Dakar, Sainz: “Avversari duri, bisogna continuare a rischiare”
Carlos Sainz resta prudente nonostante arrivi alla giornata di riposo come leader della Dakar 2020 e dopo aver brillato nella sesta tappa. Ma afferma chiaramente che bisognerà prendere dei rischi.
Foto di: A.S.O.
Il dominio di Carlos Sainz, Lucas Cruz e la loro MINI X-Raid buggy continua anche dopo la sesta tappa della Dakar, che segna il giro di boa di questa 42esima edizione, quella della nuova filosofia di navigazione e del debutto in Medio Oriente. La coppia spagnola sta mantenendo un ritmo costante, spingendo quando deve e rimanendo più calma quando i percorsi lo richiedono.
Sia il pilota sia il suo co-pilota sono consapevoli di quanto ancora ci sia da fare, pertanto si mostrano cauti, dato che entrambi sanno cosa significa ritirarsi dalla Dakar: è avvenuto nel 2015, nel 2016 e nel 2017. In questi giorni sono molto cauti. Sainz e Lucas Cruz arrivano da leader alla giornata di riposo, dopo una sesta tappa sensazionale in cui sono stati i primi a scendere in pista e hanno perso solamente 1:33 da Stephane Peterhansel.
Carlos Sainz commenta la sesta tappa: “La giornata di oggi è stata positiva, perché abbiamo aperto una tappa molto, molto lunga, che durava più di quattro ore e mezza. La verità è che è andata molto bene, c’erano dune ed un po’ di tutto, sono contento del risultato. Sono soddisfatto anche del risultato globale del rally, perché arriviamo da leader alla giornata di riposo. Nello stesso tempo però siamo molto prudenti, perché resta ancora un’altra settimana da affrontare”.
Sainz non si è visto superare da nessun avversario ed è arrivato al traguardo nella stessa posizione di partenza, ovvero la prima, nonostante avesse dovuto percorrere i 477 chilometri cronometrati di questa sesta tappa senza riferimenti: “Non ho visto piloti, quindi è un buon segnale. Sono contento di questo, perché pensavo di perdere tre minuti con uno e sei con un altro, ma ho perso molto meno. Però bisogna ragionare giornata per giornata”.
Dopo il riposo arriverà una tappa dura, la speciale più lunga del rally (546 chilometri cronometrati), tra Riad e Wadi Al-Dawasir: “Per quanto riguarda la tappa di domenica, credo che sia passato molto tempo dall’ultima volta in cui ne abbiamo fatta una di 550 chilometri, che vuol dire più di cinque ore con la macchina. È molto impegnativo”.
Quando Motorsport.com gli chiede se il comportamento del buggy in questa prima settimana cambia l’approccio in vista della seconda settimana, Sainz risponde che non si fida dei propri rivali: “No no, non cambia nulla. Conoscendo Peterhansel e Al Attiyah, credo che non si arrenderanno fino all’ultimo, quindi bisogna continuare a rischiare”.
Siamo andati bene con la macchina. Tra le dune c’erano zone fuori la pista in cui si vede solo l’impronta delle moto e c’era un po’ di vegetazione. Non era facile, ma siamo contenti. Anche Luca è andato benissimo e bisogna continuare così. Le distanze sono così brevi che in qualsiasi momento si possono perdere 10 o 15 minuti e finire indietro”.
Il pilota di 57 anni ha elogiato le tappe che hanno preparato David Castera ed il suo staff, anche se è consapevole del fatto che sulle dune restano ancora molti chilometri dove dare battaglia: “Fino ad ora, il percorso è spettacolare. Resta la parte con più sabbia e più dune. Oggi già abbiamo fatto una parte delle dune, ma quella più complicata con la sabbia deve ancora arrivare. Bisognerà aspettare, preferisco fare un bilancio alla fine”.
Stephane Peterhansel, vincitore di due tappe in questa Dakar 2020, ha affermato di vedere lo spagnolo come il maggiore favorito. Ma Sainz risponde: “Lo conosco bene e so che è un avversario duro da battere. Sicuramente andrà al massimo fino alla fine, quindi credo che il rally sia ancora molto, molto aperto. In questi giorni abbiamo visto 10-12 minuti di differenza, quindi resta ancora molto da giocare”.
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