Dakar | Quintanilla: "Sundeland out? Il mio approccio non cambia"
Il pilota Monster Energy Honda, secondo nella scorsa edizione e nella tappa di oggi, è diventato l’uomo da battere nella categoria moto dopo il ritiro del campione in carica Sam Sunderland.
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Con il campione in carica Sam Sunderland, vincitore della Dakar targata 2022 fuori al chilometro 52 della prima speciale, i riflettori sono puntati sul cileno Pablo Quintanilla, punta di diamante dello squadrone Honda, secondo lo scorso anno a tre minuti dall’inglese. Tutti ricorderanno infatti l’ultima speciale 2022 al cardio palma con il pilota Monster Energy Honda HRC più veloce ad ogni CP e capace di recuperare quasi 7 minuti sul rivale, un margine importante ma non sufficiente per assicurarsi la corona.
Alla sua 11esima Dakar, il cileno ci riprova con la stessa voglia di quando ha debuttato nel 2013, quando ancora si correva in Sud America. Dopo il brutto incidente alla spalla durante il Rally del Marocco, la preparazione ha subito uno stop ma il cileno è al via più forte che mai.
Come si è preparato per la Dakar?
“Rientrato dal Marocco, ho dovuto prima riprendermi dall'infortunio alla spalla. Ho lavorato sodo con il fisioterapista e anche con il mio nutrizionista per accelerare il processo, ma mi ci sono volute sei settimane. Adesso posso dire di essere finalmente al 100%. Nelle ultime settimane ho cercato di fare più chilometri possibili in moto concentrandomi sulla navigazione. Mi sento bene, a mio agio sulla moto e in buona forma per affrontare questa nuova sfida”.
Lo scorso gennaio il sogno della vittoria è sfumato per soli 3 minuti. Come ci si sente ora guardando indietro?
“Ogni anno ripartiamo tutti da zero. Le corse sono così: a volte si vince, altre si perde. Non mi volto mai indietro. L'importante è arrivare preparati con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per affrontare al meglio 'l'appuntamento' dell'anno. Sappiamo che sarà impossibile prevedere tutto ciò che potrà accadere, quindi è importante rimanere calmi e concentrati”.
Uomo da battere dopo la caduta di Sam Sunderland nella prima speciale, con quale filosofia affronta la gara?
“Il mio approccio non cambia: bisogna affrontare la corsa un giorno alla volta. L'obiettivo è vincere la gara, ma sappiamo quanto sia difficile la Dakar. Ancora una volta, il mio mantra è restare calmi e concentrati”.
E’ scaramantico?
“Un po’ come tutti i piloti. In particolare nel passare il sale”.
Come vede le nuove regole introdotte nella categoria come il limite di velocità e il bonus per i primi tre piloti che aprono la pista?
“Per quanto riguarda il limite di velocità, normalmente è difficile superare i 160 Km/h. Penso che in passato rappresentava circa il 5% della durata della gara. Honda ha studiato un sistema speciale che taglia la potenza vicino ai 160 km/h ma anche con questo dispositivo occorre stare molto attenti. Si viene penalizzati già a 161 km/h! Il bonus invece è una novità importante che ci consente di spingere invece di pensare alla strategia. Con questa nuova regola, chi apre pista continua ancora ad essere penalizzato, ma se non commette errori di navigazione fino al primo rifornimento potrà vedersi decurtare circa 5 minuti sui 20 che normalmente perde chi apre la pista”.
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