiettivo: vincere dopo 10 mila km di battaglia fra le insidie di Paraguay Bolivia e Argentina.

 

 

 

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