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Dakar, Toia: "Peccato per la sosta, riparerò la mia moto"

L'annullamento della sesta tappa della Dakar non è stata presa con entusiasmo dal lombardo, che però si dedicherà alla sistemazione della sua KTM per ripartire con grinta.

Diocleziano Toia

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Magari non saranno tantissimi i piloti delusi dall'annullamento della sesta tappa della Dakar 2017.

Però ci sono e fra questi spunta anche Diocleziano Toia, alla sua terza Dakar, sempre nella categoria dei 'privatoni', la Malle moto.

“Sinceramente a me dispiace che l'abbiano annullata – esordisce il 44enne di Busto Arsizio al bivacco di La Paz parlando a Motorsport.com – Io sono uno che viene fuori alla lunga e quindi questa tappa la aspettavo. Vado avanti per gradi e quindi cerco le difficoltà, giorno dopo giorno. Mi piaceva già solo sulla carta perchè era la più lunga, perchè la annunciavano complicata. Però in definitiva siccome sto cercando di fare qualche cosa di buono, ogni giorno in meno è sempre un bene".

La quinta tappa ha lasciato il segno, soprattutto per la tanta acqua, anche su Toia: “La tappa è stata bella, certo se non pensiamo alla pioggia dei 300 chilometri di trasferimento. Però è stata una bella speciale con qualche problemino di navigazione dove io per fortuna sono riuscito a uscire bene, senza perdere troppo tempo".

"In compenso da un paio di mattine ho un problema ad un occhio ed è questo che mi ha rallentato. Mi dà fastidio e ieri fra la visiera sporca, il fango, la pioggia e l'occhio che mi "ballava" ho dormito per una trentina di chilometri prima di scuotermi e reagire”.

Ed anche per il lombardo, attualmente 73° assoluto in classifica arriva il giorno di riposo: “Oggi vacanza, domani anche. Per modo di dire, però, perchè devo fare un po' di lavoretti alla moto, ricostruire alcune cosette”.

E a proposito di lavori sulla moto ripensa alla nottata di ieri, sotto la pioggia: "Pioveva talmente forte che si era formata una palude con l'acqua alta 20 centimetri. Alla fine pensare di lavorare in quel modo era davvero impossibile e gli addetti al Camion casse non ci hanno neanche scaricato il nostro materiale per lavorare. Sarebbe stato impensabile. Non abbiamo neanche montato le tende e per dormire ci siamo buttati per terra, nella zona allestita per mangiare, sotto il tendone. Ci siamo arrangiati alla meglio”.

 

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