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Dakar: Mauro Furlanetto, il primo commissario italiano in Sud America

Per la prima volta dopo tanto tempo, quest'anno è tornato nel collegio dei commissari un italiano: direttore di gara aggiunto del Mondiale in Sardegna, ha seguito da vicino la corsa della auto, con la tanto discussa vicenda Sainz.

Mauro Furlanetto, membro del Collegio dei Commissari

Mauro Furlanetto, membro del Collegio dei Commissari

Elisabetta Caracciolo

Per la prima volta nella Dakar sudamericana arriva un commissario italiano. Fa parte dello staff decisionale della categoria auto, del Collegio dei Commissari precisamente, che è formato da un Presidente e da due membri, componenti del collegio. Si chiama Mauro Furlanetto ed è alla sua prima Dakar.

47 anni, direttore di gara aggiunto del Mondiale in Sardegna, e direttore anche di altre prove di Campionato Italiano – CIR - dal 1999, due anni fa quasi scherzando disse a Tiziano Siviero: "Perchè non mi porti alla Dakar?". E poi quasi si dimenticò di questa richiesta.

Fino al novembre del 2017, quando una sera, sul suo telefonino arrivò un what'sapp di Tiziano Siviero che gli diceva semplicemente: "Teoricamente potresti essere presente sulla Dakar, sei disponibile?". Lo richiamò immediatamente dicendogli, "ma ti sembrano cose da scrivere in un messaggio?".

Così è cominciata l'avventura che lo ha portato alla 40esimaDakar. Prima di lui nelle vesti di commissari, presidente di giuria ed anche direttore di gara c'erano stati Lucio De Mori ed anche Emanuele Gubernati, senza contare i commissari tecnici, Beppe Invernizzi ed Ezio Sisti. Poi una lunga pausa senza nessuna presenza italiana. Fino a quest'anno.

"E' la prima volta e quindi per me è tutto nuovo. Ed è proprio vero che la Dakar va vissuta – dice il veneto ormai trasferitosi in pianta stabile in Sardegna - perchè quello che vedi in televisione, o che ti raccontano, non è la stessa cosa. E' una esperienza che non dimenticherò mai e che mi ha aiutato e mi aiuterà nel mio lavoro. Sicuramente mi ha fatto molto piacere esserci e viverla".

Fra i tre componenti del Collegio c'è tra l'altro un ottimo rapporto: un italiano, uno spagnolo e un portoghese e gli ultimi due hanno già qualche annetto di esperienza sulle spalle. "Pedro e Manolo sono stati splendidi con me. Mi hanno da subito accolto come uno di loro. Mi hanno aiutato a capire dandomi dei suggerimenti in ogni momento, giorno e notte, e li devo ringraziare perchè mi hanno preso sotto braccio guidandomi in questo mondo esattamente come fa un papà con il proprio figlio".

Mauro Furlanetto, membro del Collegio dei Commissari
Mauro Furlanetto, membro del Collegio dei Commissari

Photo by: Elisabetta Caracciolo

Il loro lavoro si concentra soprattutto nel momento in cui i piloti rientrano al bivacco dopo la tappa, auto e camion, se ci sono reclami, polemiche, o insomma cose da discutere, loro sono lì ad ascoltare e a chiarire tutte le situazioni: "Noi li convochiamo e sentiamo cosa ci dicono e poi ci riuniamo in separata sede per discutere emettendo un verdetto".

Impossibile non chiedergli come sono andate le cose nel caso di Carlos Sainz e della penalità dei 10, famosi, minuti. "Nel caso di Sainz abbiamo rettificato la nostra decisione perchè nel momento in cui era stata presa, a Salta, avevamo solo alcuni elementi in mano. Nei giorni seguenti da parte di Peugeot e da parte nostra attraverso gli strumenti che l'organizzazione ci ha fornito abbiamo avuto più elementi su cui lavorare. A quel punto abbiamo corretto la nostra decisione come era giusto fare in base alle nuove informazioni". In sostanza, come fanno gli arbitri con la moviola: "Esattamente, uguale".

Quando gli si chiede se c'è stato un momento particolarmente difficile durante la gara, anche semplicemente nella vita di tutti i giorni: "Il difficile è vivere ogni giorno. Per il resto non ci sono stati momenti difficili. Come commissario sportivo non fai tanto fino a che non arrivano i piloti al bivacco e se non accade nulla. Il più è viaggiare di notte, avere sempre la valigia dietro, l'hotel che sai ti hanno prenotato ma non riesci ad andarci, la doccia che sai di avere ma non la vedi, mangi quello che c'è quando si può. Oggi per esempio abbiamo fatto colazione alle 11 perchè il bus è arrivato con due ore di ritardo. Diciamo che è una Dakar per tutti, ovviamente per i piloti è più difficile, ma anche per noi è complicata".

Quando tornerà in Sardegna si porterà dietro una bellissima esperienza: "Sicuramente un bel ricordo. Perchè un giorno potrò dire almeno una Dakar l'ho fatta. Dopo se ci sarà la possibilità ne farò altre. Sicuramente è una esperienza unica e me la terrò stretta, sentirla, viverla, è stato bellissimo".

Con Tiziano Siviero non ci si riesce a vedere molto: "Non molto, ci vediamo e non ci vediamo, di sfuggita, ci si saluta e poi non ci vediamo più, a volte mangiamo insieme".

Ma visto che è stato lui a farti venire qui alla Dakar, lo ringrazierai sempre per questo oppure è finita un'amicizia? Serissimo Mauro Furlanetto risponde: "Questo non si può dire, è un segreto" e poi scoppia a ridere.

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