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Intervista

Dakar, Peterhansel: "Al-Attiyah ha perso a causa del suo ego"

Peterhansel, che oggi ha vinto la Dakar numero 14 della sua carriera, ha attaccato Al-Attiyah, suo rivale più agguerrito, dopo le parole del qatariota pronunciate qualche giorno fa a proposito dei vantaggi che i buggy avrebbero sulle vetture a 4 ruote motrici.

#302 X-Raid Mini JCW Team: Stéphane Peterhansel, #301 Toyota Gazoo Racing: Nasser Al-Attiyah

#302 X-Raid Mini JCW Team: Stéphane Peterhansel, #301 Toyota Gazoo Racing: Nasser Al-Attiyah

A.S.O.

Monsieur Dakar ci è riuscito ancora una volta. Stéphane Peterhansel ha centrato oggi la sua 14esima vittoria della carriera al rally raid più celebre al mondo e lo ha fatto gestendo un buon vantaggio nei confronti dell'unico rivale per il successo finale, Nasser Al-Attiyah, punta di diamante della Toyota.

Peterhansel, al termine della tappa odierna, ha risposto al duro attacco fatto da Al-Attiyah pochi giorni fa, quando ha ripetuto per l'ennesima volta quanto i buggy fossero favoriti su fondi pieni di pietre, mentre le vetture 4 ruote motrici come la sua Hilux fossero penalizzate, avendo gomme meno grandi e meno resistenti.

"Non voglio commentare le parole di Al-Attiyah riguardo i vantaggi dei buggy rispetto alle vetture 4 ruote motrici, anche perché sono anni che si lamentano", ha dichiarato Peterhansel. "Noi quando non vinciamo, non piangiamo. E' solo una questione di ego. Se avesse un ego leggermente differente, avrebbe potuto vincere la Dakar".

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"Il suo ego lo ha spinto al punto in cui voleva vincere il prologo. Penso sia stato proprio quel momento in cui ha perso la gara", ha proseguito Peterhansel, aggiungendo carne al fuoco.

Peterhansel ha vinto una sola delle 12 tappe previste per la Dakar 2021, ma è stato sufficiente per tenere alle spalle Nasser Al-Attiyah, lui invece vincitore di ben 6 tappe, la metà di quelle svolte.

"C'è sempre stata tanta pressione, e quello che dico sempre è vero: ogni gara è molto difficile da vincere. Devi dare il massimo, devi essere completo, devi avere una buona squadra, devi avere una buona macchina e, ovviamente, un navigatore di alto livello. Nonostante tutto, però, l'errore è umano. Si possono commettere errori molto rapidamente".

"Quindi vincere la Dakar per la 14esima volta è stato importante, perché mi ha permesso di far passare 30 anni tra la mia prima vittoria e l'ultima, quella ottenuta oggi. E penso anche di essere l'unico ad aver vinto in tutti e tre i continenti, avendo vissuto la gara in Africa, in Sud America e ora in Arabia Saudita. Siamo dei privilegiati".

"Penso che non sia solo esperienza, perché quando vedi Edouard Boulanger, ha pochissima esperienza come navigatore. E' la lucidità, l'analisi del roadbook dal lato della navigazione a fare la differenza. Da parte mia ho provato a non farmi prendere la mano quando sentivo di essere un po' più lento dei rivali".

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