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Dakar, Moto: Toby Price si prende l'ultima tappa e regala alla KTM il 18esimo trionfo di fila

Il pilota australiano ha lottato per tutti i dieci giorni di gara con un polso dolorante, ma ne è valsa la pena perché alla fine ha centrato il secondo successo finale alla Dakar dopo quello del 2016. Quintanilla cade e perde il podio, aprendo alla tripletta KTM con Walkner davanti a Sunderland.

#3 Red Bull KTM Factory Racing KTM: Toby Price

#3 Red Bull KTM Factory Racing KTM: Toby Price

KTM

Dakar 2019: Moto

Tappa dopo tappa, seguite i protagonisti delle due ruote in lotta per conquistare la Dakar 2019

Conoscendo il personaggio, lui direbbe che gli eroi sono altri. L'impresa di Toby Price però qualcosa di eroico ce l'ha eccome. Fino ad una quindicina di giorni fa, il pilota della KTM non era neanche certo di poter prendere il via della Dakar 2019 da Lima ed oggi si è ripresentato nella capitale peruviana da vincitore per la seconda volta nella sua carriera, dopo il primo trionfo del 2016.

Nel mese di dicembre, l'australiano si era infortunato ad un polso ed era stato costretto a finire sotto ai ferri del chirurgo. Un quadro che aveva messo fortemente in dubbio la sua partecipazione. Toby però ha stretto i denti ed ha deciso di presentarsi al via e alla fine ha messo tutti in fila in una delle Dakar più combattute degli ultimi anni.

Basta pensare che si era presentato al via dell'ultima speciale, quella da soli 112 km tra Pisco e Lima, con un margine di appena 1'02" nei confronti di Pablo Quintanilla. Dopo una gara molto regolare, nella quale ha badato soprattutto a stare lontano dai guai, anche perché il polso era parecchio dolorante, oggi però ha voluto piazzare una bella zampata, forse proprio per non essere ricordato come quello che aveva vinto la Dakar senza essersi portato a casa neanche una tappa.

E la sua è stata una vera e propria prova di carattere, perché non ne avrebbe avuto bisogno, visto che dopo appena 10 km di speciale il rivale Quintanilla è finito ruote all'aria, infortunandosi anche ad un piede. A quel punto per Price la vittoria finale era in ghiaccio e sarebbe bastato non commettere errori, ma ha voluto andare a festeggiare nel migliore dei modi il 18esimo trionfo consecutivo alla Dakar per la Casa austriaca.

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A fine tappa ha preceduto di 2'21" la Honda del cileno José Ignacio Cornejo e di 2'38" il compagno di squadra Matthias Walkner, vincitore lo scorso anno, che ha potuto sfruttare il clamoroso errore di Quintanilla per regalare alla KTM un grande 1-2, chiudendo a 9'13" da Price nella generale.

Dopo l'infortunio, Quintanilla ha stretto i denti ed ha proseguito fino alla fine della speciale, ma probabilmente vedere sfumare così l'occasione della vita deve aver fatto più male dell'infortunio al piede. Anzi, la sua giornata non avrebbe potuto essere peggiore, perché la direzione gara ha anche accolto il ricorso della KTM contro la penalità di un'ora rimediata da Sam Sunderland nell'ottava tappa per aver alterato il suo Iritrak (a scagionarlo sono stati proprio i tecnici dell'Iritrak, dimostrando che l'errore non era stato intenzionale). E il tutto è avvenuto dopo la conclusione della speciale.

Con i quasi 20 minuti incassati oggi, dunque, il cileno della Husqvarna è stato beffato su tutta la linea, perché il britannico gli ha soffiato anche il gradino più basso del podio, chiudendo a soli 13 minuti dal compagno Price, con due vittorie di tappa all'attivo (nella quinta e nella settima). Per la KTM è stata quindi grande festa, visto che le moto austriache hanno monopolizzato le prime tre posizioni.

