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Intervista

Dakar: i rookie Gerini e Vignola proseguono tra multe e "jolly"

Entrambi dovranno pagare 1.000 euro per aver superato troppe volte i limiti di velocità. E lo dovranno fare subito per continuare la gara. Gerini poi ha giocato anche un "jolly", perché è ancora in gara nonostante una caduta.

Maurizio Gerini,, Husqvarna, e Fausto Vignola, Husqvarna

Maurizio Gerini,, Husqvarna, e Fausto Vignola, Husqvarna

Elisabetta Caracciolo

Dakar 2018: Moto

I protagonisti delle due ruote in lotta per la conquista della Dakar 2018

Fausto Vignola
Fausto Vignola
Fausto Vignola, Husqvarna, e Fausto Vignola, Husqvarna
Fausto Vignola
Maurizio Gerini,, Husqvarna, e Fausto Vignola, Husqvarna
#155 Macad Rally Team: Guillaume Martens, #42 Maurizio Gerini
#42 Maurizio Gerini
Maurizio Gerini
#155 Macad Rally Team: Guillaume Martens, #42 Maurizio Gerini
#42 Maurizio Gerini

1.000 euro di multa. E' quanto i due debuttanti Maurizio Gerini e Fausto Vignola (Husqvarna entrambi) hanno dovuto pagare all'organizzazione di ASO per poter ripartire per la settima tappa della Dakar 2018. La cifra derivava dalla somma delle penalità prese per eccesso di velocità. Lo prevede il regolamento e forse questo ora insegnerà ai due liguri a fare più attenzione.

La comunicazione è stata data loro ieri all'arrivo al bivacco di La Paz insieme al tempo limite per pagare, entro le 18 di ieri, per consegnar loro il road book e dar la possibilità di ripartire.

"In effetti ne abbiamo preso più d'uno – scherza Vignola, che ha saputo delle penalità pecuniarie nei giorni scorsi dagli altri piloti – non riesco mai ad entrare giusto nelle zone di controllo velocità e se ne accorgono subito. Me ne rendo conto sempre troppo tardi e anche se faccio solo dieci metri la penalità è già scattata". E sì che l'apparecchio suona, ed anche forte: "Sì lo so, è vero, suona, ma arrivi veloce e io non ci guardo e forse non sono abbastanza attento ma adesso mi impegnerò a guardare".

L'obiettivo primario intanto, per questi due enduristi italiani, era arrivare a La Paz e quindi è stato centrato: "Io cerco di prenderla e di viverla giorno per giorno, tappa per tappa, addirittura ora per ora. Sto attento a non prender rischi e a che non mi succeda nulla, né a me a livello fisico né alla moto. Purtroppo il problema principale è che accumulo penalità e quindi parto indietro, sempre molto tardi. Questi eccessi di velocità mi stanno costando cari, in tutti i sensi".

Partendo prima forse riuscirebbe anche a non viaggiare da solo, cosa che comincia a pesargli: "Se riesco a trovare un qualche pilota che fa la mia stessa andatura potrei viaggiarci insieme, tenere un buon ritmo. Ogni giorno sorpasso almeno quattro, cinque piloti ma poi me li ritrovo davanti per colpa dell'ordine di partenza che mi retrocede".

E ora arriva la tappa marathon verso Uyuni: "Stiamo già rimettendo tutto a nuovo oggi alla tappa di riposo in modo da far poco al bivacco di Uyuni, senza meccanici e nulla domani al termine della marathon. Non andremo forte perchè dobbiamo risparmiare il mezzo e oggi cerchiamo ancora di riposarci un po' perchè in questi ultimi due giorni abbiamo dormito poco e nulla e dobbiamo ancora recuperare. Stasera a letto presto".

Maurizio Gerini, accanto al suo amico Vignola, è tranquillo in questa soleggiata giornata di riposo: nei giorni scorsi una brutta caduta per lui, mentre stava andando davvero troppo forte, nell'anello di San Juan: "Ho giocato un jolly è vero e da casa me n'ero portato solo uno, quindi è meglio che stia attento adesso".

Non smette mai di scherzare il pilota Husqvarna, che aggiunge: "Sono caduto ma non stavo andando fortissimo, forte sì, però direi nello standard di questa gara che ha un ritmo elevatissimo. Facciamo delle medie di velocità notevoli e io ho giocato il jolly alla terza tappa. Purtroppo ogni giorno imparo qualcosina, lo sapevo già, e sulla mia pelle ho imparato che le distrazioni sono quelle che ti fregano. Se stai tirando e quando sei vicino al limite ...no mi correggo qui vicino al limite non vado mai perchè davvero sarebbe troppo pericoloso. Però in quel frangente non stavo andando fortissimo e stavo guardando la nota successiva, c'era un taglio in terra e la moto mi ha dato una scalciata che non mi aspettavo. Riassumendo sono arrivato più piano del dovuto, ho abbassato l'attenzione e la moto mi ha disarcionato. Ci stava la caduta, l'avevo messa in preventivo, l'importante è non essersi fatti troppo male".

E prosegue: "La prima parte di questa Dakar mi è piaciuta tantissimo anche se so che sono state speciali molto impegnative a livello fisico, e lo saranno poi anche in Argentina visto che farà molto caldo. Però ho saputo trovare un ritmo che mi ha permesso di andare bene e divertirmi. Poi qui in Bolivia in realtà sarà perchè abbiamo avuto poco tempo per dormire o per lo scenario delle speciali, più veloci ma meno belle mi sono divertito di meno. Quello che mi ha colpito è stato provare noia nei trasferimenti, cosa che nei primi giorni non succedeva, si entrava subito in speciale, si smanettava ed era bello e divertente".

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