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Dakar: una notte da brividi per gli uomini dei team assistenza

I primi camion sono arrivati al bivacco di Salta solamente intorno alle 3 delle mattina, dopo un trasferimento che gli ha visto affrontare un percorso segnato dagli allagamenti e dalle frane. E anche il trasferimento di oggi non è da meno.

L'atmosfera del bivacco

Foto di: A.S.O.

Non è stata una notte facile per gli uomini dei team assistenza della Dakar. No, davvero. Lo raccontano quelli che stanotte, intorno alle 3 hanno raggiunto il bivacco di Salta. Impolverati seppure dentro la cabina di un camion, con le pupille dilatate ancora sotto choc per quello che avevano visto e vissuto.

I primi ad arrivare sono gli uomini dell'assistenza di De Rooy, del team Iveco Petronas, che avevano per fortuna aspettato i camion all'uscita della speciale, a nord della strada del trasferimento che poi è franato. La speciale tagliata per i camion e quindi il tratto poi di trasferimento più lungo per i loro piloti li ha salvati e quando è arrivata la notizia della strada alternativa loro non hanno dovuto percorrere altre strade in senso contrario per portarsi sulla pista utilizzata per raggiungere Salta.

Alcuni dei camion Mini X Raid arrivano al bivacco alle 3 di stamattina e raccontano sinceramente, e senza vergogna, di aver avuto paura: "La strada alternativa su cui ci hanno fatto transitare è una pista e tra l'altro strettissima. Avevamo la montagna da un lato e dall'altra il fiume in piena e la strada sembrava potesse franare da un momento all'altro a pochi centimetri dalle ruote del nostro camion. Guardavamo in basso e nello stesso tempo indietro perchè i motociclisti non riuscivano a superare ed erano costretti a guidare avvolti in un nuvolone di polvere"

Una marcia indietro molto lenta per tutti quando ci si è resi conto che non si poteva andare avanti – la frana era cominciata alle due di notte del lunedì sera – come invece inizialmente sembrava. "Qualcuno è riuscito a girarsi, per esempio le auto e i furgoni assistenza più piccoli, ma per i camion è stato un calvario. Ogni minimo movimento veniva fatto al rallentatore per evitare che la strada si muovesse di nuovo".

E poi il fango, dappertutto, con molti dei mezzi assistenza rimasti impantanati dentro in attesa di un aiuto che non era facile portar loro, perchè si rischiava di restare impantanati nel tentativo di tirare fuori gli altri.

Più che un'odissea – il soprannome della Dakar di questi ultimi anni The Odyssey - un girone dell'inferno, con l'acqua che non smetteva di cadere rendendo tutto più complicato.  Ora a Chilecito c'è il sole ma mentre i mezzi percorrono la pista prima e poi la strada che scende verso sud sono chiari i segni del maltempo anche qui.

La Ruta 68 e la popolare Ruta 40 sono costellate di alberi spaccati e caduti a terra, alcuni bruciacchiati dai fulmini, pali della luce crollati, rami spezzati e tantissima acqua dappertutto. Chilecito e tutta la provincia di La Rioja sono famose in tutto il mondo per il gran caldo, soffocante, e per il vino, oltre che per l'agricoltura, ma stamattina una leggera brezza sfidava un cielo nero nero che si allontanava alla ricerca di altre zone in cui fare ancora danni in una Argentina davvero falcidiata dal brutto tempo.

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