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Dakar, in viaggio con Toyota: 10 ore di pullman e (finalmente) la doccia calda!

Dopo un paio di giorni a resistere per freddo e acqua gelata, la carovana della Dakar si è spostata in Argentina abbandonando la Bolivia e ritrovando alcuni... benefit niente male.

Atmosfera del bivacco di Salta

Atmosfera del bivacco di Salta

Elisabetta Caracciolo

Dakar: al seguito della gara in macchina con la Toyota HDJ100

Elisabetta Caracciolo seguirà la 40esima Dakar fra Perù, Bolivia e Argentina con la Toyota HDJ100 numero 1082 del team Tartarin. La nostra inviata, coprendo tappe di circa 800 km al giorno, ci racconterà anche la sua esperienza di viaggio con la vettura stampa e ci farà vivere attraverso i suoi occhi l’incredibile esperienza di essere al seguito della gara più massacrante del mondo.

Atmosfera del bivacco di Salta
BMW #360: Yves Tartarin, Jerome Meunier e la Toyota HDJ 100 di motorsport.com
BMW #360: Yves Tartarin, Jerome Meunier
BMW #360: Yves Tartarin, Jerome Meunier e la Toyota HDJ 100 di motorsport.com
Renault #506: Martin Van Den Brink, Vouter Rosegaar, Daniel Kolozovsky
Atmosfera del bivacco di Salta
Meccanici a lavoro
Atmosfera del bivacco di Salta
Atmosfera del bivacco di Salta
Atmosfera del bivacco di Salta
Atmosfera del bivacco di Salta
Atmosfera
Atmosfera
Alessandro Botturi, Yamaha

Quando si arriva al bivacco di solito lo si trova già pronto e ben organizzato. Oggi però a Salta le cose vanno diversamente perchè la gara e tutta l'organizzazione connessa non erano attese qui prima delle 10 di questa mattina.

Invece già intorno alle 24 di ieri sera e poi via via fino alle sette di stamattina sono arrivati tutti i camion assistenza, i piloti, l'organizzazione, i giornalisti e lentamente tutto il resto della carovana. Le autorità di Salta e anche chi allestisce il bivacco sono state prontamente avvertite ieri quando l'organizzazione ha deciso di sopprimere il bivacco di Tupiza e di portare tutti a Salta con qualche ora di anticipo.

Però Salta in realtà non era pronta e soprattutto l'organizzazione ASO che trasporta tutti gli allestimenti del bivacco, come tutti noi, è partita ieri sera da Tupiza e solo ora è arrivata a Salta e sta preparando al meglio ogni spazio. Senza dormire i ragazzi dell'organizzazione sono scesi dai camion e dai pullman e si sono messi subito al lavoro perchè la macchina della Dakar non si ferma mai.

Quindi allestimento veloce della sala stampa, con tutte le prese di corrente e la connessione. Allestimento de El Central che ieri è rimasto impantanato per mezza giornata nel fango di Tupiza. Allestimento delle due direzioni gara – moto e auto – e dello spazio informazioni concorrenti. E poi di tutte le aree sponsor.

Ieri sera, personalmente, niente Toyota HDJ100 per diverse esigenze di viaggio, e così ho viaggiato con i pullman a due piani tipici del Sud America. Al loro interno pochi posti, non più di trentacinque, da vera business class, con sedili reclinabili e tendine a separare ogni passeggero per una maggiore privacy. Alla fine questo è il miglior metodo per viaggiare perchè si riesce a dormire per la maggior parte del tragitto.

Un tragitto lunghissimo stanotte, perchè siamo partiti da Tupiza alle 21 per affrontare 545 chilometri e siamo arrivati a Salta alle 7 ore boliviana, ma 8 ora argentina, quindi un viaggio di quasi 10 ore. Alla frontiera sono stati gentili, non ci hanno fatto scendere una ad uno, ma in compenso sono saliti spalancando le porte, accendendo le luci e gridando “Controlo passaporte”. Non saprei dire che cosa sia stato meglio.

Siamo stati fermi più di un'ora perchè i cani antidroga hanno controllato tutti i bagagli e una signora della dogana è salita a contare quanti eravamo a bordo. Poi siamo ripartiti e abbiamo raggiunto un bivacco ancora sonnecchiante di prima mattina.

La doccia è stato il primo pensiero per tutti: da due giorni non avevamo la possibilità di lavarci, se non la faccia e i denti, e sapere che a Salta – che da anni è uno dei bivacchi più belli e meglio organizzati della Dakar – c'era l'acqua calda ad aspettarci è stata una gioia senza confine.

Ieri sera a Tupiza, con circa sei gradi di temperatura esterna ero entrata nella tenda riservata alle docce ma la ragazza che le controllava mi ha guardato come se fossi pazza e mi ha detto: “Non penserai mica di far la doccia, vero? L'acqua è ghiacciata”...e come ero entrata sono uscita, accettando con filosofia il suo suggerimento. Sapendo soprattutto che qui a Salta l'acqua sarebbe stata calda.

Poi finalmente stamattina ho ritrovato la nostra Toyota e Sandrine. In questi giorni ci eravamo separati ma da oggi siamo di nuovo insieme e proseguiremo fino a Cordoba, con lo stesso obiettivo, terminare questa Dakar.

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