Dakar, Mini X-Raid decimata: già 2 buggy out. Resta solo Hirvonen
Fuori Menzies e Al-Rajhi. Il finlandese è l'unico al volante del Buggy 2WD ancora in classifica: "E' stata una giornata difficile, ma siamo abbastanza contenti di come stiamo andando", ha affermato l'ex pilota del WRC.
Foto di: X-Raid Team
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Se uno credesse a queste storie direbbe che nella Tappa 2 della Dakar 2018 sul team X Raid è scattata una maledizione. Un malocchio insomma visto che dopo sei chilometri della seconda prova speciale della Dakar 2018, Pisco-Pisco, Bryce Menzies ha capotato la nuovissima Buggy 2WD della Mini X Raid.
Qualche ferita al braccio per lo statunitense e un piede rotto per il suo copilota, questo il verdetto dopo la visita medica una volta rientrati al bivacco di Pisco.
Ma la malasorte non è finita qui. Al chilometro 68 è avvenuto un incidente, le cui dinamiche sono ancora sconosciute, che ha coinvolto ben due vetture dello stesso team: il secondo buggy in gara X-Raid di Yazeed Al Rajhi e la Mini All4 del cileno Boris Garefulic.
Come sia andata esattamente lo si saprà solo quando i due piloti arriveranno al bivacco, ma sarà tardi, molto tardi perché entrambi sono rimasti fermi dopo il contatto in attesa dei camion assistenza che oggi sono partiti davvero molto indietro, alle spalle dei piloti moto e quad. Sembra, da una prima ricostruzione, che il Buggy del saudita sia finito contro la Mini, forse scendendo da una duna, ma di sicuro che dei tre buggy X Raid al via uno è fuori gioco, distrutto nel capotamento di Menzies, e l'altro adesso è davvero indietro in classifica.
Non resta che Mikko Hirvonen, il sopravvissuto: “Di certo è un inizio gara di quelli complicati – ha ammesso il finlandese al traguardo – ma siamo abbastanza contenti di come stiamo andando. Non prendiamo rischi perché la macchina è nuova e io devo fare pratica. Soprattutto sulle dune dobbiamo ben capire le sue reazioni. In più di qualche occasione oggi ho temuto di insabbiarmi cosa che sembrava fin troppo semplice".
"Ci siamo anche persi oggi alla ricerca di un way point che era nascosto in mezzo alle dune, in fondo ad un profondo avvallamento e non è stato facile, dapprima capirlo, e poi andarlo a prendere. Ci ho girato un po' intorno prima di capire che dovevo affrontare la discesa. Tornare su dalla salita a quel punto, una volta preso il wpt è stato ancora più difficile e abbiamo perso almeno tre se non quattro minuti nel farlo”.
Però, visto quanto accaduto ai suoi compagni di squadra, conclude la sua intervista ripetendo “Not too band, not too bad”. Non troppo male.
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