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Dakar: in moto da soli con una cassa di ricambi al seguito!

Gli organizzatori della Dakar mettono a disposizione un camion sul quale i piloti della classe Malle Moto caricano una casa. Non possono essere aiutati da nessuna assistenza: devono fare tutto da soli. Sono cinque gli eroi italiani al via.

Il bivacco dei piloti accanto al camion casse

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Logo Dakar 2017
Dakar atmosphere
Dakar atmosphere

 I francesi lo chiamano Malle Motò, con l'accento sulla o. Noi lo chiamiamo semplicemente “Camion casse” ed è una delle istituzioni più antiche della Dakar. Quando qualcuno parla di questa categoria di motociclisti, chi gli sta di fronte e se ne intende dice: “Ah sì, quelli veri!”.

Perchè correre una Dakar da soli, senza assistenza, contando solo sul camion casse è un atto di eroismo prima che di coraggio. E quest'anno l'Italia ha ben cinque piloti che hanno scelto di partecipare alla Dakar in questo modo.

Il camion casse è un mezzo che gli organizzatori mettono a disposizione dei piloti privati che vi possono caricare a bordo una cassa con i ricambi della moto, due gomme e gli effetti personali. Tutto qui. Si può ben capire, quindi, che preparare i bagagli prima di partire diventa un'operazione molto delicata.

In gara ogni pilota iscritto a questa categoria, che ha una sua classifica all'interno di quella generale, se la deve cavare da solo ed è assolutamente vietato a chiunque altro, ammesso che non sia un altro pilota del Camion Casse, toccare la moto con cui corre.

Alla fine di ogni tappa il pilota del Malle Moto deve provvedere a tutto da solo. Controllare la moto, e fare le riparazioni meccaniche, oltre che preparare la sua tenda e tutto il necessario per la notte. Ma deve farsi anche il road book per il giorno dopo, e eventualmente deve cambiarsi le gomme.

Mentre gli ufficiali se ne stanno al fresco dell'aria condizionata dei loro camper, i "privatoni" così chiamati simpaticamente, lavorano sotto il sole, al massimo con una minima copertura concessa da un gazebo sotto l'occhio attento del personale del camion casse.

Cinque i piloti italiani che quest'anno correranno in questa categoria: il più rappresentativo è un super veterano, Franco Picco, che dopo anni da pilota ufficiale, e sempre con il suo camion e i suoi meccanici al seguito ha deciso di provare una nuova avventura. Lo scorso anno per festeggiare i 60 anni si era concesso una divagazione correndo con un quad, mentre nel 2017 ha scelto di correre da solo.

Per il campione vicentino la musica non cambia perchè in queste ultime Dakar aveva sempre lavorato sulla sua moto, ontando comunque sempre su un camion personale, con a bordo non solo pezzi di ricambio ma anche generi di conforto... Prosecco in primis.

In questa edizione, invece, sarà solo, anche se in buona compagnia. Diocleziano Toia torna per la terza volta in questa categoria, così come Manuel Lucchese che lo scorso anno era anche riuscito a conquistare il terzo posto della classifica piloti Malle Moto.

Con loro ci sarà Livio Metelli, più che mai convinto a correre in questo gruppo perchè “è la categoria più tosta, senza diritto all'assistenza, con tutto il necessario in una cassa. Lo scorso anno ero trattato quasi da ufficiale dal mio team, con Fernando Prades come meccanico, ma questa volta ho voluto cambiare. Non viaggerò leggerissimo perchè sulla moto ho messo tutte le cose che possono servire, dalla doppia batteria alle leve di ricambio, oltre a quattro chiavi che possono sempre tornar utili, così come i tubi di scorta del radiatore... l'importante però sarà non far danni e mantenere la concentrazione, restando sotto il limite per poter gestire al meglio il mezzo (una Ktm la sua moto) e tutte le altre cose”.

Infine sempre in questa categoria ci sarà il debuttante Matteo Olivetto che corre la sua prima Dakar come regalo per il suo 40esimo compleanno. Anche per lui la scelta di correre con la sola assistenza del camion casse un po' per risparmiare sui costi, e poi per pura passione perchè anche lui si unisce al coro degli altri italiani: “questa è la classe dei veri!”

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