Dakar: i piloti moto stremati dopo il trasferimento a Chilecito
La cancellazione della tappa numero 9 della Dakar ha costretto i concorrenti a proseguire il percorso, ma le condizioni atmosferiche e la stanchezza hanno messo a dura prova tutti.
Foto di: A.S.O.
Alla spicciolata arrivano i piloti moto di questa 39a Dakar. Un trasferimento di 670 chilometri li ha portati fino a Chilecito ma soprattutto gli ha fatto ritrovare caldo, quello che aspettavamo da giorni ma che ovviamente si fa sentire ancora di più visto che ieri in molti di nuovo hanno patito il freddo della montagna, dei 4000 metri di altezza e del trasferimento notturno.
Anche Joan Perero (Sherco) ci ha messo quasi 7 ore e mezzo per arrivare, partendo alle 8,15 di stamattina da Salta.
"Non ho chiuso occhio stanotte – racconta il pilota spagnolo – non so come mai, forse la troppa stanchezza. Sono andato a letto all'una e mezza ma poi mi sono recato dai medici per vedere se potevano darmi qualche cosa per dormire. Ho provato di nuovo ma non è stato un gran sonno. Dopo tre ore mi sono alzato e mi sono preparato per venire qui”.
Fa un gran caldo e Pedrero lo nota dicendo: “Viaggiare su questa strada, abbastanza dritta, per tutte queste ore è un calvario e mi sono addormentato due volte sul manubrio, per fortuna solo un colpo di sonno, però è stata dura”.
Sam Sunderland (Ktm) è certamente il pilota che più ha da guadagnare dalla cancellazione di questa tappa, vista la sua prima posizione in classifica assoluta, però ammette: “Noi vogliamo correre, certo che vogliamo, però di fronte ad una tale situazione la gara passa in secondo piano. Dobbiamo cercare di gestire le cose nel modo migliore e domani c'è un trasferimento abbastanza lungo prima di arrivare alla speciale e sto già pensando a quello”.
Non sente la pressione della prima posizione il pilota britannico ormai da anni residente a Dubai: “Se devo essere sincero non ci penso molto, devo restare concentrato perchè la gara non è ancora finita e io devo andare avanti come ho fatto fino ad ora”.
Anche il pilota della Ktm non ha dormito granchè stanotte: “Davvero non molto, forse tre al massimo quattro ore, dopo 1000 chilometri ieri e 670 oggi, è stata una bella tirata... ma la fine è vicina e la sento dentro. Devo solo restare concentrato e sperare che tutto vada bene”.
A chi gli chiede se secondo lui oggi il rally ha perso qualche cosa, in termini di una bella speciale, risponde semplicemente: “No, non credo. Questo rally è stato già abbastanza duro, siamo passati dall'umidità e i 40 gradi del Paraguay alle montagne da 4000 metri della Bolivia, con 2 gradi e anche meno, e poi di nuovo ai 40 dell'Argentina, per non parlare delle difficoltà della navigazione. Un rally davvero molto fisico e che ha ritrovato il vero spirito della Dakar, e il senso della gara, della navigazione, siamo tornati ai vecchi tempi”.
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