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Dakar: la pioggia boliviana preoccupa in vista della tappa Marathon

Le previsioni annunciavano maltempo per l'approdo della carovana sul suolo della Bolivia e per ora stanno trovando conferma. C'è grande attesa per il briefing di Marc Coma che oggi presenterà la tappa Marathon.

#61 Hero MotoSports Team Rally: Oriol Mena

#61 Hero MotoSports Team Rally: Oriol Mena

Hero MotoCorp

#61 Hero MotoSports Team Rally: Oriol Mena
#61 Hero MotoSports Team Rally: Oriol Mena
#502 Team Kamaz Master: Dmitry Sotnikov, Ruslan Akhmadeev, Ilnur Mustafin
#303 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Carlos Sainz, Lucas Cruz
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#47 Monster Energy Honda Team Honda: Kevin Benavides
#301 Toyota Gazoo Racing Toyota: Nasser Al-Attiyah, Mathieu Baumel
#49 Hero MotoSports Team Rally: CS Santosh
Arrivo a La Paz
Arrivo a La Paz
Arrivo a La Paz
Arrivo a La Paz

Tutto come previsto. La pioggia della Bolivia, che tutti si aspettavano ormai come un triste destino, è arrivata puntuale. Quasi a deridere i concorrenti della Dakar 2018, che appena hanno passato ieri il confine si sono trovati sotto un bell'acquazzone scrosciante. Che è andato avanti per tutto il pomeriggio e si è poi calmato intorno alle 17 a La Paz.

Però le previsioni non sono confortanti, anzi. Il fiume che scorre impetuoso a pochi passi dal bivacco è in piena e oltre al suo colore marrone trasporta pezzi di vegetazione e fango imponenti segno che sta piovendo, e tanto, in tutta la Bolivia. Lo si è visto chiaramente ieri mentre si attraversavano paesi che erano già in parte sott'acqua, e la stessa La Paz presentava più di qualche passaggio allagato.

E come volevasi dimostrare la prima speciale, anche se solo per moto e auto è stata tagliata proprio nel giorno in cui si passava dal Perù alla Bolivia, anche se la ps in realtà, si trovava ancora in Perù.

Tutti temono che sia l'inizio di una serie di tagli al percorso che ormai da tempo contraddistinguono questa gara e che combaciano, guarda caso, sempre con la Bolivia, proprio quel Paese che ha determinato in questi ultimi anni l'allontanamento di tanti piloti da questa gara.

Per sabato e domenica le previsioni parlano di nuovo di pioggia, e tanta: le zone di Tupiza e Oruro saranno interessate da temporali con una temperatura che si aggirerà intorno ai 4° mentre a Uyuni le precipitazioni dovrebbero concentrarsi nella mattinata di sabato ma cessare poi nel pomeriggio.

C'è grande attesa dunque nel pomeriggio di questa giornata di riposo – mai così desiderata dalla carovana della Dakar – per il briefing di Marc Coma che annuncerà il programma di domani, prima giornata della prima tappa marathon di questa 40esima edizione.

Normalmente i piloti dovrebbero lasciare La Paz alle 4, la prima moto, per percorrere un trasferimento di 302 chilometri – facilmente sotto la pioggia – fino alla terribile Oruro e da lì entrare in una prova speciale di 425 chilometri uguale per moto, quad e auto, ma più corta, 368 km, per i camion.

Una tappa di oltre 700 chilometri che li poterà alla ormai tradizionale caserma di Uyuni dove non ci sarà un parco chiuso – come lo scorso anno, ma un parco di lavoro, in cui solo i piloti però potranno accedere ai propri mezzi ed eventualmente sistemare eventuali rotture o guasti.

Non ci saranno quindi grandi exploit in una prima tappa, dopo il riposo, che mette la parola fine alle dune, per il momento, in attesa di ritrovarle a Fiambalà, e che dovrebbe essere scorrevole ma, appunto, con la grande incognita della pioggia e del fango. Osservando la cartina la speciale attraverserà diversi fiumi e bisognerà vedere davvero in che condizioni si troveranno nel momento in cui la gara li raggiungerà.

La seconda parte della marathon, che riporterà i piloti a congiungersi con le loro assistenze a Tupiza, sarà ancora più delicata visto che si correrà la speciale più lunga dell'intero rally imperversata dalla pioggia e dal fango – Oruro e Tupiza sono rimasti nella memoria di chi ha corso nel 2017 – ma anche da una serie di passaggi in altitudine che non vanno sottostimati. I piloti sono tutti già molto provati, l'altitudine e un fastidioso mal di testa che si è insinuato già in molti di loro da un paio di giorni, potrebbero fare la differenza.

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