Dakar: Team Orobica Raid al via con due camion evoluti
Dopo l'avventura in Sud America con la Pandakar, la squadra guidata da Giulio Verzelletti si è data ai camion in Arabia Saudita. E i due Man sono decisamente evoluti rispetto al 2020.

L’Africa è ormai un lontano ricordo, ma c’è sempre un buon motivo per correre la Dakar. Nonostante le incertezze e la crisi economica di questo 2020 martoriato dalla pandemia, il fascino del rally più famoso e massacrante al mondo, che scatterà domenica da Jeddah in Arabia Saudita, resta invariato.
“E’ come il mal d’Africa, la Dakar. Quando sei in gara, con la sabbia negli occhi rossi dalle tanti notti insonni, ti riprometti che sarà l’ultima, ma una volta tornarti in Italia, inizi già a progettare la prossima edizione”, confessa Giulio Verzelletti, bergamasco, 20 Dakar alle spalle in Africa, Sud America e Arabia Saudita.
“Lavoriamo tutto l’anno per questo progetto che amo condividere con gli amici appassionati come me di rally”, racconta Verzelletti, il capitano del Team Orobica Raid che schiera due camion, un Man ed un Unimog, e due equipaggi composti, oltre a lui da Giuseppe Fortuna e Marino Mutti, il primo, Paolo Calabria, Loris Calubini e Mauro Grezzini, il secondo.
“Dopo l’avventura della Pandakar, che siamo riusciti a portare sul podio a Buenos Aires nel 2017, avevamo bisogno di un’altra sfida”, racconta Verzelletti, “così insieme a Loris Calubini e Beppe Fortuna ci siamo inventati un camion. Con l’esperienza acquisita nelle ultime Dakar in Sud America, ci siamo messi al lavoro per realizzare “in casa” questa pazza idea partendo da un Man”.
Lo scorso anno il debutto sui terreni tecnici dell’Arabia Saudita ha evidenziato alcuni problemi del prototipo a partire dalla tenuta della carrozzeria del cassone. “Ci siamo cappottati due volte, costringendoci a passare le notti a saldare le varie parti”, racconta Paolo Calabria, pilota del secondo mezzo del team Orobica, “quest’anno ci presentiamo con un’evoluzione di quello stesso prototipo, migliorato nella resistenza delle sovrastrutture. La base è un Man comprato volutamente sgangherato, di cui sono rimasti solo la cabina e il motore”. Tutto il telaio è stato riprogettato ex novo, così come tanti altri componenti, grazie al lavoro di Loris Calubini, meccanico esperto oltre a vantare nove partecipazioni alla Dakar.
“Dopo i due cappottamenti avvenuti in maniera molto strana, quest’anno abbiamo lavorato molto sul camion e adesso credo proprio che abbiamo un bel giocattolino. Considerato che siamo dei privati, possiamo dire che è un signor camion! È un prototipo costruito per correre, quindi non è facile da guidare, ma io e Paolo Calabria ci alterneremo alla guida. Con noi quest’anno anche Grezzini, al debutto sulla Dakar. E’ un team di tutti bresciani un camion costruito a Brescia. Anche i test sono stati fatti nelle nostre zone, grazie ad un amico che per noi ci ha prestato una cava!”.
Seconda edizione in Arabia, il terreno non sarà una novità per i nostri. “Mi aspetto un percorso bellissimo tanto quanto la prima edizione in Arabia Saudita, anche perché preferisco i terreni africani a quelli sudamericani. L’ultima edizione 100 per cento Perù era diventata proibitiva per un campion privato!”, commenta Beppe Fortuna, vicentino.
L’entusiasmo pervade il bivacco del Team Orobica… e questo è solo l’inizio.
Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti

Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti

Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti

Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti

Il Team Orobica Raid guidato da Giulio Verzelletti


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Riguardo questo articolo
Serie | Dakar |
Evento | Dakar |
Piloti | Loris Calubini , Giulio Verzeletti , Marino Mutti , Mauro Grezzini |
Autore | Maria Guidotti |
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