Per l'Husqvarna invece è arrivata una vera e propria doccia fredda perché, oltre a perdere il podio finale, ha visto arretrare dal quarto al quinto posto anche il crossista Andrew Short, che oggi ha staccato il settimo tempo, badando soprattutto a marcare la Yamaha di Xavier de Soultrait, che lo seguiva nella generale. Con il sesto posto finale, il francese è stato il migliore tra i portacolori della Casa di Iwata, che però deve avere il rimpianto per la rottura del motore di cui è stato vittima Adrien van Beveren ieri, dopo essersi presentato al via della penultima tappa terzo ed ancora in lizza per la vittoria.

Solo settima quindi la migliore delle Honda, quella di Cornejo, in una gara che ancora una volta ha regalato grandi rimpianti alla Casa dell'Ala dorata. In avvio era stato Joan Barreda a dettare legge, ma poi è finito in un crepaccio nella terza tappa ed è stato costretto al ritiro. Il testimone è quindi passato nelle mani di Ricky Brabec, leader fino alla settima tappa, i cui sogni di gloria sono finiti però in fumo come il motore della sua CRF450 Rally nell'ottava tappa.

Come se non bastasse, nella stessa giornata è arrivata anche una penalità di 3 ore per Kevin Benavides, colpevole di aver scritto delle note extra sul serbatoio della sua moto, dopo che prima della terza tappa era stato espressamente vietato utilizzare indicazioni diverse da quelle presenti nel road book. Alla fine, dunque, anche l'argentino si è ritrovato fuori dalla top 10, chiudendo 12esimo.

Alle spalle di Cornejo c'è la KTM di Luciano Benavides. A completare il quadro delle prime dieci posizioni troviamo poi la Hero di Oriol Mena e la Honda di Daniel Nosiglia. Ne è rimasta fuori per poco meno di un'ora invece Laia Sanz, 11esima, che però non ha nascosto la soddisfazione per aver portato la gara.

Ha sicuramente di che essere soddisfatto anche Maurizio Gerini, migliore degli italiani al traguardo. La top 15 era l'obiettivo del suo compagno di squadra Jacopo Cerutti, ma dopo che questo ha alzato bandiera bianca è diventato alla portata dell'imperiese, che ha sorpreso tutti con un grande 14esimo posto finale a poco meno di quattro ore e mezza da Price.

A fargli compagnia sul traguardo di Lima c'è anche Mirko Pavan, 53esimo all'esordio con la sua Beta e alla fine quarto nella speciale classifica Original by Motul riservata a quei piloti che correvano senza assistenza, nella quale ad imporsi è stato l'olandese Edwin Straver, 29esimo assoluto. In questa categoria bisogna segnalare anche il 61esimo posto assoluto di Anastasiya Nifontova, prima donna a riuscire a portare a termine la Dakar senza assistenza.

Non bisogna dimenticare poi Gabriele Minelli, 73esimo alla sua seconda apparizione a poco più di 45 ore di distacco dal vincitore (quasi 12 delle quali di penalità però). Dop il ritiro dello scorso anno, il pilota toscano aveva l'obiettivo di portare a termine la corsa e lo ha fatto con grinta e determinazione.

Pos. Pilota Moto Tempo/Gap Penalità
1 Toby Price KTM 33.57'16” +1'33"
2 Matthias Walkner KTM +9'13" +3'00"
3 Sam Sunderland KTM +13'34" +2'00"
4 Pablo Quintanilla Husqvarna +20'46"  
5 Andrew Short Husqvarna +44'10"  
6 Xavier de Soultrait Yamaha +54'00" +1'00"
7 José Ignacio Cornejo Honda +1.08'06" +15'00"
8 Luciano Benavides KTM +1.09'10"  
9 Oriol Mena Hero +2.08'41"  
10 Daniel Nosiglia Honda +2.31'53" +2'00"
  Gli italiani      
14 Maurizio Gerini Husqvarna +4.28'41" +3'00"
54 Mirko Pavan Beta +23.58'51" +4.22'00"
73 Gabriele Minelli KTM +45.04'50" +11.40'00"
 

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