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Dakar, Metelli: "Il caldo crea problemi al radiatore, ma dovrei riuscire a gestirli"

Il pilota bresciano ha qualche noia tecnica alla sua KTM, ma è convinto di poterlo risolvere. In compenso il trasferimento a Chilecito è stato un calvario anche per lui.

#53 KTM: Livio Metelli

Foto di: Elisabetta Caracciolo

#53 KTM: Livio Metelli
#53 KTM: Livio Metelli
#53 KTM: Livio Metelli
Livio Metelli, KTM 450 Rally
#53 KTM: Livio Metelli

Si complica la vita di Livio Metelli quando mancano ormai praticamente tre giorni al termine di questa Dakar 2017, la seconda per il bresciano.

Si complica perchè con il caldo sono riapparsi i problemi al radiatore che continua a mescolare olio e acqua e lo costringe a soste continue. E oggi per fortuna era solo in trasferimento, senza problemi di tempo e di orario, ma domani con la speciale di Chilecito-San Juan che cosa dovrà aspettarsi il pilota italiano?

“Ormai abbiamo capito di che cosa si tratta – spiega Metelli a Motorsport.com - E' un problema che si presenta con il caldo. In Bolivia nei giorni scorsi non è quasi mai accaduto nulla, ma ora con il caldo... Oggi mi sono fermato un sacco di volte al distributore”.

Mentre lo dice mostra gli stivali bianchi diventati ormai neri per il tanto olio sputato dalla sua Ktm.

“Sono andato dal capo della Ktm qui al bivacco e gli ho spiegato quale problema avevo, mi ha dato un paio di dritte e ora speriamo di riuscire a sistemare tutto”.

Il fatto è che il suo camion, quello che porta appunto le casse per i 'privatoni', non è ancora arrivato, ma non dovrebbe comunque esser lontano.

“Devo smontare tutto e pulire, poi arriverà anche il camion e potrò prendere un paio di ricambi. Ho parlato con il boss in Ktm e mi ha suggerito due esperimenti. Se domani sera arrivo a fine tappa mi sa che il più sarà fatto”.

Non nasconde la sua preoccupazione, Metelli, anche perchè la tappa di domani è nuovamente prevista bella complicata, per il grande caldo e soprattutto dopo questa tirata degli ultimi giorni.

“Tre giorni di tappa marathon abbiamo praticamente fatto, però nella sfortuna noi della categoria Malle Moto abbiamo avuto fortuna perchè molti camion assistenza non sono arrivati al bivacco di Salta, mentre il nostro era partito presto e di conseguenza si è fatto vedere verso le 23. Io sono giunto al bivacco e sono andato direttamente lì. Siamo stati forse gli unici ieri ad avere le nostre cose, anche per dormire”.

Metelli era arrivato alla fine della seconda parte della tappa marathon verso le 23;30: "Dopo la fine della seconda speciale ci hanno fatto tornare indietro per andare sul passo da cui eravamo partiti con la speciale qualche giorno prima e da lì abbiamo preso il nuovo trasferimento fino a Salta. Siamo arrivati lassù al momento del tramonto e lo spettacolo mozzava il fiato, davvero bellissimo, una catena di colori sulle montagne davvero unica”.

E anche lui confessa la pericolosità di questo trasferimento con il buio verso Salta: “Il trasferimento dietro il camion è stato terribile, con curve su e giù dalla montagna, abbiamo rischiato più ieri a fare il che in tutto il resto della gara. Un vero e proprio muro, con il buio. Tra l'altro, i miei fari hanno sempre funzionato benissimo e invece, ieri sera che servivano non andavano, alla mattina tutto ok e ieri sera non andava più niente. Allora mi sono messo da un lato, e ho seguito Luca Manca e un altro pilota, e in questa maniera qualche cosa riuscivo a vedere. Ogni tanto vedevamo i fanalini rossi di qualche camion, in mezzo alla polvere, e improvvisavamo un attimo, solo che c'erano delle caregge di sabbia, profonde, e bisognava davvero stare attenti”.

C'è di buono che una volta arrivato al bivacco il bresciano è riuscito a dormire: “Stamattina sono ripartito con calma, verso le 9,30 e pioveva, non forte però la prima parte era rognosetta”.

Sul trasferimento fra Salta e Chilecito si è fermato almeno sette, otto volte, per i soliti problemi di radiatore: “Ho fatto assistenza alla moto, poi benzina e infine sono arrivato in questo bivacco infuocato e caldissimo. In questa gara non c'è la mezza misura, o fa caldissimo o fa freddissimo”.

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