Dakar, De Rooy: "In altura la potenza cala del 40%!"
L'olandese del team Iveco spiega come la Petronas ha cercato di ovviare al problema meglio di altri
Foto di: Team de Rooy
Già prima che iniziasse la Dakar 2016 Gerard De Rooy non era per niente contento. L'olandese di 35 anni, pilota di punta del team Petronas De Rooy Iveco ama la sabbia, le dune, e il percorso di quest'anno non aveva davvero nulla a che fare con le sue passioni. E lo ammette candidamente dopo cinque tappe, mentre attende il via della tappa ad anello in Bolivia da Uyuni.
“Decisamente questa non è la mia gara. Ieri è andata abbastanza bene, ma gli altri giorni... Nella prima settimana non ho spinto abbastanza, ed è stato un mio errore, certo. Però a me non piace la pioggia, non piace il fango e ancora meno piacciono le montagne con le loro strade sinuose e piene di sassi...quindi. Per fortuna le speciali non sono lunghe e quando sono comprese fra i 250 e i 400 km mi vanno bene. Fino a ora non è stato certo il tipo di gara che mi piace e così ho cercato semplicemente di non perdere troppo tempo, di mantenere un distacco minimo dai primi. Certo avrei voluto essere davanti, ma non è stato proprio possibile, troppo difficile per me”.
Sei rimasto sorpreso dalla performance dei Tatra per esempio da Kolomy, o dall'assenza invece, piuttosto, fino a questo momento dei Kamaz?
“No, non proprio. Relativamente a Kolomy sapevo che il suo è un buon camion e che va molto bene sul bagnato e non solo, con quel tipo di sospensioni ha sempre un ottimo grip sulle strade di montagna, quindi sapevo che sarebbe andato forte. Sono sorpreso, piuttosto, dai Kamaz che nei primi giorni praticamente non si sono visti in gara, ma ieri sono andati forte e credo abbiano sistemato i loro problemi e cercheranno di andare all'attacco già oggi, per cercare di vincere ancora questa gara”.
L'altitudine sta mettendo a dura prova tutti i camion quest'anno, quanto soffre il vostro Iveco?
“Perdiamo tanta potenza anche noi. Non so con precisione perché non ho guardato i grafici, però direi che siamo intorno al 40%. Certo la sensazione è che il camion vada meno della metà delle sue possibilità, ma in realtà gli altri hanno più problemi di noi. Tutto sommato il nostro motore gira bene in altura e il nostro sviluppo ha raggiunto un ottimo livello: quest’anno abbiamo lavorato con i lubrificanti Petronas che ci permettono di avere meno attrito e quindi una migliore prestazione, per cui siamo soddisfatti”.
Che cosa è successo ad Ales Loprais che si è dovuto ritirare?
“Purtroppo è fuori gara. Nel primo giorno della marathon stage, nell'ultima parte della speciale ha avuto un problema all'asse anteriore, direi alla barra dello sterzo. Non sappiamo bene di cosa si sia trattato perché i nostri meccanici al bivacco di Jujuy non c'erano perché siamo andati in parco chiuso e, quindi, non abbiamo potuto fare un controllo approfondito. Abbiamo fatto la riparazione con il materiale che avevamo a bordo dei camion. Eravamo riusciti a farlo ripartire, ma purtroppo è arrivato con due ore di ritardo alla partenza della speciale e il regolamento è inflessibile, per cui è stato escluso. E’ un vero peccato, davvero!”.
Però c'è Federico Villagra che vi risolleva il morale per fortuna:
“Sì, per fortuna sì. Il lavoro che sta facendo Federico è sotto gli occhi di tutti ed è davvero fantastico. Nel primo giorno il percorso era praticamente quello di un rally e lui si è divertito tantissimo essendo un pilota di rally. Lo stesso si è poi ripetuto nella tappa marathon. Sono sicuro che si stia divertendo molto e i risultati si vedono”.
Oggi la tappa dei camion partirà alle 12,30, non più di 300 chilometri in Bolivia, dove i bisonti della Dakar mettono le ruote per la prima volta:
“Per i prossimi giorni dobbiamo mantenere la testa libera e stare concentrati. Stanno arrivando le tappe di navigazione e i prossimi giorni non saranno facili, dobbiamo fare attenzione e andare avanti nel miglior modo possibile”.
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